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SARDEGNA, OLTRE AL PORCETTO C’È DI PIÙ: ECCO L’AGNELLO SARDO IGP

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DITE SARDEGNA E PENSATE SOLO AL PORCETTO? È PERCHÉ NON AVETE ANCORA SCOPERTO LA BONTÀ DELL’AGNELLO SARDO IGP: OTTIMO ALLA BRACE E RICCO DI PROTEINE, ALTRO ELISIR DI LUNGA VITA DELL’ISOLA

Se il sapore del porcetto non si dimentica, è sufficiente un assaggio per lasciarsi conquistare dall’agnello sardo. La sua carne tenera e bianca sorprende i palati con un gusto inteso e deciso. Principe dei pascoli, vive su questa terra da oltre 3000 anni. Una lunga storia che sembrava ormai completa; invece, un nuovo capitolo inizia nel 2001 con il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta e la nascita del Consorzio di tutela. E proprio grazie a questo marchio si può distinguere il vero Agnello sardo IGP dalle imitazioni che non lo esibiscono: qualità certificata e garantita, tutta da gustare sulla brace.

AGNELLO SARDO IGP
AGNELLO SARDO IGP

AGNELLO SARDO IGP: IL SEGRETO DELLA SUA BONTÀ

Nato dalla cosiddetta razza autoctona sarda – una delle più antiche d’Europa – l’agnello pascola in totale libertà baciato dal sole e accarezzato dal vento. Sotto lo sguardo attento del pastore si nutre col latte materno e con le essenze che crescono spontanee su questa terra. Nessuna forzatura o stress alimentari. Il benessere animale prima di tutto. E in Sardegna l’allevamento degli ovini allo stato brado è una tradizione ormai millenaria che porta buoni frutti, o meglio buona carne.

Genuino e facilmente digeribile, l’agnello sardo è consigliato nell’alimentazione di tutte le fasce d’età e rientra anche nelle diete ad alto valore energetico. Ma c’è di più: l’Agnello sardo IGP è ricco di elementi nutritivi e di proteine nobili. “La Vitamina E e l’Omega 3 sono i più importanti antiossidanti naturali delle membrane cellulari. Questo permette all’Agnello sardo IGP di rientrare in quella lista di alimenti che ha reso la Sardegna l’isola dei centenari”. A garantirlo è Giovanni Murru, 26 anni, un allevatore fuori dal comune. Recentemente eletto presidente regionale di Coldiretti Giovani Impresa, ha iniziato la sua carriera come pilota su aerei privati per poi tornare a casa e fare il pastore, come suo padre e prima ancora suo nonno. La sua azienda ad Assolo, paese di circa 400 anime in provincia di Oristano nel bel mezzo all’isola, è una di quelle che alleva l’Agnello sardo IGP. “Il segreto della sua bontà risiede nella natura e nei pascoli dell’isola. Per i pastori sardi non è difficile entrare a far parte del consorzio di tutela. Devono semplicemente continuare a fare quello che fanno da millenni”.

AGNELLO SARDO IGP
AGNELLO SARDO IGP

AGNELLO SARDO IGP: QUALITÀ CERTIFICATA

Assieme a Giovanni Murru, altri 4000 allevatori hanno deciso di aderire al sistema di certificazione IGP. Per tutelare il prodotto e il consumatore, il disciplinare del marchio europeo detta regole ferree anche per la sua commercializzazione. Tre le tipologie che possono essere acquistate: l’agnello da latte, nutrito solo con il latte materno e macellato a 5-7 kg di peso, l’agnello leggero e quello da taglio alimentato con latte materno integrato da prodotti naturali per essere macellato, nel primo caso a 7-10 kg di peso e nel secondo a 10-13 kg. “Ben venga l’etichetta se permette di differenziare la nostra carne. Come produttori abbiamo deciso di seguire la linea della qualità al giusto prezzo” racconta il giovane pastore. “Anche grazie al consorzio di tutela incentiviamo i consumatori a contattarci direttamente, li invitiamo in azienda per vedere con i loro occhi come cresce un vero agnello sardo IGP”.

AGNELLO SARDO IGP
AGNELLO SARDO IGP

AGNELLO SARDO IGP: TANTO GUSTO SULLA BRACE

Oltre ad allevarli, Giovanni Murru è un esperto griller e si rende subito disponibile a condividere le tecniche per braciare, rigorosamente sullo spiedo, questa prelibatezza. Per quanto riguarda le dimensioni Murru lascia al gusto personale di ognuno, ma ci tiene a precisare che “con 7 chili e mezzo – 8 chili da vivo, riesci a gustare una carne tenerissima”.

La cottura può richiedere fino a due ore e mezzo e, soprattutto, una buona dose di pazienza: “Inizialmente l’agnello deve stare ad una certa distanza dal fuoco, solo per scaldarsi e asciugarsi. Poi bisogna avvicinarlo progressivamente alla brace, prima dalla parte delle costole, poi dall’altra parte e sui lati e girarlo frequentemente quanto più lo si avvicina al fuoco. Solo alla fine viene messo ad arrostire sopra la brace”. La colorazione dorata e la superficie croccante sono il segnale che la carne è pronta per essere gustata. Fuori o dentro i confini dell’isola, anche l’Agnello sardo IGP, proprio come la dieta a base di porcetto, prevede un buon calice di Cannonau e un’ottima compagnia. Perché è questo il vero segreto dei centenari.

di Ilaria Pani 18/08/2016

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