UNA SALSICCIA TAGLIATA A RONDELLE COSPARSA DI KETCHUP E CURRY SPESSO ACCOMPAGNATA CON PATATINE FRITTE O CIPOLLE ARROSTO. È IL CURRYWURST, LA QUINTA ESSENZA DELLO STREET FOOD TEDESCO
Chi lo avrebbe mai detto che a Berlino, capitale del veganesimo mondiale, si venera una salsiccia. No, non è uno scherzo. Il currywurst in Germania è davvero molto apprezzato. Nella sola capitale tra banchetti per strada, pub, tavole calde sono più di 2000 i posti dove poterlo ordinare.
E se questo dato non basta a convincervi, allora sappiate che è il piatto preferito dell’ex cancelliere Gerard Schröder e che anche una pop star come Madonna quando capita da quelle parti non vede l’ora di dargli un morso.
Se poi ci mettiamo che nel 1982 gli è stata dedicata una canzone, nel 2009 addirittura un museo e nel 2013 un google doodle possiamo farci un’idea di come questo würstel abbia fatto breccia nel cuore di un popolo. Tanto che più di salsiccia sarebbe corretto parlare di fenomeno. O quanto meno di un fenomeno di salsiccia.
CURRYWURST : INVENZIONE O CONQUISTA COLLETTIVA?
Uwe Timm, autore del libro la scoperta del currywurst, ha affermato che la più famosa delle salsicce tedesche è in realtà un successo collettivo proprio come a loro tempo lo sono stati altri blasonati piatti nazionali (polpette o boulette). Ma poi inaspettatamente ha indicato in Lena Brücker, proprietaria di un chiosco ad Amburgo nel ’49, la vera ideatrice del celeberrimo würstel.
Un affronto per i berlinesi, che sull’origine del piatto non transigono. È nato a Berlino. Punto. Anche se pure nella capitale c’è chi si discosta dalla vulgata ufficiale attribuendo la paternità del piatto a un tale Max Konnopke, anche lui gestore di un chiosco ma questa volta a Berlino Est, che proprio in quegli anni proponeva la sua personale versione del currywurst.
CURRYWURST : HERTA HEUWER
Certo impressiona sapere che in un’epoca sempre più affamata di invenzioni tecnologiche qualcuno cerchi di mettere in discussione la proprietà di un brevetto culinario. Il giro d’affari del currywurst, con i suoi 800 milioni di pezzi venduti ogni anno, deve essere straordinariamente redditizio ed è quindi normale che faccia gola a tanti.
Ma perdete ogni speranza o voi che entrate nel business del currywurst. La sua salsa speciale, ciò che lo rende davvero unico, appartiene a Herta Heuwer.
La signora ideò la ricetta nel ’49 durante una piovosa serata settembrina nel suo chiosco a Berlino Ovest. Quel giorno i clienti scarseggiavano e lei ebbe quindi il tempo per fare degli esperimenti. Combinò la salsa di pomodoro col curry e il sapore le illuminò subito il volto. Dieci anni più tardi quella stessa miscela, arricchita con peperoncino piccante, sarebbe stata brevettata col nome di chillup.
CURRYWURST : UN FENOMENO IN ESPANSIONE
Da città affamata negli anni duri del dopoguerra a capitale ingolosita. Si comprende da questo mutamento l’amore che i berlinesi nutrono per la creazione di Herta. Oggi all’angolo tra via Kant e via Kaiser Friedrich, proprio dove un tempo si ergeva il chiosco, è stata posta una targa commemorativa in suo onore.
Herta ha salutato i suoi concittadini nel 1999 ma ha fatto a tempo a vedere il currywurst crescere fino a diventare il protagonista indiscusso dello street food tedesco. Negli anni infatti si sono moltiplicati gli esercizi di ristorazione come pure le ricette. Ai tradizionali würstel di maiale o bovino, leggermente affumicati, marinati e cotti in abbondante olio o strutto, si sono poi aggiunti i più comuni Bratwurst senza pelle. Ma sono da menzionare anche altre proposte nazionali oltre a quelle vegane ed etniche.
CURRYWURST : UN’ATTRATTIVA TURISTICA
Dal 2009 il currywurst ha una marcia in più. Per festeggiare i suoi sessant’anni a Berlino gli è stato dedicato un museo, con tanto di mascotte per i più piccoli e di currywurst tour per i più golosi. Un’attrattiva turistica, pensate, capace di competere persino con il Reichstag o la Porta del Brandeburgo, mostri sacri dell’architettura tedesca.
Ma non sono mancate critiche. I detrattori affermano che il currywurst sia solo un semplice hot dog, assolutamente non all’altezza dei piatti di haute cuisine e soprattutto indegno dello champagne a cui in modo un po’ troppo ardito è stato spesso abbinato.
La risposta? Da qualche tempo tra i turisti si avventura uno strano personaggio, il grigliatore ambulante. Equipaggiato con un contenitore frigo per le salsicce e tutto l’occorrente per preparare un würstel che a quanto pare ha una vocazione niente affatto snob e decisamente più bohémien.
di Fiorella Palmieri 17/02/2020