LA NAZIONALE ITALIANA DEI MACELLAI PARTECIPERÀ AI CAMPIONATI MONDIALI DI MACELLERIA. L’ALLENATORE: “VENDEREMO CARA LA PELLE”
L’Italia parteciperà ai campionati mondiali di macelleria che si terranno a Belfast il prossimo anno dove sfiderà nazionali competitive come l’Inghilterra, l’Australia, gli Stati Uniti e la Francia. A tenere alto il tricolore, e a mostrare al mondo intero che anche gli italiani ci sanno fare dietro un banco della macelleria, ci penseranno sei macellai selezionati da Andrea Laganga, macellaio maremmano, e Gianni Giardina suo collega siciliano. Sono loro infatti che hanno lavorato affinchè l’Italia superasse la selezione iniziale per essere ammessa al torneo.
Tra il 16 e il 21 marzo del 2018 l’Italia sarà a Belfast, in Irlanda del Nord, per giocarsi il titolo di regina mondiale dell’arte macellaia.
NAZIONALE ITALIANA MACELLAI : UNA SELEZIONE ANOMALA
Nella Penisola è sempre esistita una brulicante comunità di abili macellai. Non è stato quindi difficile selezionare un team di livello in pochi giorni. Anche in assenza di un bacino agonistico da cui attingere.
NAZIONALE ITALIANA MACELLAI : I PROTAGONISTI
Capitano e allenatore della nazionale è Francesco Camassa pugliese, esperto in frollature estreme. “Mi hanno voluto perché sono un mediatore. Capisco al volo se c’è un problema e sistemo le cose al meglio anche se non sempre in modo ortodosso”. Mara Labella è l’unica donna della squadra, lei si occuperà dell’esposizione; Roberto Passaretta, instancabile al banco preparazioni; Federico Dal Lago e Gianni Giardina, maestri del disosso; Andrea Laganga, il fantasista degli abbinamenti.
“Noi ci alleniamo tutti i giorni nelle nostre macellerie −spiega Camassa − ma per far bene al WBC dobbiamo trovare quell’intesa che ci fa diventare squadra. Per questo una volta al mese ci incontriamo a Roma in una sede messaci a disposizione da un nostro sponsor”.
NAZIONALE ITALIANA MACELLAI : LA GARA AL WBC
La gara dura tre ore e un quarto e si compone di tre prove: il disosso, la preparazione dei pronti a cuocere e l’esposizione al banco. Mentre le mezzene utilizzate sono quelle di manzo, maiale e agnello.
Ulteriori dettagli ce li fornisce Camassa, attento a studiare ogni fase della competizione per preparare al meglio la squadra: “Al via due figure allestiranno i tavoli per far sì che gli operatori del disosso incomincino a lavorare. Una volta realizzati i primi tagli anatomici, si procederà con le lavorazioni: triti e insaccati. È importante utilizzare tutto quello che ci viene dato, perché anche gli scarti saranno decisivi per determinare il punteggio finale. Agli occhi dei giudici non sfugge niente. Nemmeno se ci si muove in modo scomposto o se c’è dello sporco sulle scarpe”.
NAZIONALE ITALIANA MACELLAI : LE CARTE IN TAVOLA
Uno dei nostri punti di forza è la consapevolezza di essere depositari di un’arte secolare che si tramanda da padre in figlio. Un’arte indissolubilmente legata alla cucina più amata al mondo. E quindi “Se guardiamo fuori dei nostri confini − si inorgoglisce il coach − non siamo secondi a nessuno”.
Ma se c’è qualcosa che caratterizza l’Italia per davvero, quella è la tecnica del disosso. “Al WBC saremo chiamati a lavorare un agnello di 20 chili − ci svela Laganga − ma in Italia si usano esemplari più piccoli. Questo aspetto ci differenzia sia nella trasformazione che nella creazione dei pezzi”.
Un altro punto di forza è l’abilità di Mara Labella nell’esposizione. Capace di regalare quel colpo d’occhio tanto apprezzato dai giudici. I più temuti pare siano i francesi, abili nelle legature.
NAZIONALE ITALIANA MACELLAI : A BELFAST
Giunto alla settima edizione, il WBC per la prima volta nella sua storia presenterà 12 nazioni. Metà delle quali di lingua inglese (Australia, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Irlanda, Sud Africa e Stati Uniti). Francia, Germania, Italia, Spagna, Grecia e Bulgaria, le altre pretendenti. Sarà una grande opportunità di confronto, ancor prima della gara che si terrà solo di domenica. “Il soggiorno − racconta Laganga − durerà quasi una settimana. E tutte le squadre saranno coinvolte in un viaggio studio per i pascoli, le fattorie e le migliori macellerie d’Irlanda”.
Crescita professionale, amicizie oltre confine, in lizza per un titolo mondiale. Ma l’obiettivo è un altro. “A Belfast vogliamo dimostrare − dichiara Camassa − che i macellai non sono commercianti ma artigiani. Perché i prodotti esposti al banco sono opere che nascono dalla lavorazione e trasformazione delle carni”.
Di Gianluca Bianchini 14/07/2017