ECCO COME DARE UNA MARCIA IN PIÙ ALLA VOSTRA CUCINA CON UN FORNO A CARBONE SENZA DOVER SPENDERE UNA FORTUNA PER UN JOSPER
Uno costa circa 12 mila euro, l’altro sta sui 9 mila. Uno, il più caro – e più famoso – è il Josper, l’altro è il Pira. Entrambi sono forni a carbone, svoltano vita (e fatturato) dei ristoranti che li piazzano nella loro cucina. Tutti e due vengono realizzati in Spagna (terra di grandi grigliatori). La differenza di prezzo, secondo chi li ha provati, starebbe tutta nel brand. Il Josper è più famoso, non fosse altro perché è dal 1969 che sta sul mercato e investe bei soldoni in marketing e promozione. I forni Pira invece sono relativamente più giovani (lo sbarco sul mercato risale alla fine degli anni 90) e in marketing e pubblicità non hanno mai speso.
Per capire di cosa parliamo bisogna fare una piccola premessa. Abbiamo di fronte due dispositivi di cottura che vengono alimentati a carbone, sono studiati affinché si abbia, in una sola macchina, la funzione di griglia e forno, per arrostire, abbrustolire, affumicare i vari cibi. Il tutto senza patire il caldo come succede a chi è esposto direttamente al calore della fiamma.
Per capirci meglio: con questi forni si possono cuocere bistecche ma anche realizzare risotti e altre centinai di ricette. La svolta è dovuta anche al fatto che non serve allacciarlo ad una canna fumaria, basta posizionarlo sotto la cappa della cucina già in dotazione (quindi non si devono apportare modifiche in cucina). Rispetto ad una griglia tradizionale si consuma meno carbone.
FORNO PIRA : CHEF ITALIANI CONQUISTATI CHI LO PROVA LO PROMUOVE
L’unico ostacolo è il costo. Comprare un Josper, equivale a volere una Rolls Royce: state acquistando un simbolo. I forni Pira probabilmente hanno meno appeal a livello simbolico ( il potere del marketing signora mia….) ma alla fine funzionano alla grande e chi li ha provati ne è rimasto molto soddisfatto. Non manca chi, avendoli testati entrambi, è convinto che i Pira siano migliori in virtù di alcuni accorgimenti che sono stati apportati. Esistono di varie dimensioni e prezzo a seconda dei coperti da soddisfare e dalla mole di lavoro giornaliera.
Paolo Francieri è lo chef del ristorante Noi di Savona e lavora con un forno Pira: “La mia cucina e il menù sono costruiti intorno al forno Pira, strumento decisamente professionale, riesco a metterci fino a 24 ciotole di terracotta per le nostre preparazioni che richiedono una cottura prolungata a bassa temperatura”.
Regolando la quantità di carbone e l’afflusso d’aria all’interno del forno, la temperatura va dai 120 e ai 430 ℃ un range che permette davvero infinite soluzioni: dalla bistecca al sangue ai piatti dell’American barbecue. Chef Francieri usa il Pira anche per i suoi dessert: “abbiamo già ottenuto ottimi risultati. Questo forno consente di fare veramente di tutto.” Pasta, riso secco, zuppe di pesce, formaggi affumicati ma anche mazzancolle o gamberoni: con 5 kg di carbone e una mano esperta, potrete sbizzarrirvi. Immaginate la goduria di chi assaggia piatti che hanno quell’inconfondibile sapore dei cibi cotti sulla brace.
FORNO PIRA: CONSUMI E COSTI RIDOTTI
Renzo d’Avanzo è responsabile di cucina e proprietario del Next2 un elegante ristorante di Positano. Insieme ad Antonio De Lorenzo, hanno sperimentato l’elasticità che offre questa macchina. “Noi la usiamo per soutè, zuppe, cozze e ostriche gratinate – ci dice Renzo – certo molto dipende dalla bravura di chi adopera questo forno ma, una volta presa la mano, offre possibilità pressoché infinite”.
Il vantaggio di poter regolare il flusso d’aria, vuol dire anche concreto risparmio di carbone: “noi usiamo circa 7 kg di carbone al giorno ma è una stima che varia in base a quanti coperti dobbiamo gestire”. Una volta presa la mano, però, non arriverete mai a fine serata senza più brace. Il servizio termina, il ristorante chiude, ma il forno ancora è caldo: ammucchiate il carbone in un angolo, chiudete tutte le prese d’aria e il giorno dopo troverete la brace ancora calda. Una piccola aggiunta e si ricomincia.
FORNO PIRA: IL VETRO TEMPERATO E L’APERTURA A SERRANDA
Pira ha studiato anche una serie di soluzioni progettate per rendere il lavoro più comodo, funzionale e sicuro. Un brevetto esclusivo, ad esempio, è quello dello sportello a vetro. Il forno Pira è il primo del suo genere dotato di sportello di vetro temperato: pratico, perché vi permette di seguire le cotture mantenendo il forno chiuso ma anche bello da mettere in vista (cosa che il Josper non permette). Dalla casa madre assicurano che il vetro del forno Pira resista tranquillamente fino a 700 gradi. Non male.
Facile e pratico da pulire, si può adattare ad ogni tipo di cucina; anche quelle con spazi più ristretti. L’apertura a serranda, ad esempio, risolve il problema di avere lo sportello del forno aperto, bollente e in mezzo al passaggio. Un guadagno in termini di resa della cucina ma, soprattutto, di sicurezza sul lavoro.
Chi è abituato a stare tra i fornelli ma soprattutto chi sta davanti alla griglia tutto il giorno, sa quanto sia facile farsi male. La superficie esterna del Pira è studiata per ridurre al minimo il rischio di ustioni in caso di contatto. In più, potrete lavorare senza avere l’aria a 300 ℃ addosso: chiudete il forno e si cuoce la carne, non la vostra faccia.
FORNO PIRA: ASSISTENZA ITALIANA E AFFIANCAMENTO
Se volete comprare il forno Pira avrete la possibilità di interagire con personale italiano che vi seguirà passo passo. Dall’installazione all’utilizzo della macchina con la possibilità di essere affiancati da uno chef che vi insegnerà le tecniche per utilizzare al meglio delle sue potenzialità il dispositivo di cottura. Idem per l’assistenza che viene fornita da personale italiano e in tempi molto rapidi.
Per info e acquisti http://www.piraforniacarbone.com
info@piraitalia.com – Tel. 342 770 55 70
Di Giulio Gezzi 30 Novembre 2019