SCORDATEVI L’ORA DEL THE E I BISCOTTINI DELLA NONNA PERCHE’ LA MERENDA SARDA E’ UNA COSA STREPITOSAMENTE CARNIVORA! E SE NON CI SIETE MAI STATI VI RACCONTIAMO COSA VI SIETE PERSI
La merenda sarda? Forse l’ottava meraviglia del mondo. E il perchè ve lo spieghiamo subito. Se nel resto d’Italia lo spuntino è un pasto in formato ridotto, in Sardegna diventa un banchetto luculliano in cui non ci sono alternative: arrostire e mangiare come se non ci fosse un domani. E se pensate che sia un semplice ritrovo di amici o parenti vi sbagliate. Un autentico spuntino alla sarda ha tradizioni e usanze che vanno onorate fino in fondo. Uomo avvisato, mezzo salvato.
MERENDA SARDA – VOCE DEL VERBO SPUNTINARE
Feste comandate, ricorrenze o semplicemente voglia di stare assieme, ogni occasione è buona per organizzare uno spuntino in Sardegna: fanatici delle diete, amanti degli snack leggeri e poco gustosi, questi appuntamenti non fanno per voi. Si, perché siamo su un’isola che ha alterato la lingua italiana per inventare il verbo “spuntinare”, mentre al richiamo “facciamo uno spuntino” si risveglia lo spirito festaiolo di ogni sardo. Il cuore e la mente corrono a tavole ricche di prelibatezze locali, al profumo di porcetti arrosto e a bicchieri colmi di vino. (Noi qui scriviamo “porcetti” ma se volete sapere come si dice in sardo cliccate qui)
Pranzi o cene che possono entrare nei guinnes dei primati per durata, abbondanza e varietà, di quelli che si ricordano negli anni per il clima di allegria e spensieratezza che si respira. Per superarla a pieni voti c’è solo una tattica: tenersi leggeri a colazione o fare digiuno a pranzo se siete invitati a cena.
MERENDA SARDA – DELIZIE SULLA BRACE
Come tutte le cose fatte bene, anche un spuntino alla sarda richiede tempo e passione: gli esperti della griglia arrivano diverse ore prima, intorno alle 9.00 nel caso di un pranzo, per accendere il fuoco e spiedare la carne. Ad una certa distanza dal fuoco per non bruciarsi, il famoso porcetto oppure mezzene di agnelli, capretti, salsicce o pregiati tagli di vitello iniziano cuocere.
Nell’attesa, ci si premia con un bicchiere di birra o con un vinellino leggero, perfetto per godersi meglio qualche fetta di salsiccia secca, guanciale o lardo portato per l’occasione. Tra le chiacchiere e le battute, si vigila sul bottino schierato davanti alla brace, mentre una sana competizione anima i presenti per far risaltare le proprie abilità di arrostitore: “E’ il momento di girarla” oppure “Aggiungi un po’ di legna”, mentre dall’altra parte qualcuno risponde: “No, non ancora, rischi di bruciarla!”.
MERENDA SARDA – VIETATO ARRIVARE A MANI VUOTE
Gli invitati iniziano ad arrivare, tra le mani hanno qualche piccola grande prelibatezza fatta da loro stessi o da qualche parente particolarmente abile. Presentarsi appena prima di sedersi a tavola è tra le cose da evitare, perché il successo di uno spuntino sta proprio nella collaborazione e nel contributo di ognuno.
Verso l’una, la tavola è già imbandita per godere delle più succulente specialità della Sardegna. Nel rispetto della tradizione pastorale, regnano i formaggi, i salumi e i sottolio fatti in casa, come la salsiccia essiccata, il guanciale, il lardo e il prosciutto, i carciofini, i cardi e gli asparagi selvatici, i funghi e le olive, tutti da gustare con i pani tradizionali.
Seguono poi le paste fresche, differenti in ogni zona della Sardegna e le verdure dell’orto che accompagnano le carni arrosto, anche queste allevate nel paese o messe a disposizione da uno dei partecipanti allo spuntino. Ad accompagnare queste bontà non può mancare del buon vino: sono ancora in tanti a produrlo in casa e uno spuntino è l’occasione giusta per sfoggiare con orgoglio il frutto del proprio lavoro. Obbligatorio assaggiarli tutti.
MERENDA SARDA – LA RICETTA DELLA LONGEVITA’
E se questo non vi sembra abbastanza, uno spuntino che si rispetti si conclude con frutta, dolce, caffè e liquori, anche questi omaggiati da qualche invitato. Le bottiglie restano sul tavolo, per concedersi un bis o fare più assaggi: immancabili il mirto e il limoncello a cui si aggiunge il filu ‘e ferru’, l’acquavite sarda ottenuta da vinacce pregiate e diventata uno dei prodotti più famosi dell’Isola. Il tutto mentre si chiacchiera e ci si intrattiene senza rendersi conto del tempo che passa.
Per questo lo spuntino può essere considerato un vero e proprio elisir della longevità: cibi buoni e sani, convivialità e atteggiamento positivo nei confronti della vita sono anche i fattori che hanno permesso alla Sardegna di rientrare tra le cinque Blu Zone del mondo, aree geografiche in cui si vive più a lungo della media.
Non vi resta che sedervi a tavola per immergervi in questa atmosfera e ricordatevi di non andare via senza aver fatto la staffa, quell’ultimo bicchiere che chiude ufficialmente la serata e, allo stesso tempo, cerca di ritardarne la fine. E se vi ritroverete a fare la staffa della staffa e poi la staffa della staffa della staffa, alzate i calici e brindate“A chent’annos in salude”.
di Ilaria Pani 9 Gennaio 2018