IN OCCASIONE DEL WORLD GIN DAY LA GIOVANE BARLADY MARTINA PROIETTI CI RACCONTA I MIGLIORI PAIRING DEL GIN CON LA CARNE ALLA BRACE E CONFESSA: “LA MIA SCELTA È…”
C’è chi non rinuncerà mai all’abbinamento fra un buon rosso e una bistecca, e chi sarà sempre curioso di sperimentare cose nuove. Oggi ci rivolgiamo ai secondi (come facciamo sempre anche quando sfogliamo il menu). E siccome il 10 giugno ricorre il World Gin Day, abbiamo chiesto alla barlady Martina Proietti alcune idee per un buon food pairing fra gin e carne.
COME ABBINARE GIN E CARNE
Già in un altro articolo abbiamo iniziato a esplorare il mondo del cocktail pairing e oggi continuiamo, scoprendo che il distillato in questione, se utilizzato come base per un drink, può generare risultati diversi.
“Il gin è un distillato molto versatile – racconta Martina, che oltre a essere un’eccellente barlady, da diversi anni è la Brand Ambassador Italia di No.3 London Dry Gin di Pallini – soprattutto se parliamo di London Dry Gin, e soprattutto se parliamo di un prodotto come No.3 London Dry Gin. Ci stiamo riferendo a un distillato che non presenta picchi aromatici invadenti anzi, al contrario, risulta molto ben bilanciato tra ginepro, agrumi e spezie. Con queste caratteristiche si possono sviluppare infinite ricette e ogni bartender, anche casalingo, secondo me riesce a divertirsi sperimentando accostamenti di ogni genere“.
L’ARTE DEL FOOD PAIRING
Come già detto all’inizio, gran parte del pubblico è solita abbinare alla carne un buon calice di rosso (ma bisogna stare molto attenti a non commettere questi errori), ma il Food Pairing è molto di più. Spiega Martina che “il Food Pairing è una vera a propria scienza che si occupa di accostare alimenti e bevande grazie allo studio della loro composizione molecolare e aromatica. Questo accostamento può avvenire per similitudine o per contrasto e quando si parla di cocktail la scelta della strada da seguire è abbastanza personale e dipende a mio avviso da tanti fattori: il luogo, il clima, il mood, la compagnia. Del resto, se andiamo a pensarci senza sovrastrutture culturali, un cocktail non è altro che un piatto ma in forma liquida e, viceversa, una pasta al pomodoro altro non è che un cocktail creato con ingredienti solidi“.
I PAIRING GIN E CARNE DI MARTINA PROIETTI
Ricapitolando, si può spaziare in un carnet di ricette che sfiora l’infinito, tra sperimentazioni e tecniche all’avanguardia, tra classici e nuove invenzioni, generando degli abbinamenti per similitudine e per contrasto. A seconda dei casi dunque, il cocktail può accompagnare e stimolare il boccone successivo, o può creare un gioco delle parti in cui con ogni morso (e ogni sorso) si sprigionano delle sensazioni nuove.
Per l’estate, l’iconico No.3 London Dry Gin – unico gin al mondo ad essere premiato quattro volte come World’s Best Gin all’International Spirits Challenge – si presenta in tre nuovi drink, che racchiudono tutto il gusto e l’energia della bella stagione e sono l’accompagnamento ideale tutti i palati: No.3 Gin & Tonic, St. James’ Spritz e Rosè Martini.
E in questo ventaglio di possibilità, neanche Martina riesce a prendere una posizione netta: “Secondo me No.3 London Dry Gin, con la sua versatilità, si presta ad essere un ingrediente perfetto per lo sviluppo di cocktail con profili aromatici differenti, serviti in coppetta o con ghiaccio, più strutturati o meno. Per similitudine, io andrei su di un Hanky Panky, mentre per contrasto mi piacerebbe bere un Gimlet, magari on the rocks e non in coppetta“. Ma su una cosa non ha dubbi: “Se invece la situazione è una grigliata con gli amici Gin Rickey tutta la vita!“
di Giuseppe Puppo 10/06/2023