CONTRO ALLARMISMI E MODE VEG DILAGANTI SI SCENDE IN PIAZZA. DIFENDERE LA CARNE CON LA FORZA DELL’INFORMAZIONE: QUESTO L’OBIETTIVO DELLA PRIMA GIORNATA NAZIONALE DELLA CARNE. AL GRIDO #BRACIOLEALLARISCOSSA IN PIAZZA SI FA FUOCO, NATURALMENTE SOTTO LA GRIGLIA
Allevatori e Carnivori di tutta Italia, riuniamoci! Questo l’invito gridato dalla Coldiretti per la Prima giornata nazionale della carne organizzata al Centro Congressi del Lingotto a Torino. Una piazza messa a ferro e fuoco, sì, ma quello pacifico e buono delle braci. Produttori, consumatori, cuochi, nutrizionisti scendono in strada per difendere l’orgoglio carnivoro e contrastare allarmismi e dilaganti quanto pericolose mode “veg”. E siccome la carne è anche molto “social”, il “braciola pride” si è espresso con l’ashtag #bracioleallariscossa. Si tratta di una buona, buonissima rivoluzione per proteggere un prodotto made in Italy che rischia di essere demonizzato e che invece merita la divinizzazione: la carne italiana.
PRIMA GIORNATA NAZIONALE DELLA CARNE: APPUNTAMENTO AL LINGOTTO
Fuori e dentro lo stabilimento non solo chi la carne la mangia ma soprattutto chi la tratta per professione. Agrichef, allevatori, operatori dell’industria, del commercio, del turismo, nutrizionisti provenienti da ogni parte d’Italia. Sono oltre 5mila i soci Coldiretti della Regione Piemonte e 1500 della Valle d’Aosta ad aver manifestato a favore di un prodotto eccellente quale la carne italiana. Guardando alla partecipazione attiva e diffusa non si direbbe ma tanti, troppi italiani stanno dicendo addio alla carne. I dati del dossier Coldiretti, infatti, raccontano di una popolazione che sempre meno mette in tavola braciola, cotolette e pollo al forno. Ed è contro questo trend ma soprattutto contro la cattiva informazione che viene l’impulso per l’organizzazione dell’evento. A spiegare perché tanta passione e convinzione nella difesa del prodotto è il Presidente di Coldiretti Lazio David Granieri: “E’ unico nel suo genere e inimitabile e un prodotto italiano con queste caratteristiche di eccellenza va fortemente difeso”.
PRIMA GIORNATA NAZIONALE DELLA CARNE: DIFENDERE IL MADE IN ITALY
La contrazione del mercato della carne è legata alla dichiarazione dell’Oms che si esprimeva negativamente a proposito dei principi salutistici del prodotto. La risposta della Coldiretti a questo allarmismo, però, è chiara e convincente: “In Italia si fa un uso moderato di carne, ovvero due volte a settimana e il 54% in meno dell’uso che se ne fa in America. Nella carne è contenuta la vitamina B12 che previene tutte le malattie neurologiche e si assume solo attraverso la carne. Tutti i più autorevoli nutrizionisti affermano che a fondamento della dieta mediterranea, patrimonio Unesco e cultura del benessere, la carne c’è”. La difesa di Coldiretti va a favore delle tipicità nostrane: la carne italiana è la più magra al mondo, quella con maggiore percentuale di fibra magra. E se questo non bastasse ci sono anche altri due punti di forza: sapore e qualità perciò d’accordo buongustai e salutisti.
PRIMA GIORNATA NAZIONALE DELLA CARNE: DISTINTIVITA’ DELLA CARNE ITALIANA
“Gli allevamenti italiani – sottolinea Granieri – sono i più controllati al mondo e per questo diventa un prodotto molto ambito. L’elemento della distintività è quello su cui noi italiani dobbiamo scommettere e l’etichettatura di origine obbligatoria è un elemento fondamentale per la difesa delle stalle italiane”. A testimonianza dell’eccellenza e dell’unicità del prodotto italiano c’è l’esperienza di Oscar Farinetti, fondatore della catena Eataly. L’imprenditore racconta di aver provato a riprodurre la carne italiana (attraverso l’esportazione del seme) nel Nebraska. Esperimento fallimentare perché l’allevamento è condizionato dalla tipologia dell’erba, dall’aria. Come precisa Granieri: “Si tratta di un prodotto indelocalizzabile e non copiabile quindi unico nel suo genere. Ciò crea grande tensione soprattutto delle lobby dei traders mondiali della carne”.
PRIMA GIORNATA NAZIONALE DELLA CARNE: CHI E’ IL TUTOR DELLA CARNE
Difesa, diffusione di corretta informazione e anche promozione. Quest’ultima si è espressa attraverso la presentazione di una nuova figura professionale: il tutor della carne. “Si tratta di una figura simbolo che vuole per lo più esprimere un concetto culturale che per un italiano è abbastanza intuitivo ma risulta molto importante specialmente per l’educazione alimentare dei bambini”. Il tutor della carne può aiutare al giusto consumo trasmettendo delle informazioni di base che possono aiutare nelle scelte alimentari. Le famiglie italiane possono risparmiare sull’acquisto di tagli: “I quattro quarti della carne hanno i tagli pregiati, quelli meno pregiati e i sotto tagli. E’ chiaro che la carne italiana costa di più per una serie di motivi, tra cui il costo del lavoro, il costo dell’energia, il costo amministrativo-burocratico e il costo del controllo. Il tutor serve anche ad economicizzare i potenziali d’acquisto: se non ci sono le possibilità di acquistare un filetto o una bistecca, è possibile fare ricette alternative, soluzioni che indirizzino il consumatore verso la carne italiana ma con tagli diversi senza rinunciare alla qualità”.
PRIMA GIORNATA NAZIONALE DELLA CARNE: LOTTIAMO ARMATI DI INFORMAZIONE
La manifestazione di piazza non ha lo scopo di convincere alla conversione chi ha deciso di non adottare questo stile di vita perché rimane imperante il principio di libertà. Nelle mani di Coldiretti e di tutti i partecipanti all’iniziativa c’è un’arma pacifica e vincente che è l’informazione: “Nessuna azione terroristica. La moda dei vegetariani o vegani può essere liberamente adottata senza però condizionare le scelte dei consumatori che apprezzano questo prodotto, necessario per una crescita sana e corretta. Noi non abbiamo deciso azioni dirompenti per convincere al consumo esasperato di carne, ma diciamo che è uno stile di vita appartenente alla nostra cultura. Ciò dovrebbe essere istintivo ma se non lo è noi vorremmo dare l’informazione più adeguata e puntuale rispetto a quelle che sono le preclusioni e i condizionamenti al consumo”. La difesa della carne va letta come difesa del prodotto made in Italy e quindi di una parte fondamentale del nostro Paese: “L’indotto dell’alimentare è talmente tanto importante che se messo a rischio può creare disconnessioni sociali. E’ la responsabilità di questo concetto che ci fa scendere in campo spesso con accanto le istituzioni: a Torino con noi c’era il Vice Ministro Andrea Olivero”.
In fondo anche in questa “rivolta” di piazza, come in tutte le rivolte e i movimenti della storia, ciò che si chiede è libertà: nella piazza torinese si è chiesta la libertà di scegliere la carne giusta che è la carne italiana.
n fondo anche in questa “rivolta” di piazza, come in tutte le rivolte e i movimenti della storia, ciò che si chiede è libertà: nella piazza torinese si è chiesta la libertà di scegliere la carne giusta che è la carne italiana.
di Ivana Figuccio 05/05/2016
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