ANCHE A TAVOLA L’ATTENZIONE NON È MAI ABBASTANZA: SIAMO CIRCONDATI DA BUFALE E PURTROPPO NON SI TRATTA SEMPRE DI MOZZARELLE. ECCO QUALCHE CONSIGLIO PER RICONOSCERE LA BUFALA VERA DA QUELLA FALSA
Da un po’ di tempo l’attenzione del web è tutta concentrata a smascherare le notizie false, le cosiddette bufale. Tutti bene attenti a verificare le fonti di ciò che leggiamo e condividiamo. Ma quando si tratta di cibo? Quanto è consistente il rischio di portare il falso sulla nostra tavola?
VERBA VOLANT, SCRIPTA FRODANT
Il primo aspetto su cui bisogna fare attenzione è quanto riportato sulle etichette dei prodotti: siccome in Italia manca una normativa stringente su cosa (e come) va indicato sulle confezioni degli alimenti, tutto è lasciato alla fantasia, e alla malafede, dei produttori. L’uso sapiente dei vocaboli rievoca vecchi ricordi e ci convince che un prodotto possa essere più genuino di un altro. “Sono tutti termini che ci fanno pensare alla nonna col mattarello che fa la crostata, o che ci prepara i biscotti e il ciambellone”, come dice la Dott.ssa Serena Missori, Medico Nutrizionista, che invita quindi a diffidare di alcune terminologie tanto in voga. Cosa significa la scritta “100% naturale” su un pacchetto di patatine?
QUANDO LA BUFALA…È UNA BUFALA!
Ancora più grave di questi “simpatici” stratagemmi è il caso in cui la mistificazione riguarda il prodotto alimentare in sé. Ricordate il caso delle mozzarelle blu? Ebbene il settore caseario è uno dei più soggetti alle frodi. Rossella Muroni, Presidente di Legambiente, ospite qualche settimana fa a diMartedì, afferma che nel 2015 sono stati registrati 1400 tra reati e illeciti amministrativi, ma rassicura: “è vero che è particolarmente esposto, ma è anche vero che è particolarmente controllato; ormai ci sono i consorzi, come quello della mozzarella di bufala, che garantiscono tutto il processo”.
LA VERA MOZZARELLA
Gli ingredienti per preparare un chilo di mozzarella sono 10 litri di latte fresco, fermenti e caglio. Spesso invece, per abbattere i costi, si ricorre alla cagliata congelata, un prodotto semilavorato, trattato e talvolta realizzato anche molti mesi prima della lavorazione della mozzarella; ma che soprattutto non contiene una goccia di latte. Basta aggiungere solo acqua calda e la “mozzarella” è pronta.
SE C’È LA GOCCIA…
Già un vecchio spot ci metteva in guardia sui prodotti non di qualità. Ma come si distingue una vera mozzarella da una artefatta? La prima presenta una superficie liscia e lucida, che se aperta mostra le striature della pasta filata, mentre quella preparata con cagliata congelata ha una struttura più granulosa, che si sfalda al tatto. Facciamo dunque attenzione a cosa portiamo in tavola: stiamo pur sempre parlando di eccellenze nostrane!
di Giuseppe Puppo – 24c giugno 2017