L’AVOCADO È UN GRANDE FRUTTO VERDE A FORMA DI PERA MOLTO IN VOGA TRA I VEGANI. MA IL SUO CONSUMO E’ TUTTO FUORCHE’ ETICO E IL PERCHÉ VE LO SPEGHIAMO NOI
Quella degli avocado è una storia antica. Parte milioni di anni fa, quando i suoi semi venivano sparsi un po’ ovunque tramite le feci dei dinosauri. È in questo modo che il frutto allora si riproduceva. Ma con l’estinzione improvvisa dei giganti preistorici anch’esso ha rischiato di scomparire, fino a quando l’uomo, affamato, non ha deciso di salvarlo.
Oggi il risultato di questo salvataggio è rappresentato da quasi 400 varietà di avocado e da una produzione annua che supera il milione di tonnellate.
Il grosso della produzione mondiale è concentrata in America Latina. Tuttavia proprio in questo continente qualcosa negli ultimi tempi si è inceppato. Colpa dell’avidità umana che nel frutto non vede più un cibo con cui sfamarsi ma solo uno strumento per far soldi. E le conseguenze purtroppo sono sotto gli occhi di tutti. Dai danni all’ambiente e all’economia fino alla popolazione che si ammala.
L’AVOCADO SENZA ETICA : LA DEFORESTAZIONE
Cominciamo dai danni all’ambiente. L’avocado, come la soia in Amazzonia, causa la deforestazione. Il fenomeno sta avendo luogo in Messico e per l’esattezza nello stato del Michoacan, dove le foreste di pini si restringono del 2,5 per cento ogni anno. Per dirla in altri termini dal 2001 al 2010 la “pera di coccodrillo” (altro nome per chiamare l’avocado) ha sottratto alle montagne ben 690 ettari di verde arrivando ad occupare un’estensione complessiva di 137 mila ettari. Un’area poco più grande dell Parco Nazionale del Gargano.
Una simile avanzata dell’avocado ha quindi conseguenze su tutto l’ecosistema; sottrae spazio ad altre colture e mette in difficoltà la farfalla monarca, una specie autoctona che proprio in quelle aree va a svernare.
L’AVOCADO SENZA ETICA : RISERVE IDRICHE IN CRISI
Ma il problema più grave legato all’ambiente riguarda il prosciugamento delle riserve idriche. Basti pensare che un frutteto di avocado assorbe quasi il doppio dell’acqua che normalmente necessita uno stesso tratto di foresta. E che per produrne 500 grammi, vale a dire due o tre frutti di medie dimensioni, servono all’incirca 272 litri d’acqua. Un’importante risorsa sottratta non solo alla terra ma anche agli animali e agli esseri umani.
La preoccupazione accomuna anche altre aree dell’America. In California, ad esempio, l’avocado negli ultimi anni, assieme alle mandorle, ha causato lunghi periodi di siccità, con gravi conseguenze sia per la flora che per la fauna.
Mentre in Cile, nella provincia di Petorca, Rogrigo Mundaca, agronomo e attivista locale, ha fatto notare che per coltivare un ettaro di frutteto “servono centomila litri d’acqua al giorno. Una quantità corrispondente al fabbisogno di mille persone”.
L’AVOCADO SENZA ETICA : I PESTICIDI CAUSANO MALATTIE
Torniamo al Messico. Un altro disagio per la popolazione del Michoacan viene dall’impiego di pesticidi di scarsa qualità. La fumigazione di questi prodotti provoca starnuti continui e fastidi allo stomaco e alla respirazione. Inoltre, si teme che le sostanze chimiche abbiano già contaminato torrenti e fiumi. In particolare si sentono minacciate le comunità della regione di Zirahuén che dipendono dalle acque del vicino lago. Qui, infatti, si sono registrate malattie ai reni e al fegato.
L’AVOCADO SENZA ETICA : ESTORSIONI
Tutte queste disgrazie però non sono nate dal nulla. Una causa va ricercata nella forte domanda internazionale (soprattutto Stati Uniti ma anche Europa e Cina). La richiesta ha fatto lievitare i prezzi dell’avocado a tal punto da trasformarlo in un vero e proprio oro verde. Le cifre lo confermano. Tra il 2012 e il 2013 l’importazione statunitense dal solo Michoacan ha raggiunto il miliardo di dollari. Mentre nel 2016 l’esportazione ha fruttato al Messico addirittura 20 miliardi di dollari.
Un mercato redditizio, dunque, più della marjuana o del petrolio, che purtroppo non è sfuggito ai Cavalieri Templari, il gruppo mafioso della zona. Il cartello vessa ormai da anni i produttori, ma le estorsioni, ottenute con ripetute violenze (rapimenti, stupri e assassinii), hanno finito per deprimere le aziende agricole. Un imprenditore ha raccontato che il suo profitto da 1,5 milioni di dollari negli anni Novanta è precipitato a 15 mila dollari nel 2012.
L’AVOCADO SENZA ETICA : L’ECONOMIA REALE
Il rialzo dei prezzi ha portato ad un’altra conseguenza forse meno grave ma certamente paradossale. Il Messico medita di importare l’avocado nonostante sia il primo produttore al mondo. Perché ai costi attuali – quattro euro al chilo vale a dire l’equivalente di un salario minimo giornaliero – il consumatore medio non può permetterselo.
Se poi si pensa che la paga netta dei braccianti è ancora più bassa e che la crescente domanda continua a far lievitare i prezzi, per una popolazione abituata a nutrirsi di questo frutto, al torto si aggiunge anche la beffa. Vale a dire che neanche l’importazione potrà risolvere il problema.
di Fiorella Palmieri 07/03/2020