PRODOTTI DI ALTA QUALITÀ, BIOLOGICI E BIODINAMICI: LA BOTTEGA DI ROBERTO LIBERATI, UNA DELLE PIÚ FAMOSE DI ROMA E D’ITALIA, È UN VERO E PROPRIO PARADISO DELLA MACELLERIA.
di Luca Iaccarino per Repubblica.it
Sarà questione di contrappasso o di karma, certo è curioso il fatto che uno dei più bravi e conosciuti macellai italiani sia stato, per dieci anni, sostanzialmente vegetariano. La cosa potrebbe sembrare contraddittoria, ma non lo è se è incarnata nel volto zen e nello stesso tempo arguto – un po’ alla Salman Rushdie, per intenderci – di Roberto Liberati.
Per chi vive al di fuori del GRA, la bottega di Liberati è la più celebre di Roma e sta nel quartiere popolare intitolato a Don Bosco. Lì suo padre avviò l’attività nel 1963; lì il bambino Roberto crebbe tra quarti e coltelli; da lì se ne andò, per studiare arte, architettura, per appassionarsi alle discipline orientali, allo Chi Kung (tipo lo yoga, però cinese), alla macrobiotica.
La vita sembra portare Roberto lontano dalla carne della sua carne – finisce ad appassionarsi agli impianti hi-fi di alto livello e ne fa un mestiere – ma, vent’anni fa, d’un tratto, il richiamo della medesima si fa troppo forte. A fine millennio torna a casa come il figliuol prodigo (e i vitelli grassi non mancano). Ma alla tradizione di famiglia lui somma le esperienze fatte per il grande mondo: la passione per la qualità, la cultura sui prodotti biologici e biodinamici, i suoi studi matti e disperatissimi.
Così, in due decenni – ora di anni ne ha 48 – il negozio diventa il primo a lavorare con prodotti bio certificati e tra i più amati del Buon Paese: “vorrei fare la mia parte per creare un pensiero consapevole sul cibo. La macrobiotica non proibisce la carne, ma riconosce che è un alimento molto potente dunque va amministrato con attenzione. Io la penso così: mangiarne la giusta quantità, secondo necessità, allevata in modo corretto e salubre”. Se volete provarla la trovate, anche cucinata, al Mercato Centrale dietro la stazione Termini, a Roma – dove Liberati collabora con l’allevatore Savigni di Sambuca Pistoiese – e forse, in futuro, nel cuore della città eterna: “stiamo cercando un negozio centrale. Ma con calma. Senza fretta”.