EMERGENZA CINGHIALI IN ITALIA: CE NE SONO TROPPI. LA BRACE CI SALVERA’. NONOSTANTE LE CAMPAGNE DEGLI INTELLETTUALI, I TAMBURI DI GUERRA DEGLI ANIMALISTI E LE SOLUZIONI “CREATIVE”.
Tra poco in Cina si festeggerà il capodanno: il 2016 è l’anno della scimmia. Invece qui da noi, pare essere l’anno del cinghiale. A leggere un po’ di titoli usciti sulla stampa di questi mesi, la situazione sembra fuori controllo: in Toscana ce ne sarebbero 400.000 (250.000 di troppo), il numero più alto per chilometro quadrato a livello europeo, inferiore solo ad alcune zone dell’Austria. Ovviamente qui a Braciamiancora, avremmo un’idea gustosa per risolvere il problema. Ma non è solo la Maremma ad essere “maiala”, pardon “cinghiala”.
EMERGENZA CINGHIALI: ALTROCHE’ TOPI DA BIBLIOTECA
I conti non tornano per la campagna di contenimento dei maiali selvatici effettuata in provincia di Bergamo, la più colpita dalle invasioni di cinghiali in Lombardia: ce ne sarebbero molti di più del dovuto, a scorrazzare tra il Brembo e il Serio. In Lombardia questi grandi mammiferi rappresentano quasi il 27 per cento del totale dei danni all’agricoltura. Negli ultimi dieci anni gli attacchi alle attività agricole sono triplicati. La bolletta è spaventosa: quasi mezzo milione di euro di danni. E ancora da Monte Mario a Selva Nera, passando per Valle Marucana, l’Olgiata e Trionfale, la marcia dei cinghiali su Roma è inarrestabile. E poi in Friuli, dove è ancora “emergenza cinghiali”: a Trieste un peloso suino si è avventurato per le strade, facendo sosta alle fermate del bus e persino in un’edicola, a curiosare tra i giornali. Altroché topi da biblioteca: è tempo di cinghiali da Gazzetta dello Sport!
EMERGENZA CINGHIALI: CON GLI AGRICOLTORI O CON GLI ANIMALISTI?
Non sarebbe un problema se non fosse che i cinghiali devastano coltivazioni e vigneti, (l’88% delle devastazioni liquidate alle coltivazioni deriva da loro), creano incidenti stradali e diverse volte sono stati un pericolo per le persone (nel peggiore dei casi ne hanno uccise). La Regione Toscana vorrebbe allargare i tempi della caccia per risolvere il problema. “Alle armi!” allora. No, non è il grido di guerra dei cacciatori ad essere subito squillato per le vie d’Italia. Sono ovviamente le campane degli animalisti a suonare a morto, per quella che è vista come una “fucilazione di massa” dei poveri animali. E sui social parte la campagna #salvaiselvatici. Di nuovo: per noi la soluzione è semplice e gustosa, come potete vedere nelle prossime immagini. Cosa proponiamo? una controcampagna: #mangiaiselvatici. Ma andiamo con ordine.
EMERGENZA CINGHIALI: LA BRACE CI SALVERA’
Alle trombe di guerra hanno prontamente risposto diversi intellettuali e artisti italiani: Dacia Maraini, Susanna Tamaro, Battiato, Stefano Bollani, Panariello. Tutti invocando una soluzione meno cruenta. C’è chi implora “pillole ai porci!”, ovvero, perchè non distribuire anticoncezionali ai suini? La risposta è ovvia, pensando ai 250.000 animali in eccesso solo in Toscana. «E allora reintroducete i predatori!». Già, ma ammesso che scaricassimo in zona qualche camionata di lupi affamati, chi ci libererebbe poi da “fratello lupo”? È vero che spesso abbiamo “violentato” la natura, ma 250mila cinghiali in più, restano comunque troppi. Senza perdere di vista la realtà, non ci resta quindi che affidarci all’unico predatore in grado di effettuarne una “riduzione selettiva”: l’uomo. Ecco allora qualche consiglio per gustarne al meglio i risultati.
IL CINGHIALE ALLA BRACE: PREPARAZIONE
La carne di cinghiale appartiene alle cosiddette carni nere, è molto proteica e poco grassa (contiene circa 77 mg di colesterlo ogni 100 gr), piuttosto fibrosa e perfetta quindi per cotture in padella, in umido o sughi. È ottima anche arrosto o allo spiedo, purché venga lardellata per renderla meno asciutta. Spesso i piccoli, particolarmente gustosi, vengono arrostiti interi. Importante è marinare la carne molto bene per ridurne il sapore selvatico. È sufficiente una notte in infusione in frigorifero in una ciotola con un litro di vino rosso, una cipolla, una carota, una costa di sedano, uno spicchio d’aglio e spezie a scelta come per esempio chiodi di garofano e pepe. In Sardegna si usano anche bacche di ginepro.
IL CINGHIALE ALLA BRACE CI SALVERA’ DALL’INVASIONE
La carne ideale per il barbecue e le griglie per intero è quella di cinghialetto: il cinghiale che ha raggiunto l’età di sei mesi. Dai sei mesi fino ad un anno, il cinghiale giovane conserva ancora alcune parti tenere, come costate e carré, ideali per una grigliata. Avete acceso il fuoco? Tolta la carne dal vino almeno un’ora prima della preparazione e fatta scolare, ricordate di conservare il resto del liquido, filtrato tramite un setaccio. È arrivato il momento della brace: cuocete ogni pezzo per circa 4 – 6 minuti per lato, a seconda della grandezza del taglio, a brace viva ma senza fiamma. Spennellate la carne con il succo della marinatura prima di girarla. Irrorate la carne anche con un filo d’olio extravergine d’oliva.
di Enrico Cicchetti 15 aprile 2015
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