OLTRE 700 MILA CAPI E 4300 AZIENDE QUESTI ALCUNI NUMERI CHE RUOTANO INTORNO ALL’AGNELLO SARDO UN PRODOTTO IGP CHE VA TUTELATO E DIFESO
Solo l’agnello nato, allevato e macellato sull’isola, proveniente da una pecora di razza sarda può esibire l’etichetta IGP. Perché anche i sapori sono patrimonio di un territorio. E se oltre a essere buono, è anche un elisir di lunga vita promosso da generazioni di centenari, cedervi sarà ancora più facile. Ma solo se è quello vero. A vigilare ci pensa il Con.T.A.S. (Consorzio di Tutela Agnello di Sardegna), che promuove una tradizione pastorale antichissima e punta sull’innovazione per conquistare le tavole di tutta Italia e non solo.
CONSORZIO DI TUTELA AGNELLO SARDO IGP: TRADIZIONE E NATURA
Sole, cielo azzurro e pecore al pascolo sembrano soggetti di un quadro d’autore, ma in Sardegna è tutta realtà. La natura generosa e il clima mite dell’isola accolgono da millenni questa razza ovina autoctona, una delle più antiche d’Europa. E molto prima che la sostenibilità diventasse “di moda”, i pastori sardi hanno portato avanti un sistema di allevamento etico nei confronti degli animali e dell’ambiente.
“Mio padre ha fatto per anni la transumanza. Da Fonni, piccolo paese nel cuore della Sardegna, portava il gregge a svernare nelle pianure del nord, nel sassarese. È qua che ha acquistato i primi terreni e quando mi sono diplomato ho rilevato l’azienda dove ora allevo 850 pecore”.
Battista Cualbu, classe 1966, è innanzitutto un pastore, come suo padre e suo nonno, oltre che presidente del consorzio di tutela IGP. “Dieci anni fa, assieme ad altri allevatori, abbiamo creato i primi gruppi di acquisto per la vendita degli agnelli all’asta. Il Con.T.A.S. era appena nato, ma sapevamo che il marchio di origine era essenziale per distinguerci e così li ho contattati”, racconta con soddisfazione il presidente.
CONSORZIO DI TUTELA AGNELLO SARDO IGP: PERCHÉ È UNICO
Dal 2001, anno di assegnazione dell’Indicazione Geografica Protetta, il consorzio è diventato una grande famiglia con 735.000 capi certificati e 4300 aziende tra allevatori, macellatori e porzionatori, le tre figure che formano la filiera. Obiettivo primario la tutela da contraffazioni, anche grazie ad agenti vigilatori impegnati a tempo pieno in tutta Italia.
L’unicità va difesa: “Per molto tempo si è trascurato il valore aggiunto dato dal territorio, sia per le caratteristiche naturali dell’isola, sia per il rispetto dell’allevamento tradizionale. Nel nostro disciplinare è vietato l’utilizzo di farine lattee perché gli agnelli si nutrono all’aria aperta solo con il latte materno e poi iniziano a brucare l’erba nei pascoli. Ed è proprio questo a trasmettere alla carne quei principi nutritivi che la rendono cosi genuina e gustosa”, spiega Cualbu.
Da qualche mese il consorzio di tutela può contare su un sostenitore in più. Alessandro Mazzette, 43 anni di Tula, paesino in provincia di Sassari, è il nuovo direttore. Una laurea in agraria, un passato da ricercatore e due master in zootecnia in Australia gli hanno fatto sposare definitivamente la causa.
CONSORZIO DI TUTELA AGNELLO SARDO IGP: PIÙ INFORMAZIONE
“Penso che l’agnello di Sardegna IGP possa fare da traino a tutto il settore, ma c’è bisogno di maggiore informazione, prima di tutto tra i consumatori. Dobbiamo rivolgerci anche a quelli che si sono disabituati alla carne perché le proteine sono importanti”, afferma il direttore.
Ma non solo. L’agnello è tra i più consigliati al mondo per lo svezzamento e la crescita dei bambini, previene le malattie cardiovascolari ed è indicato per diete a scarso contenuto di grassi. Una carne tenera, magra e ricca di omega 3 e vitamina E, i più importanti antiossidanti naturali delle membrane cellulari. E se questo non dovesse bastare, è facilmente digeribile, per cui concedersi il bis è d’obbligo.
CONSORZIO DI TUTELA AGNELLO SARDO IGP: INNOVAZIONE E GUSTO
Protagonista delle feste comandate, il prossimo obiettivo del Con.T.A.S. è promuoverne il consumo tutto l’anno: “Le analisi dall’Università di Sassari garantiscono che l’abbattitura del prodotto a – 40 gradi non altera le caratteristiche organolettiche della carne e non distrugge le fibre”, spiega Alessandro Mazzette. In questo modo, può superare i confini dell’isola in differenti porzionature e rivolgersi a nuovi mercati: “Abbiamo già raggiunto risultati importanti con la Spagna, ma il consumo è legato soprattutto a Natale e Pasqua. Per questo ci stiamo muovendo verso i Paesi arabi, la Francia, l’Inghilterra e la Germania, dove il consumo della carne è più costante durante l’anno”.
Per raggiungere lo scopo, il consorzio sarà presente alle più importanti fiere di settore in tutta Europa e potrà contare sul supporto di Federalberghi per la promozione e la valorizzazione, anche in cucina, di questa eccellenza locale. E se allo spiedo è in grado di conquistare i veri braciamatori, non mancano ricette tipiche o abbinamenti ricercati per sedurre anche i buongustai più esigenti, ancora meglio se abbinati a vini rossi morbidi come il Carignano del Sulcis DOC. E una volta scoperto, sarà impossibile farne a meno.
di Ilaria Pani – 1 marzo 2018