ROSA, NARCISO, ARANCIO E ALTRI DELICATISSIMI FIORI SONO ALLA BASE DEI PIU’ COMUNI PROFUMI. DAL GIAPPONE ARRIVA IL PROFUMO AL BARBECUE: LA CARNE SULLA PELLE
Chi vuole credere che sia una coincidenza è libero di farlo. Ma non può essere un caso che la parola “profumo” derivi dal latino “per fumum”, ovvero “attraverso il fumo”. E’ infatti dal fumo del barbecue che si sprigiona quell’essenza inebriante che stimola la fantasia dei carnivori e inorgoglisce i griller (e ogni tanto fa incavolare i vicini di casa). Questo profumo fa bene, prima che alla pancia, all’anima dei sostenitori della brace. Sarebbe bello se lì, accanto alla fragranza di rosa canina e di lavanda di vostra moglie, ci fosse anche una boccetta di eau de barbecue. In Giappone c’è. Hanno inventato anche questo. I profumi della cucina diventano colonie da applicare sulla pelle: dalla carne sulla brace al ragù della nonna.
DAL GIAPPONE IL PROFUMO AL BARBECUE
Si chiama Akihiko Iyod l’autore di questa stregoneria. Gli esperimenti compiuti dal giovane giapponese lo hanno portato al risultato desiderato: la colonia al barbecue. Dietro il suo lavoro c’è un dato scientifico importante: “La lingua percepisce solo il 20-30% del gusto; il resto sta al naso che compensa con il 50-60%”. Riflettendoci, è quasi sempre l’olfatto a guidare le nostre scelte a tavola e anche nelle relazioni. Proviamo a immaginare gli effetti che “indossare” l’ eau de barbecue potrà avere sulle nostre relazioni interpersonali. In metro, sugli autobus, in ufficio: tutti a guardarsi intorno alla ricerca di fumo e carne sul fuoco, tutti a tentare di scorgere un barbecue nelle vicinanze. E invece, quel delizioso profumo viene dalla nostra pelle.
IL PROFUMO AL BARBECUE: RICETTA DA ANNUSARE
Forse non convince tutti. Ma l’idea di Akihiko Iyod nasce proprio per soddisfare il naso di chi ama follemente il profumo di barbecue. Per chi, dopo una cena al ritmo di brace, porta a casa i vestiti impregnati di quel seducente profumo e non vorrebbe mai più lavarli. La lampadina al genio nipponico si è accesa proprio durante una di queste serate di fuoco e carne. La ricetta dell’invenzione è alquanto semplice e si realizza proprio davanti ai fornelli. Basta cucinare della carne, versare l’olio di cottura e l’essenza è creata. I grassi estraggono l’odore degli alimenti come le spezie o la carne. Il tutto va filtrato e messo in una boccetta. Ai griller non resta che indossarne due gocce prima di andare a letto per accendere il fuoco della passione.
IL PROFUMO AL BARBECUE E QUELLO AL RAGU’
C’è un giorno della settimana che ha un profumo tutto suo. Essenza di festa, aroma di famiglia, fragranza di tradizione. L’odore di ragù che solletica le narici ancora intorpidite proviene dalla cucina e ci ricorda che è domenica. Non bisogna aspettare l’ultimo giorno della settimana per sentire il calore e la gioia regalati da questo profumo e non è necessario nemmeno trascorrere ore davanti ai fornelli per averlo. Basta rivolgersi a Gabriella Chieffo. Lei , ingegnere dall’anima ribelle, ha dato vita all’Eau de Parfum “Ragù”. Una lavorazione un po’ più sofisticata di quella dell’inventore nipponico. La creazione made in Italy richiama alla memoria certi ricordi olfattivi ma con eleganza. Pepe nero, noce moscata, cardamomo, chiodi di garofano e zafferano: ingredienti che raccontano un rituale lungo e una ricetta infallibile. Ideale per la donna che vuole prendere per la gola il suo uomo ma che non sa cucinare. L’inganno in una boccetta.
IL PROFUMO AL BARBECUE E NON SOLO
C’è chi poi riunisce l’olfatto al gusto, gli ingredienti di un profumo ritornano ingredienti di un piatto. E’ Chad Murawczyk di MiN New York con la sua creazione Chef’s Table. Pomodori maturi, cassis, iris pallida, bergamotto, salvia, basilico, ribes nero. Chi è dotato di inventiva in cucina saprebbe come impiegare questi ingredienti per una ricetta da leccarsi baffi. Ma Chad è un designer e non uno chef quindi ha pensato bene di realizzare fragranze ispirate dal mondo della cucina. Per accontentare oltre che i nasi anche i palati ha inserito nella scatola del profumo la ricetta per un prezioso gazpacho, profumato allo Chef’s Table.
di Ivana Figuccio 08/11/2016