UNA SFIDA ALL’ULTIMO BOCCONE. CHI SI PREPARA A TRASCORRERE IL NATALE AL SUD SA BENE CHE CI SONO MOLTE INSIDIE DA AFFRONTARE, 10 EPISODI CHE COSTANTEMENTE SI RIPETONO DURANTE PRANZI O CENE NATALIZIE NEL MERIDIONE
Ogni anno ci prepariamo a dure sfide. Ci alleniamo per superare i nostri limiti, fisici e mentali. C’è chi dopo una vita sedentaria decide di affrontare la maratona di New York. C’è chi si mette alla prova tentando l’ironman, la versione più dura del triathlon. E poi ci sono coloro che più di ogni altra persona, si mettono alla prova rischiando tutto: quelli che decidono di prepararsi per trascorrere il Natale al sud. La loro impresa ha dell’eroico, anche spesso non conoscono il destino cui vanno in contro. Dodici mesi di duri allenamenti. Notte e giorno, mattina e sera. Provando e riprovando ad aumentare la capienza dei propri stomaci e ad allenare l’intero apparato digerente per farsi trovare pronti al sopraggiungere dell’importante sfida.
Perché i pranzi e le cene al sud sono vere e proprie prove in cui si può rischiare grosso (e mai aggettivo fu più azzeccato). Grosso come le porzioni, come la durata dei pasti, come la vostra pancia quando verrà il momento di fare il bilancio (o salire sulla bilancia se preferite) di questo Natale. Per chi il Meridione lo abita regolarmente non si tratta di una sfida epica ma per i nordici – settentrionali, polentoni, uomini delle nevi o come dir si voglia – rappresenta un vero e proprio test di sopravvivenza.
Ma cosa rende temibile questo appuntamento? Quali le imprese che si ritroverà ad affrontare chi si ritroverà ad affrontare questa battaglia a colpi di cibo? Braciamiancora ve le riassume – e questa è un’altra impresa – in 10 peculiarità: i 10 episodi più frequenti cui assisterete durante il vostro Natale al sud.
1 – NATALE AL SUD: IL RITORNO DEL FUORI SEDE, POLENTONI DI ADOZIONE
La prima scena, probabilmente la più tipica, riguardante il Natale al sud vede protagonista lo studente o il lavoratore “fuori sede”. “Quando scendi giù?”, domandano impazienti madri e nonne già dai primi di ottobre. Bisogna prepararsi al grande evento e state pur certi che le donne di casa entreranno in cucina almeno due settimane prima del suo arrivo. Viene accolto come un soldato di ritorno dal Vietnam, un eroe che ce l’ha fatta.
Il solo spuntino di benvenuto basterebbe per sfamare un’intera famiglia del nord. Per almeno due settimane. Ma, è risaputo, per quanto tu possa persino essere ingrassato negli ultimi mesi di permanenza lontano dalla madre terra, la nonna del sud vedendoti non potrà far altro che esclamare: “Ti vedo sciupato, ma mangi? Vieni che ti ho preparato qualche cosa da spizzuliare”.
2 – NATALE AL SUD: SEMBRA ESTATE MA È NATALE
L’individuo medio del centro-nord, una volta approdato del meridione ha un momento di smarrimento: “Siamo ancora in Italia?”. Sembra chiedersi con aria interrogativa il milanese abituato alle nuvole mentre fissa quella grande palla di fuoco nel cielo, sempre più convinto di aver sbagliato destinazione. E invece no, niente di più vero.
Col solstizio d’inverno per il Sud non cambiano poi molto le cose. Le temperature minime scendono raramente sotto la doppia cifra e sembra di essere in piena primavera, a tratti quasi estate. Il che dà un tocco magico ai pranzi e alle cene durante il Natale al sud, in cui non ti senti costretto dentro il maglioncino con le renne regalato dalla nonna ed eviti di sembrare “l’omino michelin”. Puoi liberamente tenere la camicia fuori dai pantaloni, così da riuscire a nascondere le rotondità che progressivamente prendono forma.
3 – NATALE AL SUD: NON DIRE NO, REGOLA DI VITA
Niente a che vedere con la “motocicletta 10HP” cantata da Lucio Battisti. “Non dire no” è piuttosto un mantra che dovete ripetere a voi stessi ogni volta che entrerete in una casa del meridione e vi metterete a sedere. Esistono decine di film in cui si mostra questo aspetto del meridione, offrire il caffè è l’esempio più tipico.
Ma non illudetevi, vale anche durante i pasti. “La vuoi un’altra porzione di…”. Se le vostre labbra istintivamente dovessero aprirsi per pronunciare un isterico e sazio NO, sentirete rispondere “E che facciamo lo buttiamo?”. Possono esserci delle variazioni dal “Lo devi almeno assaggiare” fino al “Guarda che è buono”. Potrete controbattere in ogni modo, ma alla fine dovrete cedere. Perché al Sud, davanti al cibo, non puoi dire di no.
4 – NATALE AL SUD: QUANTITÀ DI CIBO SPROPORZIONATE E PORZIONI “BIG SIZE”
La tavola è imbandita. Sei pronto per sederti e iniziare il pranzo di Natale, felice di poter constatare che poteva andare peggio e le portate non sono troppe. È tutto lì, di fronte a te. Ma subito dopo il buon appetito generale capisci come stanno realmente le cose: quello davanti ai tuoi occhi è solo l’antipasto. La verità arriva come un fiume in piena e mai metafora fu più appropriata, dato che quel fiume ben presto si concretizzerà in cibo e si riverserà nel tuo stomaco.
Per non parlare delle porzioni: un normale piatto di pasta del sud potrebbe sfamare almeno tre persone del centro-nord. La preghiera iniziale spesso non è connessa tanto alla sacralità della festa, ma legata alla speranza di digerire. Il santo a cui rivolgersi per la digestione, dicono sia San Simone. Fate tesoro di questo consiglio.
5 – NATALE AL SUD: 24 DICEMBRE – 6 GENNAIO NO STOP
Tutto comincia con la cena della vigilia. Una cena “leggera”, perché il 25 c’è da sedersi di nuovo a tavola. Ha inizio intorno alle 20.30. Va avanti tra antipasti, primi, innumerevoli secondi, dolci e noccioline. A un certo punto guardi fuori dalla finestra, c’è il sole. Sì, senza rendertene conto è già il 25, quasi ora di pranzo. Hai dormito, non hai dormito? Chi lo sa, tutto è volato via in modo confuso (e annebbiato dai fumi dell’alcol).
Ancora stordito dal cibo ti appresti ad affrontare il pranzo di Natale. Arrivare al 6 gennaio è lunga, ma consolatevi. Una volta terminate le feste non avrete bisogno di camminare: potrete tranquillamente rotolare come foste un panda.
6 – NATALE AL SUD: ZERO PRIVACY (DOMANDE SU SITUAZIONE SENTIMENTALE)
“E il fidanzato?”. Una domanda ricorrente durante i pranzi e le cene di Natale, temuta dai giovani di ogni parte d’Italia, anche al Sud. E se malauguratamente il partner dovesse essere presente, potreste ritrovarvi sommersi da tutta una serie di domande molto personali per non parlare dei vari racconti nostalgici di zii e nonni, che con aria da playboy vi soffocheranno di storie sulle loro performance sessuali giovanili. Fino ad arrivare all’altra temuta domanda: “E allora quando vi sposate?”. E armati di santa pazienza, vi limiterete a sorridere e ingoiare un altro boccone.
7 – NATALE AL SUD: LE PAUSE TRA I PASTI A BASE DI SPUNTINI, CARTE E TOMBOLE VARIE
Il Natale al Sud, come abbiamo detto, è un continuum: inizia il 24 dicembre e termina il 6 gennaio. E lo stesso vale all’interno di una stessa giornata. Non c’è interruzione tra pranzi e cene. Ma cosa fare nel tempo che separa un pasto dall’altro? Semplice, mangiare. Dolci più o meno tipici. Noci, noccioline e ogni altro tipo di frutta secca esistente. Il tutto annaffiato da un ottimo vino o spumante, scelto con cura dallo zio di turno.
E non può mancare un buon amaro, per digerire. Come se bastasse quello a concedere una tregua al vostro apparato digerente. Poi, rendendosi conto che non si può solo mangiare, qualcuno proporrà di giocare a carte, a tombola o al mercante in fiera. Ma non illudetevi: mentre si gioca, il tempo per sgranocchiare qualcosa lo si trova sempre.
8 – NATALE AL SUD: LE MANGIATE TRA AMICI E PARENTI
Qualche “vichingo nordico” scettico si starà chiedendo come sia possibile non alzarsi mai da tavola per oltre due settimane. E l’obiezione è più che lecita. Dal 27 al 31 dicembre, ad esempio, ci sono 4 giorni di pausa. Sfugge però un aspetto fondamentale: le mangiate con gli amici e i parenti “meno stretti”. E i parenti meno stretti vanno dai biscugini fino agli zii acquisiti (storici amici di famiglia divenuti parte della stessa), alias sono tanti. Talvolta troppi. La mangiata è certamente più contenuta di un pranzo di Natale, ma visto quanto previsto dal pre e post-mangiata-con-gli-amici sarà comunque una dura prova da superare.
9 – NATALE AL SUD : TUTTO ANNAFFIATO DA OTTIMO VINO E GUAI A DIRE “AVANZI”
Non fate prigionieri. Questo il grido di battaglia. A dare il comando il generale nonna. Non ci possono essere avanzi, non si butta niente. Nella peggiore delle ipotesi si mangia per cena – peccato il pranzo sia finito alle 20 – ma guai far avanzare del cibo. Leggeteci dietro qualsiasi tipo di spiegazione, dalla più classica “ci sono i bambini che muoiono di fame e Natale non lo festeggiano” fino al “Allora non ti è piaciuto”. Ogni frase pronunciata peserà come una sentenza, un senso di colpa per la vostra coscienza, molto più pesante del maialino arrosto fatto dallo zio. Tanto vale rassegnarsi, non combattere un’inutile guerra verbale e mangiare tutte le portate. Senza lasciare tracce sul campo di battaglia.
10 – NATALE AL SUD : LA CARNE “ARRUSTUTA” SEMPRE PRESENTE SUL BARBECUE DI NATALE
Last but not least, direbbero gli anglofoni. Ultimo ma non per importanza, arriva lui: il barbecue. Natale, Santo Stefano e Capodanno. Ogni scusa è più che buona per scaldare le griglie. E in occasione delle festività natalizie, vengono chiesti gli straordinari ai nostri fedeli compagni di mangiate. Soprattutto se il Natale lo trascorrete al sud: salsicce, stigghiole (o turcineddi), i migliori tagli delle carni più disparate.
Per non parlare del pesce: dalla Puglia alla Sicilia non c’è differenza con l’estate che si tratti di salmone, tonno o pesce povero. Sfruttando una vecchia reclame potremmo affermare che “Dove c’è un barbecue c’è casa”. E dove c’è casa, aggiungiamo noi, c’è Natale. Perché niente riuscirà mai a rendere una festa speciale come ci riesce un barbecue acceso. E questo vale anche per il Natale al sud.
di Davide Perillo 24 dicembre 2016