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DICIAMOCELO: IL QR CODE HA FRANCAMENTO ROTTO IL CAXXO

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IL DECLINO DEL MENU’ CARTACEO: IL QR CODE E’ L’ULTIMA INSULTANTE DERIVA DEL RISTORANTE FINTAMENTE MODERNO. APPELLO AFFINCHE’ SI TORNI AL MENU’ CARTACEO 

C’era una volta il menù cartaceo, la sacra pergamena che segnava l’inizio di ogni esperienza gastronomica. Tra le mani, aveva peso, consistenza, odore. Un menù raccontava qualcosa del ristorante, del suo stile, persino del suo carattere. Cero, poteva capitare che  ci fosse qualche macchia di sugo, ma era una macchia romantica, e capitava solo nelle osterie. Ma oggi, nel nome di una pretesa modernità nata dalla trauma del Covid, quel rituale è stato sostituito da un arido QR code, un piccolo quadrato pixellato che, come un virus, si è infiltrato nei nostri tavoli.

Quando leggevamo “dopo il Covid nulla sarà più come prima“, avevano quindi ragione. Siamo insomma passati da un virus ad un altro. Se durante la pandemia il QR code aveva un senso, oggi, quel senso è bello che tramontato.

Senza menu’ carteceo si perde molto di più di una semplice abitudine: si perde l’anima. “L’uomo moderno è un prigioniero che tiene in mano la chiave della sua cella“, diceva Nietzsche. Ebbene, quel prigioniero siamo noi, chini sul nostro smartphone, con la luce blu che illumina i piatti che ancora non abbiamo scelto. Con un gesto freddo e impersonale, il ristorante ci scaraventa in una dimensione digitale che annulla il calore umano, costringendoci a sfogliare un PDF o, peggio, a combattere con un Wi-Fi instabile.

Elegante menu copertina in pelle

PERCHE’ ODIO IL QR CODE – ESPERIENZA DEUMANIZZANTE 

Lasciate il Qr code ai locali impersonali. Cosa c’è di peggio di dover chiedere aiuto per scansionare un QR code? Guardare il cameriere con imbarazzo mentre l’app non funziona. Ci dicono che sia pratico, ecologico, sicuro. Ma non ci crediamo. Non si tratta di modernità, ma di pigrizia gestionale e del tentativo di nascondere, dietro uno schermo, l’incapacità di offrire un’esperienza autentica.

Se un ristoratore ama il QR code allora state certi che non potrà mai veramente amare i clienti. Li rispetterà, li servirà in modo professionale, ma non li amerà mai.

Il menù cartaceo è un momento di dialogo tra il cliente e il ristorante: sfogliarlo significa toccare l’identità del luogo. Un menù sporco di sugo o consumato ai bordi racconta storie, testimonia il passaggio del tempo. Il QR code, al contrario, cancella ogni contatto. Il messaggio è chiaro: “Non disturbateci troppo, arrangiatevi”.

menu in QR code

In Kitchen Confidential, il compianto Bourdain scriveva: “Il cibo è tutto ciò che siamo. È un’estensione della condizione umana: buono, cattivo, indifferente”. Il QR code, in questo senso, rappresenta il cattivo e l’indifferente. Invece di avvicinare le persone, crea distanza. Invece di arricchire l’esperienza, la sterilizza.

Quelli che “senza Amuchina oramai non vivo più” controbbattono che sfogliare il menu’ potrebbe essere un’esperienza poco igienica. Allora abolite pure le librerie e – sopratutto – abolite i mercatini dedicati ai libri dove tutti sfogliano tutto. Abolite la sezione libri degli autogrill. Abolite tutto quello che si sfoglia. Finirà che non sfoglierete nemmeno più i vostri ricordi.

menu tradizionale

IL QR CODE E IL FALSO MITO DELLA SOSTENIBILITA’ 

Ci viene detto che il QR code è una scelta ecologica e che un virus non potrà mai essere trasmesso tramite lui. Ma questa giustificazione è debole. I menù cartacei non devono essere usa e getta, ma progettati per durare.

Inoltre, il consumo energetico degli smartphone, dei server e delle infrastrutture digitali non è affatto irrilevante. Si tratta, piuttosto, di una comodità per i ristoratori, non per i clienti.

Il QR code è l’apoteosi del ristorante che non vuole più accogliere, che si illude di risparmiare tempo e fatica riducendo l’ospite a un utente. Ma il vero risparmio è altrove: sta nel ricordarsi che la ristorazione è arte, non industria. Il menù cartaceo va difeso come un baluardo di autenticità, una dichiarazione d’amore per il cliente e per il cibo.

E allora, spegnete il Wi-Fi. Strappate via quei codici QR dai tavoli e tornate al fascino delle cose semplici. Non si può amare il cibo attraverso uno schermo. Se dobbiamo continuare a scansionare QR code per leggere un menù, tanto vale ordinare un burger da un’app di delivery.

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