GLI STATI UNITI SFIDANO LA COMUNITÀ EUROPEA E MINACCIANO DI TAGLIARE SU MOLTI PRODOTTI (SOPRATTUTTO ITALIANI) SE I PAESI DEL VECCHIO CONTINENTE NON APRIRANNO ALL’ACQUISTO DI CARNE ALLEVATA CON ORMONI
di Giuliano Balestreri per Business Insider Italia
L’Europa dice no alla carne americana agli ormoni? Non c’è problema: gli Stati Uniti sono pronti a boicottare formaggi, acque minerali, aceto e perfino scooter e biciclette. Benvenuti nell’era Trump: d’ora in poi dimenticatevi le care vecchie relazioni amichevoli tra gli Stati Uniti e l’Europa. Adesso gli interessi americani prevarranno su tutto e tutti.
AMERICANI IMPAZZITI ULTIMATUM ALL’EUROPA: COMPRATE LA NOSTRA CARNE O BOICOTTIAMO I VOSTRI PRODOTTI
Insomma, per l’Unione europea si annuncia un futuro difficile: da est la Cina ha aperto un contenzioso al Wto per il mancato riconoscimento da parte di Bruxelles del suo status di economia di mercato (con il conseguente abbattimento dei dazi sulle sue merci); da ovest gli Stati Uniti annunciano azioni drastiche se l’Ue non farà cadere il divieto d’ingresso sul Vecchio continente alle carne americana trattata con gli ormoni.
“Sono le prime conseguenze dell’addio al Ttip. Abbiamo smesso di negoziare un accordo di libero scambio su larga scala che vietava l’importazione in Europa di carne agli ormoni e adesso paghiamo le reazione degli americani che si mostrano aggressivi” dice Paolo De Castro, europarlamentare Pd già ministro delle Politiche agricole e grande sostenitore dell’intesa commerciale atlantica: “Se non trattiamo con gli Stati Uniti che sono il nostro primo partner commerciale, con chi dovremmo farlo?”.
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Tra gli addetti ai lavori c’è la sensazione che l’Europa abbia perso un’occasione importante per assumere quel ruolo di rilievo internazionale a cui ambisce e adesso rischia di pagarne le conseguenze. Certo, difficilmente gli Stati Uniti otterranno dal Wto il via libera incondizionato all’esportazione di carne con gli ormoni all’interno della Ue, ma saranno liberi di aumentare dazi e tariffe sui prodotti in arrivo dal Vecchio continente. E perfino potranno allungare la lista delle merci “sgradite”.
D’altra parte per il dipartimento del commercio Usa la carne è un settore economico cruciale: “L’esportazione vale 6 miliardi di dollari l’anno con un indotto di 7,6 miliardi che garantisce 50mila posti di lavoro. Il divieto europeo non ha basi scientifiche e serve solo a discriminare i nostri produttori. Senza un cambio di linea aumenteremo i dazi su una serie di beni europei”.
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La lista delle merci potenzialmente coinvolte è lunga: dal formaggio francese Roquefort ai pomodori; dalle acque minerali all’aceto di vino, fino a moto e biciclette. Un danno non indifferente considerando che l’export Ue verso gli Stati Uniti vale 310 miliardi di euro l’anno.
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La disputa sulla carne agli ormoni risale al 1998, ma i rapporti tra le due sponde dell’Atlantico sono sempre rimasti saldi e all’insegna della diplomazia. Nel 2009 gli Usa negoziarono un accordo per aprire una fetta di mercato alla loro carne che rispettava gli standard europei, “ma non ha funzionato come volevamo”.
La Commissione europea ha quindi proposto di risolvere la disputa in un contesto ampio come quello del Ttip, ma dopo anni di negoziati lo scorso mese di settembre il trattato è andato definitivamente in soffitta: “Adesso – scrive il dipartimento americano del commercio – è tempo di agire”.