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QUESTO SALUMIFICIO IN “RIVA AL MARE” HA VINTO IL SICILIA FOOD AWARD

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GRAZIE AI SUOI SALUMI ARTIGIANALI L’ANTICA SALUMERIA STURIALE SI È AGGIUDICATA IL SICILIA FOOD AWARD E GRAZIE A QUESTA VITTORIA SI CANDIDA A SALIRE SUL PODIO DELLA NORCINERIA ITALIANA

La Sicilia è una regione dove l’arte norcina non conosce limiti di altimetria, si producono ottimi salumi sia in paesini di montagna che in località di mare.

Bravi norcini, infatti, oltre che sulle Madonie si trovano anche a Palermo e a Trapani, e lo stesso dicasi per il versante orientale dell’isola. Oltre ai Monti Nebrodi, un centro norcino molto interessante è quello del borgo marino di Santa Teresa di Riva in provincia di Messina.

Qui resiste una tradizione antica e molto apprezzata che per produrre il salame prevede non solo l’uso di erbe e spezie locali ma anche l’impiego di una materia prima molto particolare, la cera d’api.

“La cera d’api preserva il salame dall’attacco degli agenti patogeni e allo stesso tempo conferire al prodotto un sapore che ricorda il miele,” afferma Davide Sturiale, classe 1978, titolare assieme a suo fratello gemello Marco, dell’omonima salumeria.

Con loro l’Antica Salumeria Sturiale è giunta alla terza generazione, vantando quasi cento anni di storia e una competenza capace non solo di valorizzare ma anche di rivisitare il patrimonio gastronomico locale.

In più, da settembre 2024 questa salumeria vanta anche un premio prestigioso, il Sicilia Food Award, un riconoscimento che attesta l’eccellente qualità dei suoi prodotti che si possono ordinare online.

Il motivo è semplice. Questi salumi – coppe, mortadelle d’asina, salami e prosciutti – sono il frutto di una lavorazione artigianale che merita un pubblico di intenditori e appassionati. Non a caso fra i migliori clienti dell’Antica Salumeria Sturiale c’è la ristorazione.

IL SICILIA FOOD AWARD

Il Sicilia Food Award non è arrivato a caso, tutt’altro, rappresenta il coronamento di un percorso secolare che si spera possa continuare ancora a lungo.

Davide e Marco infatti sono cresciuti in una famiglia numerosa, dedita all’allevamento e con una passione sconfinata per l’arte macellaia e la produzione norcina.

Per loro, quindi, è stato naturale conoscere tutti gli anelli della filiera lavorativa. È stato naturale imparare a selezionare gli animali, a lavorare le loro carni e apprendere le ricette norcine del paese.

E più che a nonni, zii e cugini, la loro professionalità deve tantissimo a una figura in particolare, quella di papà Achille (classe 1929). È lui che ha avviato l’attività di famiglia insegnando loro come diventare dei bravi artigiani.

Antica Salumeria Sturiale

UNA VITTORIA DEDICATA A PAPÀ ACHILLE

“Mio padre – racconta Davide – ha lavorato per anni in salumifici italiani e latino-americani. Ad esempio, È stato capo produzione della Lenti di Santena (Torino) e per la Oscar Mayer in Venezuela”.

“Poi è diventato un commerciante di bestiame operando tra la Francia e la Sicilia”

Immaginatevi, dunque, la gioia che deve aver provato Achille quando, novantacinquenne, ha visto l’attestato del Sicilia Food Award. Deve essere stato molto orgoglio dei suoi figlioli.

Marco è quello con la vocazione norcina più spiccata, il suo regno è il laboratorio, dove crea in continuazione salumi prelibati, da quelli più fedeli alla tradizione a quelli più moderni come il culatello cotto al pistacchio e affumicato al Jack Daniels.

Anche Davide conosce la norcineria, ma il suo ruolo in azienda vuole che si occupi anche di altre cose: di etichettatura, sottovuoto, amministrazione, rapporti con la clientela e in primis seleziona la materia prima.

Antica Salumeria Sturiale
Salame al pistacchio

L’ANTICA SALUMERIA STURIALE E I SUOI SALUMI

Un’abilità artigiana di indiscusso livello presuppone una materia prima di pari valore. Diventa quindi fondamentale il rapporto con i fornitori, che i fratelli Sturiale conoscono da una vita. Si tratta infatti di allevatori locali, i cui capi (equini bovini e suini) sono alimentati in modo sano e vivono allo stato brado o semi brado.

“I maiali in particolare – spiega Davide – raggiungono i 250 chili, affinché sviluppino uno spesso strato di grasso necessario a reggere la salagione e la successiva stagionatura”.

Nascono così salumi di pregio, ad esempio, la mortadella d’asina e quella di suino nero, la lonza agli agrumi affumicata alle erbe, il salame di bufala al finocchietto e la porchetta legata a mano. Tutti prodotti che si caratterizzano per un sapore deciso, proprio “come quelli che mangiavano i nostri nonni,” suggerisce Davide.

Per quanto riguarda la cera d’api, il suo utilizzo è nato quando ancora non esistevano i frigoriferi, serve dunque a proteggere l’insaccato dall’attacco degli agenti patogeni, “resistendo anche a temperature superiori ai 30 gradi centigradi,” spiega Davide.

“Dopo tre mesi di stagionatura – continua – la grana assorbe gli odori della cera che assume un sapore zuccherino molto simile a quello del miele”.

Porchetta legata a mano

L’ANTICA SALUMERIA STURIALE E L’ITALY FOOD AWARD

Proprio con questi salumi di nicchia l’Antica Salumeria Sturiale si è aggiudicata il Sicilia Food Award, superando realtà stimate per la qualità dei loro prodotti come i salumifici Caputo e il Chiaromontano e grazie a questa vittoria si candida anche all’edizione nazionale del concorso, l’Italy Food Award.

La premiazione è in programma a marzo e se l’Antica Salumeria Sturiale salirà sul podio saremo i primi a farvelo sapere.

di Gianluca Bianchini 10/12/2024

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