E’ UN PIATTO DI UMILI ORIGINI E LA TRADIZIONE VUOLE CHE SI MANGI A NATALE ASSIEME AD ALTRI PIATTI A BASE DI CARNE OVINA COME LO STUFATO DI AGNELLO O LE COSTOLETTE DI MONTONE
Cascate, falesie e paesaggi di montagna sono queste le esperienze mozzafiato che regalano i fiordi norvegesi, insenature marine lunghe e strette tipiche della penisola scandinava. Se poi dentro queste insenature vi calate col paracadute e navigate pure le acque azzurre e profonde la vostra sarà senz’altro una vacanza da brividi.
Brividi che in Norvegia continuano anche in cucina, con tanti piatti insoliti per forme e sapori. Alcuni di questi piatti turbano gli animi più sensibili perché sono preparati con tagli considerati ripugnanti. Ad esempio: lo smalahove, una specialità di umili origini ma molto amata dai locali.
Lo smalahove (o smalehovud) è un piatto tradizionale di Voss, un comune di Vestlandet, contea situata nella parte occidentale del Paese, quella che guarda la Scozia attraverso il Mare del Nord. Il nome nasce combinando due parole: hove, la forma dialettale di hovud, che significa testa; e smale, che significa invece pecora.
Lo smalahove è dunque una testa di pecora. Una testa che viene prima affumicata e successivamente bollita per essere servita con rutabaga e patate. Parliamo, quindi, di un piatto modesto tanto è vero che in origine era destinato solo ai poveri. In seguito però è stato rivalutato e oggi è usanza mangiarlo a Natale o offrirlo ai turisti più curiosi.
SMALAHOVE : PREPARAZIONE
Se capitate a Voss troverete delle casupole di legno dove si lavora questa specialità locale. All’interno di queste casupole le teste di pecora, lasciate appese a delle travi, si affumicano grazie a due bidoni che bruciano trucioli. Prima però si puliscono e lo si fa bruciando il vello e la pelle, rimuovendo il cervello e infine salandole.
Una volta affumicate, le teste si asciugano e si si fanno bollire o cuocere a vapore. Dopo circa tre ore lo smalahove è pronto e si serve con vari condimenti: rutabaga, patate, acquavite, latte acido e birra. Una porzione di smalahove consiste in metà testa e le sue parti si mangiano con un ordine ben stabilito.
Si inizia con le orecchie e gli occhi, perché sono le parti più grasse e hanno anche un buon sapore se consumate calde. Poi si mangia la carne che ricopre il cranio. Si comincia dalla parte anteriore fino a giungere a quella posteriore. Infine, in alcune teste è lasciato il cervello che si mangia con un cucchiaio e si può friggere.
PERCHE’ PIACE
Anche se lo smalahove viene considerato da molti un piatto poco attraente se non ripugnante, ultimamente è stato rivalutato. Questa rivalutazione è dipesa da due motivi fondamentali. Da un lato, facendo parte delle tradizione, merita un posto di diritto nel menù natalizio, assieme a piatti più ricercati come le costolette di montone o lo stufato di agnello. Dall’altro, proprio in virtù del suo status di cibo estremo, ha richiamato l’attenzione di tanti curiosi e appassionati carnivori.
La città norvegese di Voss, infatti, ogni anno ospita turisti che desiderano provarlo. Non solo perché rievoca un sentimento rurale e nostalgico, ma anche perché esercita un richiamo irresistibile. Un richiamo che alla vista farà pure paura ma al palato regala brividi di piacere.
di Gianluca Bianchini 24/01/2021