I CAMERIERI PORTANO IN SALA UNA PROFESSIONALITA’ IMPORTANTE CHE CONTRIBUISCE AD ACCRESCERE LA FAMA DI UN RISTORANTE E SOPRATTUTTO IL SUO BUSINESS QUINDI NON POSSONO ESSERE SCAMBIATI PER DEI RAGAZZINI CHE SI ACCONTENTANO DI UNA PAGHETTA SMETTIAMOLA CON QUESTA FARSA E’ ORA CHE PAGHIATE I CAMERIERI, CAZZO!!
Tra le tante criticità che preoccupano la ristorazione ce n’è una emersa con la pandemia ma che in realtà ha cause precedenti e molto diverse. “Non si trovano più camerieri,” lamentano i ristoratori, mettendo in evidenza il paradosso che stanno vivendo: di camerieri qualificati c’è un disperato bisogno, eppure questi fuggono dalle sale ristoranti come davanti alle patrie galere. Paghe troppo basse, ferie col contagocce e prospettive di lavoro inesistenti hanno creato questa assurdità. Così domanda e offerta di lavoro non si incontrano più.
Secondo La Confcommercio c’è un buco di 21 mila dipendenti rispetto al periodo precrisi e nella sola capitale mancano all’appello 4700 camerieri. Numeri importanti, dunque, che se dovessero continuare a crescere non farebbero certo bene al settore. Molti imprenditori puntano il dito sul reddito di cittadinanza, un ammortizzatore sociale che concede uno “stipendio” anche a chi un lavoro ancora non ce l’ha.
Ovviamente si tratta di una semplificazione e anche delle più becere, perché se è vero che non tutti sono onesti è altrettanto vero che non tutti sono furbi. Anzi sono fortemente convinto del contrario: che alla maggior parte della gente piaccia lavorare. A condizione però che vengano rispettati i loro diritti. Una richiesta legittima che gli imprenditori più illuminati condividono da tempo e la condividono per una ragione molto semplice: favorire i lavoratori significa incrementare i propri guadagni.
E questa è anche la realtà che emerge da uno studio realizzato da Braciamianciora. Uno studio che incoraggia gli imprenditori meno onesti a farsi più furbi, ovvero tornare ad assumere i loro dipendenti a condizioni più vantaggiose.
E’ ORA CHE PAGHIATE I CAMERIERI, CAZZO!! : I CAMERIERI NON FUGGONO DALLE SALE RISTORANTI MA DEL CAPORALATO
Si dice che il vero problema del fannullone sia che, siccome non fa nulla, non sa mai quando abbia finito. Chiunque pronunci una frase del genere dovrebbe vergognarsi. Perché dovrebbe pensare alla faccia che farebbero i camerieri sfruttati se lo ascoltassero; quei camerieri che, firmato un contratto part time, si ritrovano invece a lavorare tutto il giorno; quei camerieri che, accettando di lavorare anche durante le ferie, per giunta lontani da casa, non guadagnano abbastanza per sbarcare il lunario.
Nella capitale poi il termine fannullone è ambiguo, perché sinonimo di nullafacente e i nullafacenti a Roma sono i membri di una nota famiglia mafiosa, soprannominati così perché non si possono certo definire nullatenenti. Per cortesia non diciamo corbellerie! I camerieri non sono zingaracci, non tutti posseggono ville tantomeno cessi con rifiniture d’oro.
Insomma, non è certo con simili insinuazioni che si guadagnano le simpatie dei camerieri, i quali, a ben guardare, non fuggono dalle sale ristoranti, ma da una malattia del mercato del lavoro. Una malattia che si chiama caporalato. Il caporalato, infatti, come il covid è mutato nel tempo e se prima esisteva solo una variante rurale oggi ne esiste anche una urbana. I camerieri, dunque, fuggono da un contesto lavorativo degenerato che li costringe a firmare veri e propri ricatti e non contratti di lavoro.
Per questo motivo ultimamente si sono rivolti alla grande distribuzione e alla logistica. Settori che non assicurano grandi stipendi è vero, ma almeno concedono ai loro dipendenti più tempo libero e sappiamo quanto questo sia prezioso in una metropoli.
E’ ORA CHE PAGHIATE I CAMERIERI, CAZZO!! : BRACIAMIANCORA VI SPIEGA COME CREARE UN NUOVO RAPPORTO CON I CAMERIERI
Per riportare lavoratori qualificati in sala gli imprenditori della ristorazione devono dunque cambiare strategia e Braciamiancora con il suo studio suggerisce alcune idee per costruire un nuovo rapporto con i camerieri. Lo studio condotto ad aprile ha preso in considerazione 20 realtà tra steakhouse, pizzerie e ristoranti gourmet offrendo tre dati importanti: 1) Un cameriere se preparato e ben motivato può fare incassare al ristorante dai 300 agli 800 euro in più al mese; 2) mettendo a confronto il lavoro di un lavapiatti serio con quello di un lavapiatti improvvisato è emerso che il primo fa risparmiare dai 100 ai 300 euro al mese; 3) Un cameriere con una competenza anche minima sul vino può fare incassare al ristorante fino a 1100 euro in più al mese.
Morale della ricerca: un personale preparato, coinvolto, formato, motivato, inserito all’interno di un progetto a lungo termine, è il primo investimento per chi vuole fare impresa nella ristorazione. Un investimento che porta a un guadagno aggiuntivo annuo che va da un minimo di 6 mila euro a un massimo di 15 mila euro (per singolo cameriere più singolo lavapiatti). Fermo restando che queste cifre dipendono dalla realtà di riferimento. In una steakhouse, ad esempio, il cameriere riuscirà a incidere molto di più rispetto a una pizzeria.
“In tempi di crisi gli intelligenti cercano soluzioni, gli imbecilli cercano colpevoli,” diceva Antonio De Curtis in arte Totò, grande comico e soprattutto grande uomo perché aveva a cuore le sorti dei più deboli. Dunque, il messaggio da rivolgere a quegli imprenditori arrabbiati col reddito di cittadinanza è chiaro: tornate ad offrire ai vostri dipendenti contratti più convenienti e soprattutto motivatili con sane prospettive di lavoro, altrimenti il rischio è di guadagnare sempre meno fino a quando non vi resterà che chiudere. Tutto questo ha un senso? No. E quindi è ora che paghiate i camerieri, cazzo!!
di Gianluca Bianchini 30/05/2022