HomeRubricheil BarbetourHOT DOG STORIA E ORIGINE DELLO STREET FOOD PIU' AMATO AL MONDO

HOT DOG STORIA E ORIGINE DELLO STREET FOOD PIU’ AMATO AL MONDO

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L’INCREDIBILE STORIA DELL’HOT DOG IL WÜSTERL TEDESCO IMMIGRATO NEGLI STATI UNITI PER DIVENTARE L’ICONA  MONDIALE DELLO STREET FOOD UN RACCONTO FRA VERITA’ E LEGGENDA

di Marco Agostini

Forse non tutti i Grillmaster sanno che gli Hot Dog, preparazione amatissima negli Stati Uniti e in tutto il mondo, riprendono per molti versi i canoni che hanno decretato il successo degli hamburger.

Si tratta infatti di un pasto dalle umilissime origini, molto economico, estremamente gustoso, che si mangia facilmente camminando per strada e che proviene dal vecchio continente.

HOT DOG : DAL FRANKFURTER AL DACHSHUND

L’insaccato di carne emulsionata che costituisce la base dell’Hot Dog è il Frankfurter, un würstel sottile e allungato, molto popolare in Germania. Ma con l’immigrazione tedesca d’oltreoceano insieme alla senape, ai pretzel e a tante altre cose che hanno influenzato le abitudini americane, è stata introdotta anche una razza canina tipica fino a quel momento solo dell’Europa Centrale: il dachshund, ovvero il bassotto.

E in gergo popolare gli immigrati erano soliti chiamare con questo nome (dachshund) anche i Franfurter, perché ne ricordava la caratteristica forma allungata.

HOT DOG :  PANINO COL WÜSTERL? UN’USANZA TEDESCA

Da qui in poi la storia si fa confusa e si contorna di numerose leggende e quindi di fatti non comprovati. Una di queste vuole che i dachshund venissero venduti da venditori ambulanti equipaggiati con bollitori. Si racconta che in questi chioschi mobili venissero messi a disposizione dei clienti guanti di lana per evitare che si scottassero mentre li mangiavano.

Ma i guanti venivano rubati con tale frequenza che i venditori obbligarono i panettieri a fornire loro un pane dal formato allungato ideale da smezzare per poi farcirlo con i dachshund. Anche se l’abitudine di mangiare i Frankfurter nei panini era già diffusa in Germania. E più realisticamente gli immigrati negli Stati Uniti cercarono solo un surrogato che li ricordasse.

HOT DOG : DAL DACHSHUND ALL’HOT DOG

Ma la leggenda più gettonata in merito al nome vuole che Tad Dorgan, un famoso vignettista del New York Journal, si trovasse al Polo Grounds di New York (nome dato a quattro stadi ormai demoliti dell’Upper Manhattan utilizzati per incontri di baseball) in una fredda mattina di aprile del 1901. I numerosi venditori ambulanti stavano vendendo un piatto sempre più popolare importato dagli immigrati tedeschi: il buonissimo dachshund, tirato fuori caldo dal bollitore, messo tra due fette di morbido pane e condito con senape, cipolla e cetrioli.

I venditori richiamavano l’attenzione del pubblico infreddolito al grido “Hot Dachshund! Get your Dachshund while they’re hot!” (Dachshund caldi! Comprate il vostro dachshund finché è caldo!). Dorgan decise di immortalare la scena in una vignetta ma non sapeva come scrivere il nome “dachshund”. Sapeva però che era il nome con cui veniva chiamato anche quel buffo cane tedesco. Nel fumetto scrisse così semplicemente “Hot Dog!”.

La realtà è che questa famigerata vignetta non è mai stata trovata dagli storici negli archivi del New York Journal, nonostante Tad Dorgan all’epoca fosse piuttosto conosciuto. Si hanno invece tracce scritte dell’utilizzo del nome “Hot Dog” in alcune riviste già a partire dal 1890.

HOT DOG : I DOG WAGONS

Meno poetica ma più verosimile è l’ipotesi che la rivendita ambulante di dachshund da parte degli immigrati tedeschi fosse molto diffusa nei dintorni di Yale già alla fine del 1800 e che i carretti utilizzati allo scopo fossero di forma curiosamente allungata probabilmente per fare posto al sistema di alimentazione del bollitore.

Gli studenti li chiamavano in modo dispregiativo e irridente “dog wagons” alludendo alla forma del bassotto. Ma allo stesso tempo ironizzando sulla qualità della carne usata per i Frankfurter. Da lì al nome “Hot Dog” per i panini e, complice il fatto che venissero serviti appena raccolti dall’acqua bollente, il passo è stato breve.

 

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