PER QUALE MOTIVO UNA PERSONA ADULTA E SENZA PROBLEMI DI SANITA’ MENTALE VARCA LA SOGLIA DI UN RISTORANTE E ANZICHE’ CHIEDERE LA BISTECCA AL SANGUE LA ORDINA BEN COTTA? PROVIAMO A SPIEGARLO QUI
Uno dei must che contraddistingue ogni carnivoro che si rispetti è che l’imponente bistecca di manzo che sta cuocendo sulla griglia infuocata deve essere cotta al sangue. Cinquanta, cinquantacinque gradi al cuore, massimo cinquantasette. Poi non è più “sangue” e diventa “media cottura” e quel punto è tutta un’altra storia. Una storia triste e priva di senso. Mi sono sempre chiesto cosa spinga una considerevole popolazione carnivora a chiedere una bistecca “ben cotta”. Cosa spinga – razionalmente o irrazionalmente – una persona a varcare la soglia di una Steak House, e a tirar fuori quattrini, per farsi rovinare una bistecca.
La questione dei gusti, che sono e rimangono personali, c’entra ma nemmeno troppo: è un alibi comodo che potremmo giustificare a qualche politico, non ad un carnivoro. Ogni volta che si parla di gusti personali – e su questi si avanzano critiche e si sollevano dei dubbi – bisogna presentarsi alla discussione con degli elementi oggettivi in mano affinchè possa esserci un confronto costruttivo. Altrimenti tutto diventa una guerra di religione e queste le lasciamo volentieri ai talebani e ai vegani (che si assomigliano tanto). L’aspetto oggettivo è che certi prodotti vanno consumati un uno specifico modo perchè così esaltano le loro caratteristiche.
Le birre artigianali vanno servite non freddissime, altrimenti certi sentori non si colgono, il gelato consumato a temperature troppo elevate perde alcune sue particolarità. Il vino rosso, se bevuto freddo, non sprigiona sapori e profumi. E così via gli esempi sono tanti e ognuno può indicarne uno.
Nel caso della carne di manzo la certezza è una e una sola: una bistecca “ben cotta” è un prodotto gastronomico che perde le caratteristiche che la rendono unica. Nove volte su dieci se una bistecca è “ben cotta” sarà anche “troppo asciutta“, “eccessivamete dura“, “fin troppo stopposa“. Il decimo caso, qualora uscisse fuori, sarebbe la classica eccezione che conferma la regola. E allora perchè rovinarsi il piacere di una bistecca? Qualche risposta a questa domanda la possiamo cogliere nel mare magnum dei commenti che si leggono sui social ai quali vanno aggiunte le decine di chiacchierate sul tema fatte, in occasione di grigliate e cene, con gli appartenenti al club della “Bistecca ben cotta”.
CHE PROBLEMI HANNO QUELLI CHE NON MANGIANO CARNE AL SANGUE? – IGNORANZA (GASTRONOMICA) DIFFUSA
Vagli a spiegare, all’amante della bistecca ben cotta, che il rosso della vostra T-bome succosa e tenera non è dovuto al sangue ma è alla mioglobina, una proteina globulare la cui funzione specifica è quella di legare reversibilmente l’ossigeno (La mioglobina trasporta l’ossigeno ai tessuti muscolari e quindi più si contrae il muscolo, più serve ossigeno e quindi mioglobina ndr).
Ecco, provate a dirglielo ed osservate la reazione, dopo qualche secondo esclamerà un “Davverooooo???” con tante ooooo e subito farà una ricerca su google. Avete appena acceso una piccola luce all’interno di una stanza buia. La luce è la corretta informazione e la stanza buia è l’ignoranza del vostro interlocutore. No, caro amico che mangi la carne ben cotta perchè altrimenti ti sentiresti come Dracula, quel rosso con il sangue non c’entra niente.
CHE PROBLEMI HANNO QUELLI CHE NON MANGIANO CARNE AL SANGUE? – CONVINZIONI DI STAMPO MEDIOEVALE
Quando l’uomo era ignorante e considerava la terra piatta il sangue veniva visto come una cosa misteriosa. Quel liquido rosso un pò spaventava. Poi alcuni uomini sono progrediti, istruendosi e iniziando ad avere confidenza con quegli strani oggetti chiamati libri, mentre altri sono rimasti ai tempi delle streghe, dei roghi e dei salassi a scopo terapeutico.
Quest’ultimi – che ahinoi ancora girano indisturbati sul nostro pianeta – sono convinti che il sangue (che come abbiamo visto qualche rigo su sangue non è) possa portare della malattie. Quale malattie possa portare il sangue-che-sangue-non-è rimane un mistero. Nel dubbio, anzichè studiare o fare qualche domanda in giro, meglio cuocere tutto e tanto. La loro convinzione medioevale è che il fuoco, come bruciava le streghe nei tempi lontani, possa portare via anche le loro fantasiose e ipotetiche “malattie”.
CHE PROBLEMI HANNO QUELLI CHE NON MANGIANO CARNE AL SANGUE? – IMPRESSIONI DA PRIMA ELEMENTARE
Trovatemi un bambino di prima elementare al quale piacciano gli spinaci lessi. Difficile. Gli spinaci lessi in bocca sono viscidi e quell’ammasso di roba verde nel piatto non invoglia nessuno. D’altronde tutti mangiamo – anche – con gli occhi. La terza categoria di persone che preferisce farsi rovinare una bistecca cuocendola oltremodo, anzichè mangiarla come si deve, appartiene a quella risma di persone facilmente impressionabili o in grado di essere condizionati in modo eccessivo. Appunto, come se fosse un bambino di prima elementare. Gentucola che non mangia le ostriche “perchè fanno senso” – e badate bene non abbiamo detto “perchè non piacciono” o “perchè costano care” – e che di fronte a delle lumache fanno smorfie di disappunto.
Tendenzialmente sono persone poco curiose, convinti (o spaventati) che oltre i confini del proprio paesello sfigato si annidi il male (gastronomico). Costoro andrebbero rieducati. Da chi? Da qualche amico, qualche parente che gli sta accanto e che sia così paziente da far capire loro che il mondo “è bello perchè vario” e non “brutto perchè avariato (o perchè al sangue)“. Ecco quindi che la questione diventa tutta una storia di punti di vista e punti di cottura. D’altronde, come diceva il saggio, “La storia è stata scritta con il sangue. Se non siete schizzinosi, leggetela!“.
di Michele Ruschioni 11/05/2018