ALLA FELICE SCOPERTA DI QUESTO BIRRIFICIO IN PROVINCIA DI RIETI GIOVANE E AMBIZIOSO LE CUI BIRRE HANNO UN CARATTERE CHE GLI PERMETTE DI ESSERE ABBINATE ANCHE ALLA GRIGLIATE PIU’ IMPEGNATIVE
D’accordo, per fare la birra ci vuole l’acqua, il malto d’orzo e il luppolo. Chi vuole aggiunge il frumento e il farro. Sono questi i capisaldi dell’industria birraia. Milioni e milioni di bottiglie di birra vengono vendute ogni settimana in tutto il mondo lavorando questi semplici prodotti della terra. Poi se dentro la bottiglia volete trovare gli ingredienti che fanno la differenza, ovvero Anima e Qualità, è necessario mettere nel fermentatore, anche altri elementi. E qui comincia un’altra storia. Come quella del birrificio Alta Quota di Cittàreale, nell’alta valle del Velino, in provincia di Rieti. Piccolo ma orgoglioso esempio di birrificio artigianale che si sviluppa in un capannone di 700mq. Ecco, chiedete a Emanuela Laurenzi e Claudio Lorenzini – che oltre a essere marito e moglie sono anche i proprietari del birrifcio – come si fa la birra. Anzi, come si produce “la loro” birra. Perché la storia, la loro storia, parte proprio da qui.
LA BIRRA ARTIGIANALE DEL REATINO E L’INGREDIENTE CHE NON SI COMPRA AL MERCATO
“Tempo, ci vuole tempo”. Claudio, che fino a cinque anni fa lavorava a Roma e faceva tutt’altro, ha le idee chiare. Per produrre birra artigianale di qualità c’è bisogno di tempo. E dietro il concetto di tempo c’è tutta la filosofia di questa birrificio che nel 2014 ha messo sul mercato 206mila bottigile. “In meno di un mese non si riesce a produrre una birra buona e questo è il concetto base per una buona birra artigianale. AltaQuota nasce per produrre birra artigianale da pasto e per raggiungere questo obiettivo bisogna rispettare certi ritmi naturali”. Aspettare un mese significa mettere in fila ordini, richieste, pressioni e frenarsi perché si potrebbe guadagnare di più e più velocemente. Perché quando il prodotto che produci è buono, è normale che le richieste aumentino. E bisogna lottare contro la tentazione di accelerare la produzione. Ma la velocità fa a cazzotti con la Qualità. Il fatto è che se produci birre respirando ogni giorno l’aria delle montagne dell’Appennino reatino – siamo a pochi chilometri da Amatrice luogo di nascita della Amatriciana – seguire un ritmo slow deve essere un comportamento spontaneo.
NEL 2010 LA PRIMA BOTTIGLIA
Alta Quota è un birrificio giovane, ma ha già tante storie da raccontare e molta voglia di crescere. “Siamo nati il 7 marzo del 2010”, racconta Emanuela, “abbiamo iniziato come laboratorio sperimentale e avevamo 40metri quadri a disposizione”. Il comune di Cittàreale diede la possibilità a Claudio di utilizzare i locali della vecchia scuola della cittadina per sperimentare la produzione della birra, un atto di fiducia che oggi ha ripagato. Non solo in termini di immagine, in fondo da queste parti sono tutti orgogliosi di questo birrificio che tiene alta la bandiera del reatino, ma anche dal punto di vista economico e occupazionale. Oggi ad Alta Quota lavorano in tutto nove persone nate e cresciute tra queste vallate. Nove persone non sono poche se si considera che Cittàreale ha circa 500 abitanti.
SUCCESSI, ESPERIMENTI E ABBINAMENTI
Il principale ingrediente della birra è l’Acqua. E l’Acqua che AltaQuota utilizza è quella che sgorga dalle sorgenti del Terminillo, nella valle del Fiume Velino: va da sé che questa sia una birra prepotentemente legata al territorio. Una filosofia che ha spinto Emanuela e Claudio ad utilizzare solo il farro che viene coltivato in queste terre per produrre quattro birre come Principessa, la Omid, la Amatrice, e la Leonessa. Anche per la Chicano, prima birra italiana al peperoncino, viene utilizzato peperoncino rocoto fatto crescere a poche centinaia di metri dallo stabilimento. Tra le ultime nate la Tiberia, una birra fresca, prodotta utilizzando il sedano bianco di Sperlonga e che, come spiega Lorenzini “ è un incontro tra mare e montagna per una birra che regala il sole della costa e la limpidezza delle sorgenti pure di alta quota” e la Mischia, birra beverina da passeggio nata per celebrare i cinquant’anni del rugby reatino”. Molte delle birre prodotte da AltaQuota (in tutto sono 13) possono tranquillamente essere abbinate ad una bella grigliata. Noi abbiamo selezionato per voi questi abbinamenti.
CERNIA, RICCIOLA, PESCE SPAGA E GAMBERONI
Su tutte la Tiberia, una innovativa birra prodotta con il sedano di Sperlonga e che si sposa meravigliosamente con braciate di pesce magro
ANGUILLA E SALMONE
Per i pesci più grassi preferibile la Eva, una birra ad alta fermentazione prodotta con radici di genziana. Sapore avvolgente, setoso e armonico.
SALSICCIA, PICANHA, MANZO E ABBACCHIO
Quando la grigliata si fa seria ecco la necessità di stappare birre dal carattere forte e deciso. E allora potete scegliere tra la Omid, una nera prodotta con il farro e dalla gradazione di 7,2la più alcolica della famiglia), e la Giovio una rossa doppio malto con un amaro molto equilibrato. Una nera e una rossa per le vostre braci ardenti.
POLLO, CONIGLIO E SELVAGGINA
Qui ci vuole la Leonessa doppio malto bionda molto equilibrata dalla gradazione beverina (5,4)
AMATRICIANA
Per celebrare uno dei capisaldi della cucina reatina e laziale, gli spaghetti e i rigatoni all’Amatriciana, il birrificio AltaQuota ha creato Amatrice una bionda ambrata il cui mix di malti permette un matrimonio perfetto con questo primo a base di guanciale e pecorino. L’aroma è ammaliante e robusto e il corpo solido la rende una birra di personalità.
articolo di Michele Ruschioni – foto esclusive di Braciamiancora.com
Info www.birraaltaquota.it