A VILLAGRANDE STRISAILI, NEL CUORE DELLA SARDEGNA, SIMOMA MIGHELA ALLEVA UN CENTINAIO DI MUCCHE E VITELLI DA CARNE. LA COWGIRL DELL’OGLIASTRA CHE HA IMPARATO A RACCONTARE LA SUA TERRA AI TURISTI CHE LA VENGONO A TROVARE NEL SUO AGRITURISMO. E I MIGLIORI RACCONTI INIZIANO PROPRIO A TAVOLA TRA MAIALETTO ARROSTO E PROSCIUTTO FATTO IN CASA.
Simona Mighela in tredici anni ne ha fatta di strada. Non solo per raggiungere ogni mattina col suo pick-up le baccas, cioè le vacche sul Gennargentu, a 1200 m di altitudine. Anche sul campo, come pastore donna, un’attività che richiede impegno e sacrificio. “Delle mucche avevo una paura folle – racconta Simona – nonostante vivano allo stato brado, dalla fine dell’estate a metà aprile, bisogna dar loro da mangiare. Non è come sulle Alpi dove gli animali hanno tutta l’erba che vogliono”. E’ una terra silenziosa l’Ogliastra. Profonde valli, bastioni di roccia e montagne che arrivano fino a 1300 metri sul mare. Una bellezza selvatica, fatta di arbusti spinosi, steppe alberate e ginepri. L’erba è rada, ma buona. D’inverno, quegli stessi monti diventano però aspri e inospitali. “Quando nevica raggiungere il bestiame è molto più difficile. La macchina si ferma e gli ultimi chilometri li faccio a piedi. Poi se le mucche si allontanano, vado a cercarle. Bisogna raggrupparle, ma farle muovere non è semplice”. ( guarda la fotogallery )
NEL CUORE PROFONDO DEL GENNARGENTU, LA COWGIRL DELL’OGLIASTRA: PRODOTTI UNICI E RICCHI DI SAPORE
Oltre all’allevamento, Simona gestisce l’agriturismo Su Calavrigu, (“Il Biancospino”). Si occupa dell’orto e cucina per i suoi ospiti. Accoglie gli escursionisti di passaggio o li accompagna direttamente a scoprire il meglio di questa terra. Punta La Marmora, la vetta più alta della Sardegna (1834 mt), non è distante. Più a valle, la foresta di lecci di Santa Barbara per godersi l’ombra e le sorgenti di acqua fresca. Al rientro, non c’è niente di meglio di un’immersione tra i sapori di Villagrande Strisaili, di cui Simona è una perfetta ambasciatrice: “Se vuoi fare qualcosa alla maniera tradizionale, devi farlo fino in fondo”. Questo piccolo centro dell’Ogliastra è la patria del prosciutto di “magrone brado”, tra i più rinomati in Sardegna. Non mancano le salsicce, rigorosamente fatte in casa. Ai più noti culurgiones, ripieni di patate e cuciti ad arte, si affiancano i marraconese de’rmathadura, gnocchi di farina conditi con sugo di carne, manzo e maiale. La pasta tagliata a tocchetti, assume una particolare forma schiacciata premendo, con la parte posteriore del palmo della mano, sul palinessu, canestro di asfodelo.
NEL CUORE PROFONDO DEL GENNARGENTU, LA COWGIRL DELL’OGLIASTRA: L’ARROSTO DI MANZO “SU TAGERI” E IL PORCETTO
All’agriturismo Su Calavrigu, il re della tavola è l’arrosto di manzo servito in su tageri, tipico piatto di portata. Un mix di tagli per un’esperienza di gusto completa. Sullo spiedo, rigorosamente orizzontale, il manzo cuoce a fuoco non troppo lento. Sale quanto basta e il gioco è fatto. Il risultato è una carne al sangue, morbida, succosa. “Non ci sono segreti, la carne deve essere buona”. Gustarla è solo l’ultimo passaggio di un lungo percorso, commenta Simona. “Prima di essere macellata, la vacca deve rilassarsi. Prendere peso, mangiare bene, pascolare e dormire in un bel posto. Solo così la carne diventa morbida, cioè crea nuova fibra. In caso contrario è immangiabile, sarebbe troppo dura”. In agriturismo, come da tradizione, si serve anche il porcetto arrosto che, in questa zona della Sardegna, si chiama maialetto. “Dalle nostre parti si mangia anche quello più grande, fino a 15-20 kg”.
Dal 2008, questa cowgirl del Gennargentu ha avviato un progetto di fattoria didattica ed è qua che trasmette la sua femminilità: “È bello avere a che fare con i bambini, sono molto curiosi: li porto a vedere i vitelli, le mucche e i maiali, danno da mangiare agli asinelli. Si divertono tantissimo. Poi facciamo una passeggiata per sentire i profumi delle erbe aromatiche del Gennargentu. Possono toccare il timo selvatico, la santolina, l’elicriso. Sono molto incuriositi dal colore intenso della peonia, la rosa di montagna, che fiorisce da aprile a maggio”. La sua vita di donna pastore e l’impegno con i più piccoli hanno fatto sì che ricevesse il premio S’Istima 2012, assegnato ogni anno ad una donna sarda che si distingue nel lavoro o nella cultura. Dopo la morte prematura del marito, Simona ha lasciato l’attività di agente di commercio per lanciarsi con determinazione in questa nuova avventura. E a chi la chiama “donna coraggio” risponde: “Il mio non è coraggio, è tanto impegno e un po’ di sana incoscienza”.
di Ilaria Pani 3 Novembre 2016