LA PIZZA È UNO DEI PIATTI ITALIANI PIÙ FAMOSI E DIFFUSI IN TUTTO IL MONDO. MA AVETE MAI VISTO LE VERSIONI PROPOSTE DA COREANI, SCOZZESI O SVEDESI? ECCO COME ROVINANO LA PIZZA ALL’ESTERO.
Acqua, farina e lievito. Poi mozzarella, pomodoro e basilico. Per fare un pizza sono necessari pochi e semplici ingredienti, tanta pazienza e un po’ di abilità. C’è chi la preferisce più alta, chi più sottile. Ci sono quelli che la vogliono “bianca” e altri ancora senza mozzarella. E non pensiate che sia affare dei soli pizzaioli. Anche griller più abili ormai si cimentano nella preparazione della regina dei piatti italiani, preparando la pizza nel barbecue. Tuttavia anche qui, un po’ come accade con la carne, basta davvero poco per rovinarla e mandare tutto in fumo. Lo sa bene chi ha mangiato pizza in Australia, in Asia o in giro per gli Stati Uniti. Infatti, in qualsiasi città di qualunque paese al mondo vi troviate vi basteranno 7 minuti a piedi per raggiungere una pizzeria – o presunta tale. E inevitabilmente, ogni nazione vuole provare a personalizzare – o dovremmo forse dire stravolgere – questo piatto per poi elogiare la propria invenzione. Ma nessuno si rende conto che sta portando in tavola un vero e proprio disastro, o almeno qualcosa di molto lontano dall’idea di pizza italiana. Non ci credete? Vediamo se avrete lo stomaco tanto forte da arrivare fino alla fine.
IL GIRO DEL MONDO IN 20 PIZZE
Come la pizza sia riuscita a colonizzare tutto il mondo non è difficile da capire: noi italiani amiamo i nostri sapori e il nostro cibo alla follia e non possiamo farne a meno. Questo avveniva anche negli anni in cui, in cerca di lavoro – eh già, non è solo una storia del nostro tempo – i nostri avi partivano alla volta di terre promesse. Ma non senza portare con se un po’ di farina, di olio, di pomodoro. Insomma di quegli ingredienti che nella cucina italiana la fanno da padrone. E così, in tutto il mondo conobbero e gustarono questo piatto semplice ma incredibilmente buono. Già, lo scoprirono e lo gustarono, ma questo non gli bastò. E allora elaborarono, tentarono. E questi esperimenti si sono protratti fino ai giorni nostri. Così, Talia Avakian, giornalista di viaggi del Business Insider Uk, è andata alla ricerca – fisica e virtuale – delle pizze in varie parti del mondo. Ovviamente la redattrice brittannica lo ha fatto con tutti i buoni propositi di questo mondo, come apertura verso le altre culture. Ma forse non ha pensato che in Italia ci sono certe “istituzioni culinarie” da non toccare. E proprio per questo probabilmente si è stupita di quanto “venga presa sul serio la pizza a Napoli”. Ma adesso lasciamo parlare le immagini: venti pizze, sopra le quali è finito qualsiasi tipo di ingrediente. Ecco a voi come rovinano la pizza all’estero.
1 – LA PIZZA NAPOLETANA: COSE DI CASA NOSTRA
A poco servono le parole, basta guardarla per capire al volo di cosa stiamo parlando. Bella da vedere quanto da mangiare. Il bordo esterno rialzato e bruciacchiato quel tanto che basta da renderlo oggetto di contesa per tutti i commensali. Il pomodoro rosso vivo, quasi erotico, e dal sapore inebriante. E poi la mozzarella, candida e pura, filante al punto da farti venir voglia di annegare dentro al piatto. Prodotti di qualità e tecniche affinate: dalla lavorazione alla lievitazione, fino al condimento e alla cottura. Un prodotto tutto italiano che difficilmente si riesce a imitare. Soprattutto se lo si vuole fare personalizzando la ricetta. Osservate bene questa foto perché le prossime non saranno altrettanto appetitose.
2 – PIZZA ALL’ESTERO: FANTASIE ARGENTINE
Cipolle ed erbe aromatiche. E fin qui potrebbe anche passare. Il vero problema è che la pizza argentina – i sudamericani la chiamano fugazza, almeno hanno avuto il buon gusto di cambiarle nome – è alta quanto quattro pizze normali. Solo a vederla sembra un chewingum e del pomodoro nemmeno l’ombra. Certo agli argentini la fantasia non manca, e lo dimostra anche quella che chiamano fugazzetta: un doppio strato di pasta ripieno di mozzarella e cipolle dolci. Insomma, di Pizza, nemmeno l’ombra.
3 – PIZZA ALL’ESTERO: DALL’AUSTRALIA CON TERRORE
Direttamente dall’Oceania un offesa a tutti gli amanti del barbecue. Ogni serial griller, alla vista di questa foto, avrà già sguainato il forchettone e spiedi per difendere la dignità della carne. Va bene avere mille fantasie carnivore da soddisfare, ma questa più che un’orgia di sapori appare come un incidente culinario. Definire questa pizza “particolare” è farle un complimento: una sottospecie di “torta” con sopra pomodoro mozzarella e, appunto, carne grigliata. Tra le più gettonate? Emù, canguro e coccodrillo. Un vero e proprio ibrido tra pizza e barbecue, decisamente da evitare.
4 – PIZZA ALL’ESTERO: IL BRASILE E LA PIZZA RACAPPRICCIANTE
Potranno continuare a darci lezioni di calcio all’infinito, ma di sicuro quando si parla di pizza in Brasile hanno solo da imparare. Avete presente la capricciosa? Vari sapori che si mischiano in modo delicato per stuzzicare il palato. Ecco, dimenticate questa sensazione e preparatevi a un’esperienza che metterà alla prova la vostra incolumità. Olive, mais, piselli, prosciutto, formaggio filante e per finire cuore di palma. E, purtroppo, non è un consiglio per condire le vostre insalate di riso quando questa estate andrete al mare. Alla fine i Brasiliani si sono ritrovati più che una capricciosa, una pizza raccapricciante.
5 – PIZZA ALL’ESTERO: QUELLA DI CHICAGO NON LA CHIAMATE PIZZA!
E hanno il coraggio di chiamarla pizza? Anche definirla una torta salata sarebbe un complimento perché rientrerebbe comunque nella categoria “alimenti”. Base biscottata, farcita con avanzi di vario genere. Poi un disco di pizza con sopra pomodoro dall’aria di “tubetto condensato” e un ammasso di mozzarella. Come se non bastasse una spolverata di formaggio. Se questa è una pizza, l’umanità deve rivedere i suoi parametri. E se qualcuno è stato a Chicago e l’ha assaggiata merita una medaglia per il coraggio dimostrato..
6 – PIZZA ALL’ESTERO: DAL CONNETTICUT SAPORE DI MARE
Vongole, olio d’oliva e aglio. No, non si tratta di un primo di pesce ma di una delle tante varietà di pizza a stelle e strisce. Per la precisione questa è la versione di New Haven, nel Connetticut. Qui la chiamano “apizza”, la base è sottile, eccessivamente croccante e quasi sempre bruciata. Ma poco importa: la cosa fondamentale è che la pizza sia carica come non mai di condimenti. È proprio il caso di dire che nel Connetticut la pizza la meriterebbero, ma in faccia!
7 – PIZZA ALL’ESTERO: PIZZA “PEPPERONI” DA DETROIT
A Detroit si intenderanno di motori ma lo stesso non si può dire per la pizza. Molto alta – pure troppo – tanto da risultare gommosa al centro. Come da tradizione statunitense condimenti in esubero. I loro preferiti? Peperoni, olive e salsa marinara. Tra le versioni più famose la “pizza pepperoni”, conosciuta in molte parti del mondo come l’originale pizza italiana ma che di italiano ha ben poco. E soprattutto quei “pepperoni” di cui parlano altro non sono che sottili fette di salame, spesso carbonizzate. Altro vano tentativo di riprodurre la nostra regina nazionale.
8 – PIZZA ALL’ESTERO: BERLUSCONI IN FINLANDIA
La chiamano pizza Berlusconi, ma certo di italiano ha ben poco. Carne di renna affumicata, pomodoro, formaggio. E come se non bastasse anche funghi gallinacci e cipolla rossa. Definirla pizza è un offesa a tutta la cucina italiana. Il nome risale al 2008, quando l’allora premier Berlusconi commentò in modo poco carino la cucina Finlandese. Se questo doveva essere un modo per far cambiare idea a Berlusconi, forse è meglio se ci lavorano ancora un po’ su.
9 – PIZZA ALL’ESTERO: “CONFUSIONE” FRANCESE
Una pizza degna della carbonara con la panna quella che arriva dall’Alsazia, regione francese al confine con la Germania. Sì, perché dopo aver rovinato il tipico primo piatto romano, i cugini d’oltralpe hanno ben pensato di sostituire la mozzarella con della panna. Per non parlare della base. Niente a che vedere con la pasta utilizzata in Italia, quella utilizzata dai francesi di questa regione è bassa e biscottata, facile da bruciare. E come se non bastasse sopra la pizza pancetta e cipolla. Viene da pensare che questa pizza sia nata mentre cercavano di fare un piatto di pasta alla carbonara alla loro maniera.
10 – PIZZA ALL’ESTERO: LA FRANCIA E LE SUE MANIE
Ma anche nel resto della Francia non vogliono rinunciare al buon gusto di una pizza. E almeno nell’aspetto bisogna ammettere che non se la sono cavata male. Sarà sempre per l’influenza della carbonara, ma ai francesi sulla pizza piace l’uovo a occhio di bue. Alcuni lo lasciano cuocere direttamente insieme alla base, mentre altri lo preparano a parte per poi aggiungerlo successivamente, appena prima di metterla in tavola. Un mania strana che conferma quanto italiani e francesi vivano su due pianeti distanti.
11 – PIZZA ALL’ESTERO: LA VARIANTE TEDESCA
Pizza, spaghetti e mandolino. Un ritornello che i tedeschi si ostinano a utilizzare a mo’ di sfottò verso l’Italia. Prima o poi capiranno che il mandolino lo abbiamo abbandonato da qualche anno. Ma certo continueranno a menzionare la pizza. Forse con un pizzico di invidia. Tonno, salsa di pomodoro, peperoni, cipolle, formaggio e origano. La thunfisch è una delle pizze preferite dai tedeschi. Forse però converrebbe loro continuare a mangiare la versione italiana durante le loro vacanze sulla riviera romagnola. Perché? Basta guardare la foto: spesso le immagini dicono più delle parole.
12 – PIZZA ALL’ESTERO: MAIONESE DAL GIAPPONE
La chiamano Mayo Jaga e capire il motivo di questo nome non è difficile. Al posto della mozzarella in Giappone utilizzano una colata di maionese. Una vera e propria cascata giallognola che va a sovrastare condimenti dal dubbio gusto: salsa di pomodoro coperta da mais, cipolle, peperoni, patate e pancetta. Ora si spiega perché, una volta raggiunta l’italia per le vacanze, la popolazione nipponica si rinchiuda nei nostri ristoranti per sperimentare ogni genere di sapore.
13 – PIZZA ALL’ESTERO: ALLE HAWAII ANANAS E PROSCIUTTO
Ai Caraibi è un’istituzione al pari della pizza napoletana in Italia: la pizza hawaiana ha ormai preso piede in tutto il mondo e, ahimè, anche nel Bel Paese ormai non è raro imbattersi in questa versione stravagante. Se la base è tutto sommato simile alla quella della “vera pizza”, i veri problemi stanno nel condimento: l’ingrediente base della versione dell’isola del pacifico è infatti l’ananas posta sul disco di pasta sia a grandi fette che a pezzetti. Questa viene accostata al prosciutto cotto e spesso vengono aggiunti anche funghi, pancetta e peperoni. Il caldo del sole tropicale deve aver giocato dei brutti scherzi agli isolani. Ma se pensate che peggio di così non si possa fare aspettate e vi ricrederete.
14 – PIZZA ALL’ESTERO: STRAVAGANZE DA NUOVA DELHI
L’esempio non-violento di Ghandi a poco è servito agli indiani. Infatti non hanno avuto pietà con la pizza. Si sono lasciati prendere dal desiderio di avere una loro versione di questo piatto. Morale? Si sono ritrovati a violentare anni e anni di tradizione italiana aggiungendo condimenti come zenzero in salamoia, carne di montone macinata e un tipo particolare di formaggio indiano noto con il nome di paneer. Un vero e proprio schiaffo al culto della pizza, alla faccia della non-violenza.
15 – PIZZA ALL’ESTERO: ALTRO CHE ARMI NUCLEARI IN COREA
Anche in Asia vige la regola del personalizzare: ogni nazione aggiunge alla pizza gli ingredienti che in patria vanno per la maggiore. In Sud Corea però, si sono cimentati in esperimenti chimici più che culinari. Qui la pizza la chiamano Bulgogi, dal nome dell’ingrediente principe utilizzato: carne di manzo marinata alla griglia. E, come se questa non fosse già un’offesa alla pizza, aggiungono salsa di pomodoro, formaggio, funghi, peperoni e kimchi, ovvero verdure fermentate con spezie. Che sia una soluzione per difendersi dalle armi nucleari della Corea del Nord? Visto il mix di ingredienti degno di un disastro ambientale è molto probabile.
16 – PIZZA ALL’ESTERO: LA PIÙ SOBRIA DI NEW YORK
La pizza newyorkese è famosa per i suoi condimenti: carica come non mai di qualsiasi cosa, senza guardare a abbinamenti di gusti di nessun genere. E poi la base: alta quasi quanto l’Empire State Building, per digerirla non sarebbe sufficiente farsi tutte le scale del grattacielo a piedi. Tuttavia questa versione salva la dignità americana: salsa di pomodoro, mozzarella e basilico disposto un po’ in malo modo. Se non fosse per le fette di pomodoro – che risulterà lesso – sembrerebbe quasi una pizza. Addentandola però, vi ricorderete quanto accennato poco fa e penserete: “dopo dovrò farmi l’Empire State Building a piedi!”.
17 – PIZZA ALL’ESTERO: IL PAKISTAN E I SAPORI MEDIORIENTALI
Se chiedi a un italiano quali siano gli ingredienti base per una buona pizza dirà senza dubbio mozzarella e pomodoro. Se lo chiedi a un pakistano no. Già perché in Medio Oriente ciò che non deve mai mancare è il pollo: Chikka Tikka Pizza, è questo ciò che dovrete chiedere passeggiando per Islamabad se vorrete “gustare” la vera pizza pakistana. Il pollo condito con una gran quantità di chili, spesso viene aggiunto alla pizza già preparata con la salsiccia. Dire che da quelle parti hanno gusti strani è un complimento.
18 – PIZZA ALL’ESTERO: STRANI ESPERIMENTI SCOZZESI
In Scozia non hanno avuto nessun ritegno: quella poltiglia disposta sopra la pizza e cosparsa di cipolle si chiama Haggis. È una sorta di insaccato a base di cuore, polmone e fegato, tutto tritato insieme a cipolla, farina d’avena e sugna. Dopo aver aggiunto spezie e sale mescolano tutto insieme al brodo. E alla fine, non contenti di questo crimine verso la cucina, utilizzano questo ammasso di ingredienti per condire la pizza. Il sapore di nocciola è solo un piccolo dettaglio di fronte al resto. È proprio il caso di dirlo: per mangiare questa pizza serve fegato!
19 – PIZZA ALL’ESTERO: IN SVEZIA PIACE LA BANANA
Pare che in Svezia siano follemente innamorati della pizza. Ma questo sentimento non ha comunque preservato la vera pizza dalle strane perversioni della popolazione scandinava. Qui è la Banana Curry la pizza preferita da tutti. E il nome, come molti avranno già intuito, deriva proprio dal condimento base di questo piatto: la banana. Infatti oltre alla pizza, agli svedesi piace molto anche la banana. Un po’ di pomodoro e un po’ di formaggio – tanto per fingere che sia davvero una pizza – poi prosciutto affumicato, curry e appunto, banane mature tagliate a rondelle. E davvero hanno il coraggio di chiamarla pizza?
20 – PIZZA ALL’ESTERO: PIZZA KEBAB SVEDESE
“Salsa piccante?”. Una domanda solitamente rivolta dai cosiddetti “kebabbari”, non se vi trovate in Svezia. Qui con ogni probabilità, sentirete pronunciare queste parole anche ai pizzaioli. Sì perché il kebab lo mettono sulla pizza. Con tanto di patatine e salsa yogurt. Una tradizione che tra le giovani leve sta prendendo piede anche Italia. Che sia l’inizio della fine per la vera pizza? Solo gli anni ce lo sveleranno. Nell’attesa, per rifarci gli occhi e la bocca, ordiniamo una pizza fatta come Dio comanda. E buonappetito!
di Davide Perillo 02/04/2016
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