PASQUA E PASQUETTA VOGLION DIRE PRIMAVERA, TREKKING, SCAMPAGNATE. COME NON RINUNCIARE AL SAPORE DEL BARBECUE SE SIETE IN GITA: PIATTI BUONI FREDDI CON TUTTO L’AROMA DEL FUOCO.
Pasquetta uguale grigliata. Lo sfizio principale è sempre quello: una bella brace e tanta carne arrosto. Cotta e mangiata, in un turbine di mani rapaci e ganasce in movimento che non prevede cerimonie: non c’è ospite da servire per primo, si salvi chi può. Ma se l’amico sportivo quest’anno ha convinto tutta la comitiva a fare trekking? O se volete approfittare del pomeriggio di sole per una scampagnata e la griglia ingombra troppo?
Se avete optato per un pic nic in compagnia, allora queste dritte fanno al caso vostro: ecco come portarsi il sapore del fuoco anche dove il fuoco non c’è. Basta un po’ di anticipo, una buona dose di fantasia e anche questa volta non dovrete rinunciare al vostro gusto preferito: quello della brace.
Scordatevi scaldavivande e buste termiche: è robaccia da ufficio. Qui parliamo di cibo “al sacco”. Grigliato. Freddo. Ed eccezionalmente buono.
PASQUA E PASQUETTA PIC NIC ALLA BRACE : UNA SCORPACCIATA BIBLICA
Al solo pensiero di “pranzo al sacco” possono cadere le braccia: come in un incubo si ripresentano ricordi di panini stoppacciosi, di risi bisunti e della classica meletta abbacchiata. Basti pensare che il pic nic più antico si trova nella Bibbia, quando il profeta Habacuc – sant’uomo ma pessimo cuoco – propose ai mietitori, stanchi e sudati, un cestino con zuppa d’avena e pezzi di pane. Altri tempi, forse. Ma per non rendere miserrimo anche il vostro, di pic nic, dovrete inventarvi qualcosa di più: qualcosa di grigliato.
Le polpette di vitello alla brace sono una ricetta veloce e molto pratica, ad esempio. Piacciono a tutti e sul barbecue è facile e stuzzicante cuocerle alla perfezione. Ed hanno due vantaggi enormi: si possono gustare fredde e ne potete portare con voi una montagna.
Prendete un buon macinato di vitello dal vostro macellaio di fiducia, aggiungete sale, pepe, prezzemolo e aglio tritato fino. A questo punto non resta che versare il pangrattato e amalgamare bene. Col composto formate delle pallette schiacciate e passatele sulla brace per circa 8-10 minuti. All’impasto potete aggiungere funghi o verdure e un poco di parmigiano grattugiato per renderle ancora più saporite.
Perché non provate a infilzarle negli spiedini, alternandole a olive e peperoncini ripieni? O riempirle con un cuore di formaggio? La fantasia al potere. E al sacco.
PASQUA E PASQUETTA PIC NIC ALLA BRACE : ABBASSO IL RISO FREDDO EVVIVA IL POLLO CREATIVO!
Insalatona fredda? Certo ma, per carità, quella di riso lasciatela alle tavole calde di periferia: ha fatto il suo tempo. Questa è l’era dell’insalata di pollo. La carne può essere grigliata alla piastra. Però se avete tempo di farla alla brace (meglio se con legno di faggio, ciliegio o olivo) il palato ringrazierà.
Per un tocco di classe, provate ad aggiungere sulle braci dei pezzi di legno di rosmarino o qualche bacca di ginepro. Dopo aver grigliato il pollo a dovere, lasciatelo raffreddare e sfilacciate o fate a cubetti la carne. A questo punto andranno aggiunte lattuga, carote e sedano.
Basterà un recipiente con chiusura ermetica per non sparpagliare pezzi di pollo in tutto lo zaino. Così è la base. Da qui in poi via libera alla creatività e al gusto personale: buone le arance, evviva le salse, benvenuti i sott’olii, hurrà per le olive!
PASQUA E PASQUETTA PIC NIC ALLA BRACE : LA POLENTA VA IN PENSIONE
“La cucina, come tutte le arti, è ricerca e sperimentazione. È necessario però partire dalla storia, bisogna conoscere il passato per poter innovare con cognizione, con intelligenza, con gusto“, come dice Antonello Colonna, chef stellato dell’omonimo ristorante romano. “Per una scampagnata è impensabile non farsi ispirare dalla cucina di sempre: io non rivisito, interpreto, il tutto rispettando la stagionalità e la territorialità dei prodotti“.
Si parte dai prodotti tradizionali allora? Bene, perché la polenta è tradizionalissima, alla brace fa faville e anche fredda si difende alla grande. In più i crostini rustici di polenta sono uno sfizio che aiuta a far sparire i rimasugli dell’inverno. Se con le pulizie di primavera vi siete accorti che è rimasta della polenta, approfittate del cambio di stagione e preparatela alla brace.
Ve la potrete godere durante il pic nic, con l’aggiunta di speck e fontina, di salsiccia e stracchino o di una semplice fetta di formaggio semi stagionato.
PANE PER I MIEI DENTI
Se si dice “buono come il pane” un motivo ci sarà. Che siano piade o tigelle, pasta sfoglia ripiena, freselle o tramezzini, in un pic nic come si deve non può mancare. Del resto il nome sandwich viene da Montagu IV conte di Sandwich che aveva bisogno proprio di un pasto veloce e da consumare senza piatti e posate, impegnato com’era fra carte geografiche e rotte di mare.
I maligni dicono che in realtà lo inventò per non allontanarsi dal tavolo da gioco, ma comunque sia qualche buon panino in un pic nic ci vuole eccome. Perché non manchi il gusto di brace ci sono mille soluzioni: dalla più semplice salsa barbecue fatta in casa alla stra tipica porchetta; dai peperoni alla brace al pecorino alla griglia.
Oppure azzardare. Arrosto freddo di tacchino con salsa verde, maionese e verdure frullate. Perchè non provare a farcire il sandwich con maiale sfilacciato, formaggio e salsa di amarene? Osiamo: a Natale con i tuoi, ma a Pasqua con chi vuoi.
di Enrico Cicchetti 25/03/2019
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