I SERIALGRILLER DI TUTTA AMERICA HANNO SCELTO IL PISTMASTER DA SPEDIRE ALLA CASA BIANCA: SE IN MINNESOTA, REGNO DELLE METBALLS, HA VINTO LA CLINTON DONALD TRUMP CONQUISTA LE TERRE DELL’ORIGINAL AMERICAN BBQ DOVE REGNANO SPALLA DI MAIALE E RIBS. VIAGGIO SERIO ( MA NON TROPPO ) PER VEDERE COME OGNI STATO SI E’ COMPORTATO IN QUESTA ELEZIONE
Attorno al tavolo restano i detriti di una notte insonne, come un campo Dakota attaccato dalle giubbe blu. La moka ha borbottato impazzita fino all’alba, un battello sul Missisippi. Mozziconi ancora fumanti di tabacco della Virginia, cioccolata dalle migliori multinazionali a stelle e strisce. Tutto porta verso l’America durante l’Election Night e – immagino – per i prossimi giorni.
Quindi alla fine hanno scelto Trump. Quelle cinque lettere onomatopeiche che fanno il rumore di un barbecue quando si chiude. Gli Stati Uniti hanno votato il loro prossimo presidente. E, nel delirio dei sondaggi, dei numeri, delle dichiarazioni politiche, le immagini si mischiano e alla mente appare solo un lampo, un frammento: quelle bandiere a strisce bianche e rosse si trasformano per un indelebile momento nei segni della cauterizzazione che la griglia bollente crea sulla bistecca. Speroni lucidati, cappello da cowboy e Bbq oliato. Questo è un viaggio sulle polverose strade del West. Partiamo, come Geronimo, sulle orme dei due candidati, per scoprire con che delizie si potrà strafogare The Donald e quali meraviglie gastronomiche sono rimaste in mano alla candidata democratica. Un coast to coast, stato per stato, a caccia di carne alla brace.
ALABAMA – L’antica arte e la scienza della cottura lenta della carne sono venerate nello stato di Alabama, dalla spalla di maiale con infuso di pecan che preparano nella città di Mobile, vicino alla costa, sino al pollo intriso di salsa bianca che si vende nei diner sulle rive del fiume Tennessee. Se li aggiudica Trump, che ha già l’acquolina.
ALASKA- Vi dice niente Sarah Palin? La leader del Tea party repubblicano. Ovvio che qui tra i ghiacci la palla sia andata a Trump. Ma della Palin ricordate anche la caccia al caribù? In Alaska, ogni anno si cacciano 22mila caribù: hanno una carne magra e sana. Deliziosa anche alla griglia.
ARIZONA – Se chiedi a quel pistolero, ti dirà qualcosa tipo: “Abbiamo sole tutto l’anno, un sacco di appassionati e oltre 70 ristoranti di barbecue in Arizona disposti a offrire le loro delizie alle masse”. Una specialità? Carne asada: marinata con aglio, jalapeños e succo di lime, poi grigliata. Può essere servita nei tacos, nei burritos, con i nachos o le quesadillas. Vi pare che Trump se la potesse lasciar scappare?
ARKANSAS – Ancora lui, The Donald. Da queste parti ci viene per mangiare il coniglio: lo stato ne è il più antico e ricco produttore. “Definire com’è il bbq dell’Arkansas, dici? Impossibile. Basta mettere a tacere la bocca e iniziare mangiare, l’Arkansan te lo dirà”. Così risponde Rex Nelson, autore della guida Southern fried. Uno stato di contraddizioni che confonde regolarmente gli estranei. Tanti tipi di cottura, rigorosamente low and slow.
CALIFORNIA – Roccaforte Dem, anche sulle colline di San Francisco e tra le startup della Sylicon Valley vince Hillary. Qui è nato il sushi California rolls (con avocado). Il temibile tofu va alla grande tra gli hypster che pullulano per le sue strade. Ma la carne della California non scherza. Il barbecue Santa Maria style è una tradizione culinaria radicata nella vallata omonima, sulla costa centrale. Risale alla metà dell’Ottocento ed è oggi considerato come un “pilastro del patrimonio culinario dello stato”. Punta di petto di manzo condita con pepe nero, sale e aglio su brace di leccio, spesso definito come ‘quercia rossa’. Si accompagna con fagioli pinquito, insalata, pane tostato col burro e salsa fresca.
COLORADO – Il magnifico Colorado: un nome che è una garanzia. Le maestose cime innevate delle Rocky Mountains, foreste dai colori stupefacenti, cieli infiniti. Non mancano gli splendidi scenari qui nel grande stato del Colorado e con così tanto da fare e tanto da vedere, ci piace pensarlo come un grande e bellissimo cortile. Ovviamente il bbq è di casa. Dopo l’agnello, qui la carne di montone è la più consumata. Se la aggiudica Hillary.
CONNECTICUT – Anche qui è bandierina democratica. La Library of Congress definisce questo stato detentore del primato negli hamburger. Diamoci sotto.
DELAWARE – In tutta Delmarva sulla strada per la spiaggia nei fine settimana, ci sono stand con barbecue di pollo gestiti dai club Rotary o Kiwanis locali. Un grande, croccante pollo alla griglia condito con aceto di sidro e a lato insalata di cavoli e fagioli al forno. Clinton qui nella East coast se li aggiudica per i prossimi anni.
DISTRICT OF COLUMBIA – Qui Clinton vince a mani basse con più del novanta per cento. Un’altra ricetta vincente è quella che preparano i barbecue Pit Boys su un fuoco aperto: un quarto di coscia di cervo avvolto in filetti di oca selvatica. Sbam!
FLORIDA – Trump strappa la Florida all’avversaria con un colpo di coda, come quelli che assestano gli alligatori delle Everglades. Siamo nella patria della carne di “alligator”, che cucinano in qualunque modo possibile.
GEORGIA – La Georgia va a Trump. E’ qui che è ambientato “Un tranquillo weekend di paura”. Ricordate la scena dei bifolchi alla pompa di benzina? E il duello col banjo? Ma non temete, hanno anche un delizioso bbq, spesso accompagnato da salse a base di mostarda. Il tipico pasto in Georgia, ed in genere in tutti gli Stati Uniti meridionali, comprende carne (pollo, maiale o manzo) e diverse verdure. In alcuni ristoranti viene chiamatao “meet and three” o “blue plate special” quando è inserito nel menù come piatto del giorno a prezzo ridotto. Questo termine era un tempo utilizzato soprattutto nei ristoranti popolari come i classici “diner”; oramai è associato più che altro a slang e modi di dire locali.
HAWAII – La scena di Pulp Fiction in cui Jules (Samuel L. Jackson) morde l’hamburger dell’uomo che sta per uccidere, è da manuale. Si parlava, allora, del “Big kahuna burger”, cucinato da “quegli hawaiani che fanno gli hamburger”. “Posso assaggiarlo?” Chissà che sapore aveva. Se passate dalle paradisiache isole del Pacifico dovreste invece assaggiare il pollo Huli huli. Si sfrigola con i sapori di zucchero di canna, zenzero e salsa di soia. Huli significa “svolta” in hawaiano, e decisamente questo polletto è “na svorta”. Se lo aggiudica Hillary.
IDAHO – Trump porta a casa questo stato e gli Yak dell’Himalaya che vi pascolano miti dagli anni ’80. Uno dei pasti preferiti dei suoi cittadini.
ILLINOIS – I nazisti dell’Illinois – quelli del capolavoro del cinema “Blues brothers” – non avrebbero certo votato per lei. Ma Clinton conquista anche questo stato. A Chicago vanno forte steakhouse e bistecche. A proposito, qual è la differenza tra T-Bone e Porterhouse?
INDIANA – Trump scippa questo stato e con lui il pork tenderloin, cotoletta di filetto di maiale dell’Indiana, abbracciata da due fette di pane morbido e accompagnata da patatine fritte. Il top della gamma.
IOWA – Ancora Donald: qui ci si strafoga di loose meat. Una sorta di hamburger con carne tritata, non compatta. Tra il ragù e il fast food.
KANSAS – Un’ltra conquista di Trump. Che ve lo dico a fare? Burnt ends. Petto affumicato sul barbecue. Delizioso.
KENTUCKY – Ancora il magnate dell’immobiliare. Qui i protagonisti del barbecue sono montone e agnello. La particolarità di questa carne è che viene servita nel burgoo, uno stufato piccante tipico di questo Stato. La preparazione richiede circa cinque ore. Mentre per quanto riguarda la digestione il tempo non è facilmente calcolabile.
LOUISIANA – Trump strabatte Clinton. Terra dal fascino misterioso e unico, patria del blues, del voodoo e dell’andouille: salsiccia affumicata realizzata con carne di maiale, originaria della Francia. E ‘stata portata in Louisiana dagli immigrati francesi e dagli esiliati acadiani che si sono fusi per creare parte della cultura creola. Magia nera e magia vera.
MAINE – Clinton, ma per un pelo. Qui è da provare la surf and turf: un piatto che combina pesce e carne. Surf si riferisce ad aragosta, gamberi o altro pesce, alla griglia o impanati o fritti. Turf è solitamente una bistecca di manzo.
MARYLAND – Hillary, senza dubbio. E corned ham, altrettanto senza esitazione. Non l’hanno inventato loro il prosciutto sotto sale, intendiamoci. Ma hanno pensato bene di bucarlo e riempirlo con cavoli, cavoletti e cipolle. Burp.
MASSACHUSETTS – Clinton doppia l’avversario da queste parti. Proprio dove Kelly’s Roast Beef, un’istituzione venerabile dello stato, sostiene di aver inventato il panino al roast beef.
MICHIGAN – Trump conclude vittorioso nella terra del corned beef: Carne di manzo sotto sale, venduta in scatola. Ne vanno ghiotti, pare. Sarà.
MINNESOTA – Clinton strappa un bel colpo: le meatballs. Il Minnesota ha una popolazione di origini scandinave che mangia un sacco di polpette di carne. Non pensate all’Ikea però. Sono deliziose.
MISSISSIPPI – Trump sbaraglia la concorrenza. Pork rinds come se piovesse. Si tratta di cotiche vendute però da sgranocchiare come aperitivo o come accompagnamento a un pasto.
MISSOURI – The Donald può dirsi felice. Per la Casa Bianca? Ma no, per le deliziose ribs. il Missouri detiene il record della migliore salsa barbecue del mondo. Kansas City è la patria delle costine di maiale: legna, spezie e salse concorrono a dare un sapore unico a questa delizia. A St. Louis, invece, un altro piatto ha fama quanto le ribs, ovvero le snouts. Si tratta delle narici di maiale: cotte rigorosamente sul barbecue fino a diventare croccanti e mangiate solo dopo essere state immerse nella tipica salsa bbq.
MONTANA – Trump anche qui. Se il toupè biondiccio più potente del mondo è noto per essere uno con gli attributi si troverà bene qui, dove si possono assaggiare le Rocky Mountain oysters: testicoli di toro fritti.
NEBRASKA – È Trump stavolta a doppiare la ex First lady. Questo stato ci piace assai: bone in rib eye. In Nebraska sono stati macellati quasi 7milioni di bovini nel 2012, facendolo così diventare lo Stato numero uno nella macellazione di bestiame di tutti gli Stati Uniti. Il rib-eye, costata di manzo, domina la classifica con la sua carne tenera e succulenta.
NEVADA – Clinton per un soffio. Il Nevada ospita parte della popolazione Basca e da questa influenza pare arrivino i piatti a base di lingua. Da provare.
NEW HAMPSHIRE – Uno stato a lungo conteso fra i due candidati. Come la spalla di maiale affumicata, caposaldo della cucina del New England, ma cucinata in modo eccellente anche qui.
NEW JERSEY – Lo stato va alla Clinton. Gli italiani nel New Jersey sono famosi e hanno influenzato anche la cucina. Il loro piatto di carne tipico è la coppa, detta anche capicola. Ricorda qualcosa?
NEW MEXICO – Lo stato va a Clinton che avrà un bel po’ da sudare con la carne adovada: spalla di maiale brasata con una piccantissima pasta di peperoncino rosso. Siamo quasi in Messico, già.
NEW YORK – Clinton, ovvio. I primi wurstel venduti in America sarebbero stati portati a Coney Island da un immigrato tedesco. Hot dog, allora. Ma anche il pastrami è tipico di qui. Come non innamorarsi di questa città-stato?
NORTH CAROLINA – Trump farà l’America great again, ok. Ma a fare grande il N.C. è il pulled pork: due parole che racchiudono uno dei piatti più buoni di questo Stato bagnato dall’oceano Atlantico. Letteralmente è il maiale sfilacciato e, nello specifico, si tratta della spalla nota negli Usa come Boston Butt. Nove ore di attesa prima di poter gustare il tradizionale panino.
NORTH DAKOTA – A Trump va senza discussioni la terra delle salsicce fresche. Da braciare al barbecue, of course.
OHIO – Trump prende anche questo stato decisivo e si aggiudica i kielbasa. Di origine polacca, ma con chiara sapienza yankee, questa salsiccia viene servita di solito all’interno di un panino con patatine fritte e salsa barbecue.
OKLAHOMA – A Donald piaceranno senza i Bbq di quaggiù. Il barbecue qui è iniziato con la migrazione forzata dei nativi americani del sud degli Stati Uniti che durante il Trail of Tears hanno portato con loro la tradizione di tutto il barbecue di maiale. Nel dopo-Guerra Civile, poi, il bestiame ha cominciato ad essere trasportato attraverso l’Oklahoma dal Texas ai mercati del Nord. Va alla grandissima anche il pollo affumicato e poi fritto.
OREGON – Clinton in zona Cesarini. La carne del cinghiale è sicuramente simbolo di questo Stato. Ma a quella schizzinosa di Hillary piacerà la selvaggina?
PENNSYLVANIA – Trump al top in questo popoloso stato e in tavola Top round: un panino ripieno con carne bovina affettata sottilissima e cotta alla piastra, condita con un filo d’olio e accompagnata da formaggio.
RHODE ISLAND – Clinton si becca l’hot wiener, un wurstel piccolino. E per chi conosce la storia dello scandalo sessuale del progressista Anthony Weiner, marito (ops, ex marito) della consigliera di Hillary, la cosa non può che far sbellicare dalle risate. A proposito, weiner in slang americano significa pisellino. Doppia libidine!
SOUTH CAROLINA – I Gullah, discendenti degli schiavi neri che vivevano in South Carolina, hanno mantenuto una cultura culinaria distinta. Parte di quella cultura consiste nel cucinare le braciole di maiale impanate, fritte, affogate di salsa: è il pork chop.
SOUTH DAKOTA – Trump a cavallo di un bisonte, impenna e schiaccia la concorrenza. Qui il bestione finisce ancora sulle tavole degli yankee, come ai tempi degli Apache.
TENNESSEE – Trump a mani bassissime. Anche per afferrare al volo il delizioso bacon di Benton, da molti considerato come il miglior produttore del Paese.
TEXAS – Trump, dai e ridai si piglia tutto: qui ci trova pane per i suoi denti. Anzi carne. Stato repubblicano per antonomasia, la posizione del Paese influenza indubbiamente il rito del barbecue che si colora di note afro. Questa contaminazione in cucina si traduce in “soul food”: costate di maiale ma anche petto condito e cotto prima dell’affumicatura. Le dimensioni del Texas comportano anche una certa diversificazione. Nelle zone centrali la tradizione e soprattutto i tagli di carne sono molto legati all’attività dei macellai tedeschi e cechi e c’è una preferenza per la carne bovina.
UTAH – Trump, come al solito. E come al solito bbq di tutti i tipi. Nota di colore? La gelatina, un prodotto a base di carne, che tra gli abitanti dello Utah, soprattutto se mormoni, va alla grande.
VERMONT – Clinton se lo aggiudica e guadagnia il pot roast. Un brasato di carne bovina arrostita, poi cotta lentamente, coperta di brodo. Non la invidiamo troppo.
VIRGINIA – Clinton al pelo. Ham hock, invece, senza dubbi. Stinco suino affumicato e poi invecchiato, prodotto in tutto il sud
WASHINGTON – Clinton acchiappa lo stato di Seattle e il famoso salumificio del padre di Mario Batali. Prima dell’apertura alla fine degli anni ’90, l’unico modo per procurarsene di buono era importarlo dall’Italia.
WEST VIRGINIA – È terrificante. No, non che abbia stravinto Trump col 68 e 7 per cento, ma che qui si mangino gli scoiattoli. Giuro, dice che è tradizione.
WISCONSIN – Trump ma Clinton era vicinissima. Da queste parti ci sono ancora influenze germaniche. Si può ad esempio trovare facile il bratwurst. Affogato nella birra e mangiato davanti a una partita di football. In Wisconsin esiste addirittura un festival dedicato a questo salsicciotto: il cele-BRAT-ion.
WYOMING – Trump chiude in bellezza con la carne di wapiti o elk in americano. Un cervo selvatico già gustato dai nativi americani che abitavano in questa area. Carne piuttosto cara, ma sicuramente il miliardario newyorkese potrà permettersela.
Di Silvia Strada 09/11/2016