NON E’ UN FIGLIO D’ARTE MA HA TANTI BRAVI MAESTRI GRAZIE A LORO RAPPRESENTA LA MACELLERIA ITALIANA UN ORGOGLIO E UN ONORE CHE SPINGE SIMONE DI CIANO A DESIDERARE LA VITTORIA
“Rispetto di tutti paura di nessuno”
E’ il più giovane del gruppo ed è anche l’unico abruzzese. Ma nonostante sia ancora agli inizi della sua carriera sa già il fatto suo. Mostra infatti una forte vocazione imprenditoriale. Con la sua voce dolce e fluente parla con piacere di bistecche e carni marezzate, così poco per volta è riuscito a convertire un buon numero di corregionali ai piaceri della frollatura. Ma non gli basta, vuole che quella nicchia si allarghi sempre di più. Ama trasmettere la sua passione “gli fa sangue”, dice e col suo entusiasmo c’è da giurarci che presto farà nuovi proseliti.
Simone, classe 1996, macellaio di Lanciano (Chieti), è un ragazzo ottimista e intraprendente. Capelli ricci e sguardo pulito è innamoratissimo della sua terra, della sua cucina e del suo dialetto. “Valle e cost tutt robba nostr” (Vallate e costoni tutta roba nostra) recita un detto delle sue parti e ne spiega il significato. Da una parte l’Adriatico, dall’altra il parco nazionale della Maiella, cosa volere di più? Un territorio così bello e vario farebbe la felicità di chiunque e ora che fa parte della nazionale è anche fiero di rappresentarlo.
SIMONE DI CIANO, HA COMINCIATO CON LA GAVETTA
Papà Antonio è un salumiere e quindi la macelleria non è certo il suo mestiere. E’ Simone quindi il primo macellaio di famiglia. Dopo il diploma ha deciso di intraprendere questo lavoro facendo la gavetta tra macellerie e mattatoi della zona, poi nel 2015 è tornato a casa, dove ha affiancato il padre in un negozio che negli anni è cresciuto fino a diventare una vera e propria oasi del gusto. Salumi e Formaggi di Antonio, questo è il nome della bottega di famiglia, oltre a prosciutti e salami locali, grazie a Simone offre anche tanta carne fresca e lombate frollate come solo un bravo artigiano sa fare.
“Imparare è un’esperienza tutto il resto è solo informazione,” diceva Albert Einstein, una tra le menti più brillanti del XIX secolo e così Simone tra un’esperienza e l’altra si è avvicinato all’orbita della Nazionale Italiana Macellai desideroso di apprendere dai migliori talenti del settore. “Sei dei nostri,” gli ha detto il presidente al telefono dopo aver passato una selezione a Ceccano (Frosinone). Lui ora è al settimo cielo e la famiglia orgogliosa lo incoraggia in questa nuova avventura.
Già solo spostarsi per gli allenamenti è impegnativo, ci si incontra tutte le domeniche a Sermoneta (Latina) e si torna a casa la sera tardi per alzare le serrande il giorno dopo come se niente fosse, incuranti della stanchezza e delle poche ore di sonno. Di sacrifici, dunque, ce ne sono stati e tanti, ma alla fine sono arrivate anche le soddisfazioni.
CHE ORGOGLIO RAPPRESENTARE LA MACELLERIA ITALIANA
Clermont-Ferrand in Francia è stata la sua prima gara. Lì ha vinto un titolo europeo e l’emozione è stata straripante, doveva dimostrare di avere gli attributi e ci è riuscito alla grande. Inoltre, per un giovane talento lavorare due giorni con i titolari, dei mostri sacri che prima guardava dal basso verso l’alto, è stato un onore immenso, oltre che una grande occasione di crescita. “Rappresentare un’intera categoria – afferma – è un’esperienza unica, ti smuove dentro facendoti maturare in fretta”.
Pensando a Sacramento sa che sarà un’emozione più intensa rispetto a quella vissuta in Francia, per due motivi: perché sarà la sua prima volta in America e la sua prima volta in un WBC, un evento di caratura mondiale. Un mix di sentimenti nuovo, quindi, reso ancor più forte dal fatto che diversamente da Clermont-Ferrand gareggerà da solo.
SIMONE DI CIANO, SI GAREGGIA DA SOLI MA SI VINCE ASSIEME
In due ore e mezzo dovrà allestire un banco carni per cercare di convincere la giuria e portare a casa la sua prima vittoria. “Voglio dare il massimo per far sì che questo avvenga,” promette e se è vero che gareggerà da solo, avrà comunque il sostegno dei suoi compagni, dai senior alle nuove leve. Perché come insegna Francesco Camassa, uno dei sei migliori macellai al mondo, una vittoria non è mai singola è sempre il frutto di un lavoro collettivo.
di Gianluca Bianchini