IL CASO DI CARNE DI CINGHIALE INFETTA PUO’ RAPPRESENTARE UNA MINACCIA SOLO SE LA CARNE VIENE MANGIATA CRUDA O POCO COTTA
La sicurezza alimentare in Italia è un tema molto delicato e sta subendo delle ripercussioni notevoli. Accanto ad esempi positivi e virtuosi, si registrano dei casi di contraffazione che non rendono onore all’eccellenza del made in italy. Nel corso di alcuni controlli della Asl, a l’Aquila è stata rinvenuta una partita di carne di cinghiale infetta per la presenza della trichinella, parassita nocivo per la salute dell’essere umano, che può trasmettersi attraverso il consumo di questo tipo di carne, cruda o poco cotta. La presenza del parassita è stata intercettata grazie ai numerosi controlli che la ASL 1 e da lì è partito il divieto il consumo di carne di cinghiale nel territorio del comune di San Pio delle Camere. Per diminuire i rischi e le conseguenze legate a questi fenomeni occorre un’opera di sensibilizzazione, al fine di riconoscere ed evitare queste forme di pericolo per la salute dei consumatori, ignari che sulle loro tavole possano finire alimenti di pessima qualità e addirittura nocivi. Il territorio italiano offre una gran quantità di prodotti genuini e sani, che hanno contribuito a creare una immagine dell’Italia come paese che celebra le tradizioni alimentari più sane e autentiche. Maggiori controlli e certificazioni quindi, a beneficio della collettività e della credibilità di un Paese , che fa le migliori scelte in tema alimentare per i suoi abitanti. Un consiglio per chi fosse in abruzzo e volesse cucinare carne di cinghiale: cuocetela per bene e non servitela cruda o poco cotta.
CONTAGIARE IN TERRA STRANIERA: IL KILLER DI AGRUMI E VITI ITALIANI E’ UN BATTERIO PROVENIENTE DALLA CALIFORNIA
Una minaccia dal nome Xylella fastidiosa, un batterio killer originario delle Americhe e molto diffuso in California, potrebbe danneggiare piante e specialmente agrumi e viti anche in Europa. E’ l’avvertimento segnalato dall’Autorità Europea per la sicurezza alimentare (Efsa) Nel nostro paese a essere colpiti sono stati gli ulivi del Salento e più precisamente si tratta di un ceppo del batterio “che attacca olivo, ciliegio, mandorlo, oleandro, alcune piante ornamentali” spiega Giuseppe Stancarelli, uno degli autori del rapporto dell’Efsa. Ad essere a rischio non solo gli ulivi italiani, ma anche altre tipologie di piante. Il pericolo più concreto infatti è che esso possa espandersi e arrivare a diverse della Puglia, da cui si era diffuso originariamente, come dichiara Enrico Brivio, un portavoce della Commissione europea. Saranno al vaglio varie soluzioni e ulteriori ipotesi di finanziamenti a fine Gennaio per scongiurare questo pericolo, dopo lo stanziamento di un milione di euro all’Italia per la lotta al batterio killer.
di Donatella Carriera – 13 gennaio 2015