LA PECORA E’ IN CRISI PERCHE’ NON E’ ADATTA ALL’ALLEVAMENTO INTENSIVO, IL PASCOLO LIBERO HA COSTI TROPPO ALTI E LA SUA LANA NON E’ PIU’ RICERCATA COME UNA VOLTA. PER SALVARE LA NOSTRA PECORA C’E’ SOLO UN MODO: MANGIARLA.
Che siano bianche o nere poco importa: di pecore in Italia se ne contano sempre meno. Non è ancora il caso di scrivere “estinzione”, parola che mette sempre tanta paura, ma se non si inverte la rotta, tra qualche anno potremmo ritrovarci ad usarla. I numeri parlano chiaro: prendete l’Altamurana, razza autoctona che pascola tra la Basilicata e la Puglia, negli anni Ottanta contava 190 mila esemplari e ora non supera i 1000 capi. E la situazione non è molto diversa tra le Alpi o nell’Appennino dove in alcuni casi, come a Monchio delle Corti (Parma), la pecora è addirittura scomparsa. Scordatevi dunque le numerose greggi di un tempo, vivaci e sparpagliate lungo i verdi pascoli d’altura.
Quello purtroppo è un mondo in ritirata, come del resto stanno scomparendo intere comunità che hanno sempre trovato di che vivere grazie al loro allevamento. Ma può un Paese come il nostro, patria dell’abbacchio e del formaggio pecorino, accettare la dipartita degli ovini?
A furia di gridare al lupo al lupo ci siamo dimenticati che in realtà il loro nemico è un altro; che se vogliamo davvero salvare la pecora dobbiamo prendere esempio proprio dal suo temuto predatore. Ogni tanto, quindi, quando ci viene fame, senza troppi complimenti, la pecora mangiamocela. Vedrete che sarà generosa, servendoci un menù non solo vario ma anche molto appetitoso.
LA PECORA IN PENTOLA : PERCHE’ GLI OVINI SONO IN DIFFICOLTA’
Ma se non è il lupo, chi si sta divorando le nostre pecore? O meglio cosa ha decimato le loro greggi facendole precipitare nel giro di qualche decennio da parecchie migliaia a poche centinaia?
Insomma, sembrerebbe esserci in giro un’epidemia, ma in realtà la causa è un’altra. Le pecore continuano a diminuire perché l’industria alimentare non trova affatto conveniente allevarle. Le pecore sono infatti animali inadatti all’allevamento intensivo. La stalla non basta: serve un pastore che le conduca al pascolo per poi accompagnarle in pianura durante la transumanza. Inoltre, a questa motivazione pratica se ne aggiunge una di natura economica, ben più importante: le pecore producono meno latte e carne delle mucche con cui sono state “opportunamente” sostituite.
Ma quello che infine le ha rese ancor meno appetibili è stata la lana merino proveniente dall’Australia. Un’importazione che ha fatto crollare il prezzo della lana (0,40 centesimi al chilo) rendendola una merce poco conveniente se non addirittura inutile. Tanto che alcuni pastori la usano come concime per la terra.
LA PECORA IN PENTOLA : UNA CARNE DA RISCOPRIRE
Le uniche voci da cui si può ricavare qualcosa sono dunque il latte, il cui prezzo è in caduta libera, e la carne, non fra le più prelibate al mondo, ma comunque sempre molto gradita. La carne di pecora sotto tanti aspetti ricorda quella tenera e poco grassa dell’agnello.
Come questa infatti presenta un colore rosa chiaro ma ha un odore molto più intenso e un sapore decisamente più robusto. Inoltre, la sua polpa è nutriente: con 100 grammi si incamerano 360 calorie; una buona quantità di proteine; e minerali importanti per la nostra salute come ferro e potassio. L’unico difetto è che essendo una carne grassa non sempre è di facile digeribilità.
LA PECORA IN PENTOLA : I PIATTI DELLA TRADIZIONE
Per quanto riguarda i piatti preparati con carne di pecora, la fantasia degli chef è proverbiale, apre un menù di proposte interessanti e molto raffinate. Qualche voce: raviolo aperto di pecora con crema di ricotta; paté di pecora con castagne; mousse di pecorino con crema e chips di funghi porcini.
Ma anche i piatti più tradizionali o da street food non sono niente male. Ad esempio, lo sapevate che con la carne di pecora si fa il kebab? Non solo il dönner ma anche le varianti più caserecce: lo shish (che è uno spiedino) e l’adana (che è invece una specie di polpettone lungo e appiattito).
Non mancano poi specialità alla brace come ad esempio un bel cosciotto alla griglia. Il consiglio è di marinarlo per almeno 24 ore in modo da ammorbidire la carne che poi in cottura diventerà ancora più tenera e saporita. Ma se veramente vogliamo mettere la pecora in pentola il piatto top è il brasato. Tra marinatura e cottura è una preparazione un po’ più impegnativa ma alla fine darà grandi soddisfazioni.
Di Jonathan Guareschi 29/12/2018