TONNELLATE DI CIBO FINISCONO OGNI ANNO NELLA PATTUMIERA. FINALMENTE IN ITALIA E’ STATA APPROVATA LA LEGGE ANTI SPRECO ALIMENTARE. IN COSA CONSISTE E COME POSSONO FARE I CITTADINI PER PRENDERE PARTE ALLA LOTTA ALLO SPRECO
Dies albo signanda lapillo (un giorno da contrassegnare con una pietra bianca), direbbero i Romani. La data che merita attenzione è il 2 agosto 2016. In questo fausto giorno in Italia il Senato ha approvato la legge contro lo spreco alimentare. 181 sì, due no e 16 astenuti: con questi numeri a Palazzo Madama si è deciso di mettere fine a eccedenze e sprechi alimentari. Si interrompe così il flusso di cibo dalla tavola ai cassonetti dell’immondizia. Tonnellate di cibo non utilizzato verranno donate a chi ne ha bisogno. Vediamo meglio in cosa consiste la legge e in che modo è possibile la sua attuazione da parte dei cittadini.
LEGGE ANTI SPRECO ALIMENTARE: ITALIANI POPOLO DI SPRECONI
Siamo un popolo di buone forchette e di cattivi “massai”: quasi il 50% degli italiani dichiara di sprecare alimenti a causa degli acquisti eccessivi e solo 1 italiano su 2 fa una lista ragionata per evitare di buttare cibo e alla fine sono oltre 8 miliardi le tonnellate di cibo destinate alla pattumiera. Dunque fin quando si mangia è grande l’orgoglio italiano, ma una volta sazi il comportamento non è ammirevole. Entra in gioco, quindi, la nuova legge che – strano ma vero – pone l’Italia in una condizione di avanguardia rispetto al resto dell’Europa. Solo la Francia si è dotata di un provvedimento analogo. La legge anti-spreco fa leva sulla semplificazione dei termini di scadenza e conservazione dei cibi.
LA LEGGE ANTI SPRECO ALIMENTARE PREMIA
L’approccio della legge non è punitivo ma educativo. A differenza della Francia, in Italia nessuna penalizzazione per chi spreca, ma premi e incentivi per chi decide di non farlo. La legge incentiva la donazione di cibo attraverso la semplificazione delle procedure per certificare le donazioni di alimenti dal punto di vista fiscale. Sulla bolla di accompagnamento si indica solo il peso di ciò che si dona anziché la descrizione analitica. Sarà più facile anche per i supermercati cedere prodotti vicini alla scadenza, donare cibo avanzato alle mense, alle scuole e agli ospedali, abolendo la forma scritta ma nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e della tracciabilità.
LEGGE ANTI SPRECO ALIMENTARE: COSA SI SALVA
Tra i prodotti che la legge “salva” da pattumiera sicura c’è il pane: quello attualmente destinato allo smaltimento a fine giornata potrà essere donato nell’arco di 24 ore. Stesso destino per i prodotti agricoli rimasti in campo (la legge consente la loro cessione a titolo gratuito) e per i cibi con etichetta errata: potranno essere donati a patto che le irregolarità non riguardino la data di scadenza o l’indicazione di sostanze causa di allergie o intolleranze.
LEGGE ANTI SPRECO ALIMENTARE CON LA FAMILY BAG
Forse Monsignor Della Casa, autore del Galateo, non approverebbe ma la doggy bag è una delle armi potenti di questa battaglia allo spreco alimentare. E’ stata rinominata family bag (più elegante),si tratta di borse da asporto per i clienti dei ristoranti che possono portare a casa il cibo non consumato. Un’usanza abbastanza diffusa in altri Paesi e ritenuta “da cafoni” in Italia, almeno finora. Chiedere la family bag al cameriere non è più segno di maleducazione ma di avanzamento culturale.
LEGGE ANTI SPRECO ALIMENTARE: LE INIZIATIVE IN ITALIA
L’istituzione di un milione di euro destinato al finanziamento di progetti innovativi è un altro punto forte della legge. Molte città italiane si stanno muovendo per incoraggiare i singoli cittadini ma anche le attività a scendere in campo contro lo spreco alimentare. A Ferrara lo sconto sulla tassa dei rifiuti per gli esercenti che dimostrano di aver donato il cibo in eccedenza. A Milano il progetto “Il Buono che Avanza” – promosso dall’associazione di volontariato “Cena dell’Amicizia” – si rivolge a ristoratori, alle istituzioni e ai cittadini milanesi per contrastare il quotidiano spreco di cibo. “I ristoranti aderenti – parla la responsabile della comunicazione, Claudia Polimene – danno la possibilità ai clienti di portare via il cibo o il vino avanzato in una doggy bag“. L’iniziativa è attiva già dal 2010 ma è negli ultimi anni che ha ricevuto anche l’attenzione delle istituzioni: “Dalla sensibilità dei singoli cittadini , dei proprietari dei ristoranti si è passato ad una presa in carico più pubblica. Non solo il comune di Milano ma anche altri comuni come Bresso e aziende sponsor hanno deciso di sostenere il progetto“. RI-FARM è invece il progetto avviato a Borgo San Lorenzo (FI) che rimette in circolo i farmaci inutilizzati (ma non scaduti).
di Ivana Figuccio 07/09/2016