SI FA PRESTO A DIRE “GELATO ARTIGIANALE”. MA SIAMO PROPRIO SICURI CHE ALCUNE GELATERIE NON CI RACCONTINO UNA COSA PER UN’ALTRA? ECCO COME RICONOSCERE LE FREGATURE.
La bella stagione è ufficialmente arrivata, e sempre più spesso tendiamo a cedere alla dolce tentazione di un gelato, per deliziare il palato e rinfrancar (o, meglio, rinfrescar) lo spirito in queste torride giornate. Molti bar e locali vantano di servire un gelato artigianale, ma come si fa a riconoscere quello vero?
GELATO ARTIGIANALE: DIFFERENZE A COLPO D’OCCHIO
La prima cosa che si deve fare è affidarsi alla propria vista: un gelato artigianale non appare mai bello e perfetto come quelli delle foto o delle pubblicità. E poi c’è la questione del volume: alcuni gusti tendono a gonfiarsi di meno rispetto ad altri nella fase della preparazione, in particolare quelli alla frutta. Quindi un primo campanello d’allarme ce lo dà una vetrina con tante vaschette tutte uguali, soffici spumose e voluminose, dalla fragola al cioccolato. E a proposito di ingredienti, questo è un altro aspetto assolutamente da non tralasciare, per il quale i nostri occhi ci verranno ancora in soccorso.
GELATO ARTIGIANALE: COM’È FATTO VERAMENTE?
In un gelato artigianale, per esempio alla vaniglia, potremo vedere all’interno dei puntini neri, segno che sono stati utilizzati i baccelli della pianta, e non prodotti sostitutivi. E la differenza non è di poco momento, anche in fatto di salute. La Dott.ssa Serena Missori, Medico Nutrizionista, ci avverte: “in caso contrario sarà stato utilizzato l’aroma alla vaniglia liquida, che è il glicole propilenico, che è la stessa sostanza che si utilizza come antigelo”. E ancora, se il gelato non contiene addensanti, si scioglie in fretta: diffidare dunque di quelle coppette che restano come statue anche sotto al solleone.
Gli ingredienti dunque sono fondamentali, e per realizzare un gelato a regola d’arte devono essere pochi (ma buoni), come ci svela Andrea Fassi, che di professione è proprio un gelatiere. “Latte fresco alta qualità, panna fresca alta qualità, le uova e lo zucchero. E poi chiaramente i gusti: il pistacchio, la nocciola, il cioccolato”. Ecco la sua ricetta, quella che tutti i professionisti del settore dovrebbero conoscere a memoria. E anche noi consumatori. Attenzione quindi a cosa mangiamo. E a quando.
GELATO ARTIGIANALE: A MERENDA O DOPO CENA?
La Dott.ssa Elena Dogliotti, Biologa Nutrizionista della Fondazione Umberto Veronesi, sconsiglia fortemente di consumare il gelato, ancor più se confezionato, alla fine di un pasto, perché contiene più zuccheri e più grassi. “Meglio il gelato artigianale, scelto come merenda, meglio se alla frutta, e approfittiamo, chiediamo al gelataio i suoi ingredienti e come lo fa”. Il nostro corpo ce ne sarà grato!
di Giuseppe Puppo – 14 luglio 2017