QUESTIONE DI GUSTO MA ANCHE DI COLORE DEL CIBO: COME IL ROSSO HA INFLUENZATO LA NOSTRA PERCEZIONE DEI SAPORI, SIN DALLA PREISTORIA.
In India si mangia con le mani. Toccando il cibo, si sente la temperatura e il grado di cottura; ogni boccone va preparato mescolando i vari componenti e, in questo, le dita sono molto più sensibili di una forchetta. Dell’importanza delle mani e del tatto a tavola abbiamo già parlato. Ma l’India è significativa anche per i suoi rapporti tra tavole e tavolozza: nel paese di Ghandi e del Taj Mahal, si è sempre tenuto conto di come i colori influenzino l’equilibrio dei chakra, i centri di energia associati alle principali ghiandole del corpo nella medicina ayurvedica.
Anche per i cinesi le varie tinte erano amiche del benessere fisico: per esempio il colore giallo serviva a rimettere in sesto l’intestino, mentre il violetto ad arginare gli attacchi epilettici. Ma qual è la relazione che i colori hanno con il nostro modo di nutrirci?
COLORE DEL CIBO: ROSSO È BUONO
Sulle patatine una spruzzata di salsa e il gioco è fatto: il piatto diventa subito irresistibile. E se dovete scegliere tra un filetto al sangue e un ricco piatto di spinaci e verdure, non abbiamo dubbi sul fatto che vi orienterete verso il primo. Ma non solo: perchè se la scelta è fra fiorentina e polletto ai ferri, nella maggior parte dei casi la scelta cadrà sicuramente sulla gustosa bistecca.
Questione di gusti? Sì, in parte, ma anche questione di colori: la pizza ca pummarola ‘n coppa, una torta ai lamponi, il ketchup sulle patatine – e come dimenticare una deliziosa tagliata di bovino – hanno in comune con la carne le brillanti note vermiglio. Una sfumatura che il nostro cervello associa a qualcosa di gustose: rosso è buono. E inizia a smaniare: “Mangialo!”
COLORE DEL CIBO: ROSSO È BUONO
Lo sostiene uno studio pubblicato su Science reports da Francesco Foroni, Giulio pergola e Raffaella Rumiati della Sissa di Trieste. Il team di ricercatori ha mostrato centinaia di immagini a un campione di 68 persone, chiedendo loro di stimare quanto gli alimenti ritratti fossero invitanti e ricchi di calorie.
Il risultato è che più il rosso era brillante, più il cibo era considerato allettate e nutriente. Il verde? L’effetto opposto: alla sola vista degli spinaci, la libido – gastronomica – finisce sotto i talloni. Insomma, le nostre scelte in tavola dipendono da un semaforo invertito: rosso ok, verde K.O.
COLORE DEL CIBO: ROSSO È BUONO
La spiegazione che danno gli scienziati a questo fenomeno è di tipo evoluzionistico: la nostra vista è molto efficiente nel distinguere il verde dal rosso. Una sensibilità che si sarebbe rivelata utile nel nostro passato remoto di raccoglitori di frutti e bacche in mezzo a fronde e vegetazione fitta. Il colore rosso significa frutto maturo, succoso, in definitiva buono. E cosa c’è di più buono e gustoso – e meravigliosamente rosso – di una succulenta bistecca al sangue?
Di Silvia Strada 20/11/2016