UN PO’ LA CRISI, UN PO’ IL MALTEMPO ECCO PERCHE’ L’85% DEGLI ITALIANI PASSERA’ LA PASQUA TRA LE MURA DOMESTICHE E SARA’ L’AGNELLO IL PROTAGONISTA ASSOLUTO DI QUESTA GIORNATA
Non e’ Pasqua a tavola senza agnello, uova e colombe. O almeno cosi’ la pensa la maggioranza degli italiani che si appresta a consumare il pranzo pasquale a casa (85%), al ristorante (11%) o in agriturismo e che, secondo i dati di Coldiretti, nel 51% dei casi scegliera’ appunto la carne d’agnello come portata principale e la colomba come dolce (60%). Ma un italiano su due non si fara’ mancare il classico uovo di cioccolato, fondente o al latte e rigorosamente con sorpresa. Complici anche quest’anno le previsioni di pioggia e la crisi, solo 6,5 milioni di italiani faranno il pranzo pasquale in un ristorante, secondo i dati della Federazione dei pubblici esercizi (Fipe).
E per il 59% sceglieranno un menu fisso, a un prezzo medio di 45 euro, ispirato alla tradizione regionale e per la maggior parte con un piatto d’agnello. La spesa stimata e’ di 169 milioni di euro (-9% rispetto al 2014). Trecentomila invece andranno negli agriturismo, seguendo anche la nuova tendenza dell’agriwellness, che abbina alla gastronomia anche la cura del corpo con creme dei contadini e cosmetici naturali. Per tutti gli altri, ben l’85%, al centro della tavola imbandita, che costera’ in media 60 euro a famiglia, per una su due ci sara’ l’agnello (al forno con le patate, al sugo, oppure brodettato).
E quest’anno, grazie alle nuove norme sull’etichettatura, sara’ possibile capire se e’ di produzione nazionale oppure estera, e se e’ stato o meno surgelato. Nel periodo pasquale si acquista la maggior parte del chilogrammo pro-capite consumato in media in Italia, la meta’ del quale e’ di provenienza straniera (Ungheria e Romania in maggioranza). Secondo Coldiretti gli italiani prediligono invece le carni nazionali, con un evidente beneficio per la pastorizia e i circa 70 mila allevamenti che rimangono oggi in Italia.
La Pasqua, forse piu’ del Natale, e’ pero’ anche il momento per ricordare o riscoprire la propria tradizione gastronomica regionale, soprattutto in famiglia, ma anche in ristoranti e soprattutto agriturismi. Nel Lazio usanza vuole che si mangi per colazione la Corallina, salame tipico pasquale accompagnato dalla pizza al formaggio, mentre nelle Marche si gusta la Crescia di Pasqua insieme alle uova sode. Per pranzo, invece, in Molise e’ d’obbligo l’insalata Buona Pasqua, dove non possono mancare uova sode e frutta, e per la Toscana la minestra con brodo di gallina e uovo sodo benedetto.
Tra i secondi si va dal Cutturidd della Puglia, agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge, alle polpettine pasquali con macinato di agnello, prezzemolo, rosmarino, scalogno, sale e pepe del Trentino. Come dolce, impossibile rinunciare in Campania alla squisita Pastiera napoletana e in Abruzzo ai Fiadoni, calzoni al forno ripieni di formaggio di pecora.
A Pasquetta la gita fuori porta sarebbe d’obbligo e il meteo prevede tempo bello anche se piu’ fresco dei giorni scorsi, ma sempre secondo la Fipe, la percentuale dei ‘gitaioli’, si dovrebbe attestare sul 15%, ancora in calo, comunque, rispetto agli anni passati. E 140 mila di questi, secondo le stime della Cia, andranno in agriturismo oppure nelle aree attrezzate per i picnic e per il tradizionale barbecue.
di Davide Perillo – 5 aprile 2015