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BARBECUE IN CONDOMINIO: QUANDO LA LITE PUZZA DI “BRACIATO”

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IL NASO DEL VICINO E’ SEMPRE PIU’ SENSIBILE E QUESTO CAUSA NON POCHI PROBLEMI A QUEI GRILLER PRONTI AD ACCENDERE IL BARBECUE IN CONDOMINIO. REGOLAMENTI E LEGGI NON SEMPRE BASTANO, MA IL BUON SENSO PUO’ SPEGNERE GLI ANIMI E TENERE ACCESO IL FUOCO

Che sia bianca o nera nessuno se ne accorge, ma l’odore di quella fumata è inconfondibile: in quel balcone si sta consumando uno dei riti più sacri per i carnivori e più problematici per i condomini. Il barbecue in condominio s’ha da fare o non s’ha da fare? Non hanno dubbi quei griller che davanti ai piaceri del fuoco non guardano in faccia nessuno, figurarsi i loro vicini di casa vegani. Ma in condominio spesso si accende un barbecue e prendono fuoco gli animi. Quindi per mantenere i rapporti di buon vicinato meglio conoscere le regole del “fuoco”.

Barbecue
barbecue in condominio

BARBECUE IN CONDOMINIO, LA LEGGE DICE SI’

Tra tutti i sensi quello più sensibile all’interno di un condominio pare essere l’olfatto. Se nella pentola della signora al primo piano bolle il cavolo, ci sono buone probabilità che lo sappia anche l’inquilina dell’ultimo piano. Ma per sopportare l’eventuale fastidio arrecato alle narici quest’ultima può solo armarsi di pazienza e di un buon profumatore per ambienti. L’articolo 844, comma I del Codice Civile infatti parla chiaro: “l’immissione non può essere impedita a meno che non superi la normale tollerabilità, rilevata nel contesto di riferimento”. Quindi griller e carnivori d’appartamento siete liberi di braciare. Ma fino al punto in cui fumi e profumi dal vostro balcone non raggiungono quello del vicino facendogli saltare la mosca al naso (già messo a dura prova).

barbecue in condominio
barbecue in condominio

BARBECUE IN CONDOMINIO: LA VOCE DELL’ANACI

La tollerabilità o la tolleranza sono concetti astratti e perciò difficili da misurare. Diverso è il caso se il disturbo deriva da un rumore: in questa circostanza infatti basta la valutazione dei decibel per dare ragione o torto al lamentevole vicino. Ma gli odori come si misurano? Vige il buon senso. E’ questo l’unico strumento nelle mani delle parti in conflitto. E se non basta il civile dialogo, ci pensa l’eroe del caso: l’amministratore condominiale. Tema caldo ( e mai espressione fu più appropriata) lo definisce così, Rossana De Angelis, il Presidente dell’Anaci Roma (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari). “E’ uno di quei classici discorsi che nel condominio crea tanti problemi, irrisolvibili se non con il buon senso. Il modo per risolvere questo genere di controversie è usare con cervello il proprio spazio privato per non arrecare molestie ai vicini”.

barbecue in condominio
barbecue in condominio

 
BARBECUE IN CONDOMINIO: L’ODORE MOLESTO

In questi casi all’ amministratore spetta il ruolo di paciere. “Questo è uno degli argomenti trattati in Mediazione, un istituto recente nel condominio che evita di andare in giudizio provando a risolvere la questione tra i contendenti”. Sempre al buon senso bisogna appellarsi per stabilire la frequenza con cui concedersi il barbecue in balcone perché non ci sono regole relative alla cadenza. Ma quando il dialogo non basta e ci si appella al giudice di pace, sembra non mettersi bene per il griller di turno. La cassazione ha anche stabilito che non è nemmeno obbligatorio da parte del giudice ricorrere a perizie di sorta: “Nell’ipotesi di emissione di gas, di vapori o fumi, non è necessario che l’emissione stessa provochi un effettivo nocumento, essendo invece sufficiente l’attitudine del gas, del vapore o del fumo, emesso ad offendere, imbrattare, molestare le persone”. Ebbene sì, l’odore seducente delle costolette sulla brace a qualcuno risulta molesto. Eresia.

barbecue in condominio
barbecue in condominio

BARBECUE IN CONDOMINIO: QUALCHE SUGGERIMENTO

“Nei casi in cui si è reso necessario l’intervento dell’amministratore o dell’ istituto Mediazione c’era una reiterazione che non ha lasciato altra via se non l’intervento di terzi. Il barbecue a pranzo e a cena supera indubbiamente i limiti di tollerabilità”. Rivelazione scoraggiante per i griller più incalliti, ma qualcosa per placare gli animi e godere della bella stagione in balcone in compagnia della brace si può fare. Sistemare il bbq in modo da evitare i fumi entrino nelle abitazioni dei vicini: bisogna essere un po’ attenti al vento. La legge è uguale per tutti. Per tutti i tipi di barbecue soprattutto. Il bbq a gas ha un grande vantaggio: portandolo in temperatura non si sprigiona il minimo fumo. Gli amanti della carbonella avranno un po’ più di problemi: il fumo è inevitabile ma per limitarlo basta il cesto accenditore abbinato ad un accenditore elettrico.

IL GRILL CHE NON FA FUMO E’ LA SOLUZIONE

Rinunciare al piacere della brace solo perché il vicino tende un po’ troppo a “ficcare” il naso nel nostro balcone non è la soluzione. Meglio optare per la condivisione. L’invito ad unirsi al barbecue renderà il vicino più affabile e ben disposto a mettere da parte l’olfatto a favore del gusto. Qualora invece voleste continuare a mangiar carne e pesce sul vostro balcone senza il rischio di scatenare un putiferio potete prendere in considerazione l’acquisto di PepeGrill, il grill no smoking ideato da una azienda padovana. Certo, non avrà lo stesso fascino dei grill che fanno fumo ma sicuro vi toglierà le noie dei condomini rompiscatole. A loro rimarrà l’invidia e a noi tante belle salsicce. 

 di Ivana Figuccio 03-08-2015

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