SARKOS IN GRECO SIGNIFICA CARNE UN DETTAGLIO CHE SPIEGA QUANTO QUESTO RISTORANTE PUNTI SULLE LOMBATE DI QUALITÀ E LA COTTURA ALLA BRACE SENZA DIMENTICARE IL FASCINO E LA SEMPLICITÀ DI UNA CUCINA LEGATA A INGREDIENTI DI STAGIONE
Un ristorante a 300 metri dal Colosseo, arredato con uno stile elegante e raffinato, disposto su due piani e con un comodo dehors proprio davanti al cocktail bar. A volerlo sono stati due fratelli originari di Frascati, Federico Morlacci e Riccardo Ricci, entrambi giovanissimi, classe 1993 il primo classe 2000 il secondo.
Nonostante la giovane età, i due fratelli non hanno perso tempo, si sono subito affermati nel campo della ristorazione. Il loro primo locale lo hanno aperto nel 2018 nell’area dei Castelli Romani, poi l’anno scorso ne hanno inaugurato un altro sulla Costa Smeralda, precisamente a Poltu Quatu, e infine la decisione di sbarcare nella capitale con un nuovo e ambizioso ristorante, il Sarkos.
Sedie color turchese, tavoli in legno chiaro, luci soffuse, angolo cantina e cucina con griglia a vista. Sono solo alcuni dei tanti elementi che conferiscono fascino a una perla della ristorazione nata per stupire.
DA SARKOS COSTATE ALLA BRACE E PIATTI DI STAGIONE
Il Sarkos rappresenta una sfida per Federico e Riccardo. Si tratta infatti di un progetto che si rivolge a una clientela di fascia alta, più esigente e quindi più difficile da accontentare.
Per riuscirci i due fratelli hanno creato un menù caratterizzato da due diverse impostazioni: da una parte ci sono i piatti preparati con ingredienti di stagione, dall’altra invece c’è la carne premium, quella marezzata, frollata a regola d’arte e cotta rigorosamente alla brace.
Quindi, cambiano primi piatti e contorni ma non le lombate. Del resto Rubia Gallega, Black Angus e Simmenthal rappresentano una garanzia, sono una costante che accomuna tutti i ristoranti aperti con successo dai due fratelli.
MENÙ CLASSICO, VINI BLASONATI E COCKTAIL PREPARATI AL MOMENTO
La formula ristorativa è molto semplice. I clienti si affacciano ai maturatori (ce ne sono un paio, a una e due ante), scelgono la carne che sia un Sashi, una Danese o un Wagyu (a proposito, oltre a quello giapponese e americano, c’è pure il raro e ricercato Wagyu australiano WX) e il resto lo fa il grill chef.
Taglia la bistecca, la stempera, lasciando che raggiunga la temperatura ambiente, la griglia su una brace alimentata a carbone ed ecco che il vostro Tomahawk è servito su un vassoio in pietra lavica, separato dall’osso e ancora caldo e fumante.
Altre voci interessanti del menù sono gli antipasti, con tartare carpacci e stagionati (italiani e iberici); i primi piatti con tagliolini e fettuccine; i secondi, con guancia di manzo e pollo alla piastra; e infine i dolci della casa.
Di livello anche la carta vini, presenta infatti un’ampia selezione di calici nazionali e da provare sono anche i cocktail elaborati al momento da un barman professionista.
di Gianluca bianchini 18/02/2023