LA CARNE NON FA MALE: A DIRLO È UNA RICERCA DELLA OXFORD UNIVERSITY, CHE HA STUDIATO LE ABITUDINI ALIMENTARI DI PIÙ DI 60MILA PERSONE PER 30 ANNI. SE STAVATE PENSANDO DI ABBANDONARE LA TAGLIATA E VIVERE DI SOLO TOFU, FERMATEVI!
Contrordine: la carne rossa non fa male! Da quando l’Oms ha lanciato l’allarme sulla possibilità che la carne fosse un alimento potenzialmente cancerogeno, si sono spesi fiumi di inchiostro (soprattutto virtuale, tra commenti urticanti e tweet menagrami) evidenziando come l’unica speranza di sopravvivenza fosse passare – e subito! – a una dieta basata su seitan e germogli di soia. Vegani di tutto il mondo unitevi! Dagli al carnivoro! Ma un recente studio ha dimostrato che cibarsi di carne rossa non influisce affatto sulle aspettative di vita di un essere umano. È arrivato il momento di esclamare: «annatevela a pijà n’der tofu!».
LA CARNE NON FA MALE: FIRMATO OXFORD UNIVERSITY
La ricerca in questione parla inglese e proviene niente meno che dalla prestigiosa Oxford University. I ricercatori sono giunti alla conclusione che mangiare carne non espone a rischi significativi per la salute. Ciò che conta, nella dieta, è rispettare un equilibrio nutrizionale. Un po’ quello che diceva nonno, insomma, mentre sganasciava filetto e abbondante insalatina, annaffiando il tutto con un sano bicchiere di vinello. Ma se a confermare questa antica verità sono fior fiore di studiosi in tweed, allora la scoperta non è più acqua calda. Ma cosa dicono, in parole povere, i dottori britannici?
Non esiste alcuna correlazione tra un consumo di carne moderato e la riduzione dell’aspettativa di vita. È importante sottolineare la parola “moderato”: come già sostenevano i nostri antenati, che la sapevano lunga, in medio stat virtus: c’è una misura nelle cose e non bisogna oltrepassarla. Insomma, come abbiamo scritto, nei burrascosi giorni di ottobre in cui infuriava la polemica sulle dichiarazioni dell’Oms, è la dose che fa il veleno. Moderazione, all’interno di una dieta varia è dunque la parola d’ordine per raggiungere il perfetto equilibrio nutrizionale. Un corretto modello alimentare deve prevedere il consumo di tutti gli alimenti, proprio perché solo dall’equilibrio si riesce a comporre il difficile mosaico di nutrienti essenziali, per mantenersi in salute o per la crescita e lo sviluppo.
LA CARNE NON FA MALE: NESSUNA DIFFERENZA DI MORTALITÀ TRA CARNIVORI E VEGANI
L’analisi di Oxford ha riguardato le abitudini alimentari e il relativo stato di salute di 60.310 adulti, tra vegetariani, vegani e consumatori di carne del Regno Unito negli ultimi 30 anni, fornendo alcuni dati percentuali sull’associazione tra le loro abitudini alimentari e l’insorgere di malattie. La risposta? Non ci sono significative differenze di mortalità a seconda della dieta scelta: i vegani e vegetariani inglesi non hanno una vita più lunga rispetto a chi mangia moderatamente carne.
LA CARNE NON FA MALE – I NUMERI DI OXFORD
I ricercatori di Oxford hanno svelato che per vegetariani e vegani c’è una riduzione della mortalità per tumori al pancreas e del sistema linfopoietico pari al 50% circa rispetto a chi mangia carne 5 volte alla settimana. Ma lo studio afferma anche che quanto riguarda le cause di morte, quelle per cancro pancreatico e per malattie respiratorie nei soggetti che consumavano carne con moderazione sono risultate del 30-45% inferiori rispetto a quanto rilevato fra chi ne consumava cinque volte alla settimana. In soldoni vuol dire che se per un periodo di trent’anni si mangia carne con moderazione non si registreranno dati che possano essere letti con preoccupazione.
LA CARNE NON FA MALE: ANZI HA MOLTI BENEFICI
Un primo beneficio è quello di fornire energia al cervello, un organo che consuma da solo il 20% dell’energia totale. Inoltre fornisce DHA, un grasso omega-3 che aiuta lo sviluppo delle attività cognitive. La carne rossa contiene la vitamina B12, responsabile della capacità replicativa delle cellule e del DNA. Uno studio pubblicato sul British Journal of Nutrition ha dimostrato che le persone che non assumono prodotti di derivazione animale come carne, latte o uova, rischiano una carenza di vitamine B12. La carne fornisce poi carnosina, un dipeptide che si trova principalmente nei muscoli e nel cervello e aiuta a prevenire i morbi di Parkinson e Alzheimer e a contrastare l’invecchiamento. Inoltre contiene selenio che, secondo uno studio del Journal of Trace Elements in Medicine and Biology, aumenta la produzione di spermatozoi e di conseguenza la fertilità maschile.
LA CARNE NON FA MALE: È LA DOSE CHE FA IL VELENO
Insomma, per l’ennesima volta: non rinunciare alla carne ma nemmeno esagerare con le abbuffate. Una tesi che sembra andare a braccetto anche con quella sostenuta dalle nuove linee guida americane che rappresentano una svolta rispetto alle credenze del passato. Prima fra tutte quella che metteva al bando il colesterolo, portando alla demonizzazione di alcuni alimenti come uova e carne rossa, mentre è emerso che spesso gli zuccheri sono una delle principali cause del suo aumento. Infine è da notare che lo studio in questione si riferisce alle popolazioni britanniche e statunitensi, dove le abitudini alimentari sono diverse da quelle degli italiani. Essendo il consumo di carne in questi Paesi mediamente superiore ai nostri, per la popolazione italiana si può presumere che le conclusioni siano ancora più rassicuranti.
Di Enrico Cicchetti, 20/06/2015
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