CLASSE 1983 E’ LA NUOVA ICONA POP DELLA CUCINA NAZIONALE. GABRIELE RUBINI IN ARTE CHEF RUBIO, EX RUGBISTA E ORA CHEF PER PASSIONE E PER LAVORO HA CONQUISTATO LA FIDUCIA E L’AMMIRAZIONE DI MIGLIAIA DI APPASSIONATI IN TUTTA ITALIA
CHEF RUBIO: PASSIONE BARBECUE
Noto al grande pubblico con il programma su Dmax “Unti e Bisunti” cucito su di lui, in cui viaggia su e giù per lo stivale alla scoperta dello street food, il cibo di strada più particolare e sconosciuto. Ha fatto parte della giuria di un altro programma di successo “Il re della Griglia”, confermandosi un esperto conoscitore del mondo del barbecue e della brace che su di lui esercita un particolare fascino. Il suo amore per la griglia affonda le origini nella sua infanzia,” Da ragazzino osservavo il lavoro di mio padre, guardavo come armeggiava con la legna e soprattutto come si dedicava all’accensione del fuoco, aspetto che mi ha da subito attratto”. Alla domanda su come si sia evoluto il fenomeno del barbecue precisa che si tratta di “Una passione primordiale ed ancestrale che è sempre esistita e che ci sarà sempre ma paradossalmente è un mondo ancora sconosciuto che andrebbe approfondito specie per quanto riguarda le tecniche da affinare”. Per Rubio infatti sono necessari cura e attenzione nella preparazione del barbecue, e sulle fasi cruciali come la scelta della legna e la modalità di accensione del fuoco. Insomma è necessario uno studio complessivo del barbecue e di tutto ciò che gli ruota attorno. Anche valutando la figura del serial griller per Rubio si tratta di “etichette e ruoli convenzionali. Quella del serial griller è una professione di tutto rispetto ma corrisponde spesso a un ruolo che ci si è cuciti addosso. E’ sbagliato considerare la griglia come qualcosa a sé stante, creare dei compartimenti stagni in cui inserirsi. I migliori griller argentini, brasiliani e nordamericani devono spalmarsi ed essere multitasking apprendendo l’arte della cucina in toto, dedicandosi a diventare dei bravi gourmet. Alcune distinzioni in cucina sono obsolete e inutili. E ancora: “Nel grande universo del cibo ogni profilo professionale deve essere aperto a contaminazioni e collaborazioni perché si è figli di una unica arte: la cucina. Obiettivo comune deve essere quello di portare a casa sempre e comunque la qualità“.
STREET FOOD: QUESTO SCONOSCIUTO
Obiettivo della carriera professionale di Rubio in questo momento è far conoscere al grande pubblico lo street food, il cosiddetto cibo di strada legato alle origini di una comunità e chiave di lettura del suo modo di vivere, un tempo bistrattato e ora elevato a cibo gourmet dai più importanti chef italiani. Il popolare chef è stato uno dei primi a dargli dignità con un programma dedicato. Cosa è cambiato? “In realtà è migliorato il bacino di utenza intorno a questo particolare universo del cibo ma la situazione non è cambiata molto dal punto di vista della tutela e della situazione normativa: non ci sono garanzie o norme che disciplinano questo aspetto”. Si evince dalle sue parole che questo è un argomento che sta particolarmente a cuore al nostro chef, che considera lo stretto legame tra lo street food e l’uomo, una vera e propria comunione di gusto, qualcosa di fortemente empatico che porta ad amare e apprezzare tutti i sapori di questo mondo variegato e straordinario. Se gli si fa notare l’enorme successo che sta riscuotendo presso il pubblico, domandandogli se si senta più chef o icona televisiva di successo risponde “Mi sento semplicemente una persona che fa quello che ama fare di più al mondo”. Ogni etichetta o tentativo di identificarlo in una categoria non gli si addice proprio.
NIENTE ESTREMISIMI A TAVOLA
Nel tempo in cui nuove mode alimentari proliferano come funghi e si diffonde a macchia d’olio il culto del veganesimo, a volte estremo e polemico con chi non condivida il loro credo, Rubio risponde con un no alle esagerazioni e drasticità di alcune scelte perché “molto spesso alcune persone si attaccano a un principio, seguendo i dettami di quella che è una moda alimentare, non perché si è realmente convinti che quello che si mangia o meglio che non si mangia faccia bene”. E’ importante “Amare il cibo in tutte le sue forme e nella maniera in cui ognuno si sente più libero e portato a fare”. Proprio con la sincerità e schiettezza che lo contraddistingue lancia una sorta di appello: “Bando agli estremismi e alle esagerazioni a tavola”. E a sorpresa ci svela che “Un carnivoro e un vegano possono benissimo convivere insieme”. Parola di Rubio
di Donatella Carriera 12 luglio 2015