IL CIBO BIOLOGICO TRIONFA NEI MERCATI ITALIANI BENE VA AL CENTRO SUD IL RECORD SPETTA ALLA SARDEGNA CON 8300 MILA AZIENDE BIO
In barba alla crisi che ha colpito anche il settore alimentare tradizionale negli ultimi trent’anni, il mercato biologico è riuscito comunque a farsi strada conquistando piu’ di una nicchia di mercato. Solo nel 2013 i bio market hanno evidenziato una crescita significativa, un fatturato di ben 20 miliardi pari ad un aumento di oltre il 50 % rispetto al 2007. I bio addicted impazzano ovunque. Non importa se i prodotti costano anche il 50% in più degli alimenti ordinari, il bio food regna nel mercato alimentare. Che si tratti o meno di una moda poco importa, la passione per il biologico, per tutto cio’ che non viene trattato con sostanze chimiche e dunque non è inquinato è diventato un vero e proprio stile di vita di coloro che vogliono riscoprire quel binomio sottile di etica e piacere nei consumi. Gia’ perche’ l’agricoltura bio, si differenzia, per il mancato utilizzo di pesticidi, diserbanti, concimi chimici, che impoveriscono e contaminano i terreni, non contiene OGM, e dunque ci garantisce, o almeno dovrebbe, prodotti non solo più sani, ma anche più appetitosi. Scegliere il biologico, è diventato quasi un must per il consumatore, perché è un consumo corretto, sano e buono. Insomma un ritorno ai sapori autentici della terra che in tempi di food industry ci manca tanto. Questa tendenza non ha contagiato solo il mercato alimentare ma si è impadronita anche di altri settori come l’edilizia che ha riscoperto gli arredi in materiali naturali o la medicina con i farmaci bio. Il nostro Paese primeggia in Europa per la produzione di alimenti biologici, vantando oltre oltre 60.000 aziende certificate e più di un milione di ettari coltivati senza sostanze geneticamente modificate. E indovinate dove si concentrano la maggior parte delle aziende bio? Nel Sud Italia. Il mercato agroalimentare biologico è infatti il fiore all’occhiello del Mezzogiorno, la Sardegna è la regione piu’ “bio” d’Europa, con le sue 8.300 aziende biologiche, detiene il primato di regione più biologica d’Europa, ma l’Itala tutta si distingue con quasi 1500 supermercati specializzati che smerciano non soltanto alimenti biologici come verdura, frutta e latticini, ma anche carni e pesce – prodotti in allevamenti a base di mangimi e foraggi biologici. Volendo tracciare un identikit del consumatore bio possiamo identificare 3 diversi profili.
1) Il fedelissimo al bio: E’ il consumatore consapevole che non acquista seguendo i trend del momento. Si orienta deciso nel mercato biologico perche’ per lui scegliere alimenti sani significa vivere piu’ a lungo. Sulla sua tavola non mancheranno mai i prodotti bio. E’ un acquirente incallito che faceva acquisti biologici quando ancora non si parlava di “ecosostenibilità” . Comprano solo nei supermercati specializzati, non sbagliano mai la raccolta differenziata e si rivolgono per l’acquisto direttamente al produttore quando hanno la possibilità. Si parla soprattutto di famiglie giovani tra i 30-40 anni, con figli piccoli in età pre-scolare, dove la quota di vegetariani o vegani è più alta della media (16% a fronte del 7% nella popolazione).
2) i bio-acquisiti: costituiscono il gruppo più folto dei consumatori bio; sono coloro che si sono avvicinati al mercato bio perché attratti dalle promozioni e dagli sconti occasionali su questi prodotti . Il supermercato è il luogo d’acquisto preferito e privilegiano soprattutto marmellate, succhi di frutta, uova e miele biologici. Diversamente dai primi, acquistano con una frequenza ridotta di 2 o 3 volte al mese. Si tratta nella in questo caso di famiglie che vogliono risparmiare non rinunciando alla qualità dei prodotti alimentari.
3) I bio-etici: costituiscono l’altra fetta del target del mercato biologico in forte espansione. Sono i consumatori “educati alla sostenibilità” quelli che si sono orientati al consumo biologico per ragioni etiche, perché consapevoli che la filiera produttiva del produttivo del biologico garantisce un maggior rispetto dell’ambiente. Sono affezionati alle buone pratiche, privilegiano i Gruppi d’acquisto solidale e i produttori da cui comprare direttamente. Acquistano soprattutto olio d’oliva, ortofrutta, pasta e bevande vegetali. Di solito sono giovani, single e senza figli.
Nonostante la crisi dunque, il “vivere green” è un desiderio di molti proprio perché il diktat del viver sani e belli si e’ lentamente identificato nel consumo di prodotti biologici e eco-sostenibili alimentando, solo nello scorso anno, un business di circa 700 milioni di euro nei punti vendita della Gdo. A dispetto del magro budget a disposizione per la spesa, la professione svolta e il livello di informazione sulla sana alimentazione, al bio non ci rinuncia nessuno di questi tempi.
di Davide Perillo – 1 marzo 2015