LORENZO ANIELLO RISCRIVE LA STORIA DEL RISTORANTE I DUE CIPPI E BALZA AI PRIMI POSTI DELLA CLASSIFICA WORLD’S 101 BEST STEAK
Lui è Lorenzo Aniello. Maremmano innamorato della brace e della cucina. Nel 1976 il padre Michele apre I Due Cippi a Saturnia. Testa bassa e lavorare è il motto di famiglia. Ma nel dna di chi abita queste terre al lavoro duro si dà del tu. Non ci si spaventa della fatica. Anzi, quando manca è come se mancasse il sole. La storia dei Due Cippi prosegue. Papà Michele purtroppo ci lascia nel 2016 e il ristorante passa a lui e al fratello Alessandro. E c’è da decidere su come proseguire. Pochi dubbi: le radici, di quelle solide che resistono a tutto, le ha messe il papà, ma a loro spetta adesso il compito di far crescere altri rami, altre foglie e raccogliere altri frutti. E i frutti arrivano. Non subito, perché la fatica è una pianta che cresce lentamente e in Maremma le scorciatoie non sono un’opzione da prendere in considerazione. Mai.
I DUE CIPPI, DA 0 A 100 IN UN ANNO
Cambia lo stile, cambia l’approccio, cambiano gli ostacoli e le fatiche e i Due Cippi diventano uno dei rarissimi ristoranti in Italia a coniugare fine dining, brace e carne. E iniziano ad accorgersene i clienti, poi qualche giornalista di settore, poi le guide specializzate, poi il web. Mentre questo accade Lorenzo rimane concentrato sulla brace perché tutto è partito da lì e sarà sempre la brace il centro di gravità della sua attività a prescindere dagli oneri e dagli onori a cui andrà in contro. Diffidente ai riflettori, ai like un tanto al chilo, preferisce le gocce di sudore che copiose scendono quando è in servizio. Nel 2022 tuonammo contro l’organizzazione che premia i migliori 101 ristoranti carnivori del mondo perché non fu inserito. Scrivemmo righe dure, molto dure.
Lasciare ristoranti così fuori da quella graduatoria a nostro avviso è come lasciare gente come Baggio, Totti o Del Piero in panchina. In panchina ci vanno i gregari, non i campioni di razza. Il caso vuole che oggi i Due Cippi siano considerati il settimo ristorante carnivoro del mondo da quella classifica e che siano una mecca ambita da un certo pubblico che ama la carne. Merito di questo maremmano dal cuore puro, dalla passione indomita mezzo artista e mezzo artigiano e che oggi con garbo e in silenzio raccoglie con gli interessi tutti i successi meritati.