PER OTTENERE UN OTTIMO TACCHINO AL BARBECUE BASTA SEGUIRE QUESTI 5 SUGGERIMENTI SEMPLICI ED EFFICACI
Per poter assaporare la bontà di un tacchino non si deve necessariamente essere americani e attendere il quarto giovedì di novembre. Né tanto meno ci viene chiesto di aspettare l’arrivo del Natale per poter portare questo capolavoro del barbecue sulle nostre tavole. L’unica condizione – e la più temuta da ogni griller – è riuscire ad azzeccare la cottura per ottenere una carne tenera al punto giusto, saporita e dalla pelle leggermente croccante. Talvolta tutto questo appare arduo. In realtà esistono piccoli accorgimenti che vi permetteranno di cuocere il vostro tacchino a regola d’arte: 5 cose utili da sapere per il vostro tacchino al barbecue più un consiglio che proviene direttamente dalla Bibbia del Barbecue Weber e riservata ai migliori serial griller che fedelmente seguono Braciamiancora. Provare per credere.
1 – TACCHINO AL BARBECUE: FARE MARINARE IL GIORNO PRIMA
Per ottenere il miglior tacchino al barbecue che abbiate mai cucinato, dovrete cominciare la preparazione il giorno prima. È necessario fare ciò perché la carne di tacchino è magra e insipida e la miglior soluzione per far fronte a questo problema è quella di ricorrere a una marinata. Valida opzione è una marinata asciutta per insaporire la carne. Coprite il tacchino di sale grosso il giorno prima di cuocerlo e lasciatelo in frigorifero per tutta la notte. Prima di tutto cospargete abbondantemente il tacchino di sale grosso e di pepe macinato fresco su tutta la superficie. Una volta fatto ciò, mettetelo in frigorifero dentro una teglia senza coprirlo e lasciatelo riposare per 12 ore. Non vi preoccupate se la pelle si asciuga e si restringe, è tutto perfettamente normale. Il sale assorbirà l’umidità del frigorifero e ne trasmetterà buona parte alla carne, insaporendola.
2 – TACCHINO AL BARBECUE: MANTENERE UNA TEMPERATURA COSTANTE
Altro aspetto da non sottovalutare e che richiede tutta la nostra attenzione è la temperatura del barbecue. Mantenetela tra 175-180°C. Si tratta di un punto cruciale, che non dovrebbe rappresentare un problema se avete un barbecue a gas (basta che la bombola sia piena), ma è più difficile da realizzare con un barbecue a carbonella. È quindi preferibile che abbiate una buona esperienza nella gestione della temperatura di un barbecue in cottura prima di lanciarvi nell’impresa. Tuttavia, è solo tentando che si possono ottenere straordinarie vittorie, e questo vale anche di fronte a un barbecue.
3 – TACCHINO AL BARBECUE: PROTEGGERE I FILETTI
Tra tutte le parti del tacchino, i filetti rappresentano quella che in assoluto richiede una maggiore attenzione. Il motivo? Cuociono molto più rapidamente delle cosce e per questo motivo bisogna proteggerli per rallentare la cottura. La miglior soluzione è rivolgere il petto del tacchino verso il basso, appoggiandolo su un piatto colmo di verdura e di brodo durante la prima ora di cottura. In questo modo si eviterà di far cuocere i filetti troppo rapidamente facendo seccare la carne e rendendola senza dubbio poco appetitosa.
4 – TACCHINO AL BARBECUE: ARRESTARE LA COTTURA AL MOMENTO GIUSTO
Ma veniamo a quella che in assoluto è la fase più delicata: l’interruzione della cottura. La carne tenera e saporita del tacchino diventa asciutta e stopposa molto rapidamente. Perciò dovrete essere molto abili nell’azzeccare esattamente il momento in cui la carne non sarà ancora troppo rosa per essere tolta dal fuoco né avrà cominciato a seccarsi. La cosa migliore da fare in questo caso è quella di munirsi di un termometro a lettura istantanea per verificare la temperatura e togliete il tacchino dal grill non appena raggiunge i 75°C al centro della zona più carnosa delle cosce. E se ancora non avete il termometro è forse il caso di cominciare a valutare il suo acquisto: è uno degli accessori che mai dovrebbero mancare nel kit di un griller seriale.
5 – TACCHINO AL BARBECUE: LASCIARE RIPOSARE LA CARNE
Spesso, la tentazione più forte, è quella di precipitarsi a servire il tacchino non appena lo si è tolto dal barbecue convinti che sia più buono se servito ben caldo. Ecco, se non volete rovinare tutto il lavoro fatto sino a questo momento, resistete alla vostra tentazione. Lasciatelo riposare il tempo necessario: finirà di cuocere, i succhi si distribuiranno e l’insaporiranno in modo omogeneo. Allora sì che potrete davvero affermare di aver portato in tavola il miglior tacchino al barbecue di sempre.
5+1 – TACCHINO AL BARBECUE: COME AFFUMICARE UN TACCHINO
Tra i fedeli lettori di Braciamiancora, si sa, ci sono molti griller seriali dall’infinita esperienza, per i quali preparare un tacchino è un gioco da ragazzi. Per loro diamo alcuni consigli da seguire per una perfetta affumicatura. Prima di tutto tirate fuori il tacchino dal frigorifero e lasciatelo riposare per un’ora a temperatura ambiente. Spennellate le cosce, le ali e i filetti con burro fuso. Fatto ciò, sovrapponete due vaschette d’alluminio (per rafforzarle ed evitare che una soltanto ceda sotto il peso del vostro tacchino) e riempite con le verdure, le erbe e 45 cl di brodo di pollo.
A questo punto dedicatevi al barbecue: disponete la brace in semicerchio su un lato del braciere con sopra una vaschetta d’alluminio colma d’acqua per regolare la temperatura del grill. Successivamente collocate il tacchino nella vaschetta con le verdure, con il petto rivolto verso il basso, distribuite i trucioli di legno aromatico sulla brace e posate la vaschetta con il tacchino sopra quella colma d’acqua, orientando le zampe verso il lato più caldo del grill. Durante la cottura sarà fondamentale mantenere la temperatura dell’apparecchio intorno ai 175-180°C, aggiungendo carbone se necessario, ma senza esagerare. Dopo un’ora di cottura girate il tacchino, con i filetti rivolti verso l’alto e continuate la cottura aggiungendo ogni tanto una manciata di trucioli bagnati. Dopo un’ora e mezza di cottura, proteggete tutte le parti che rischierebbero di bruciare con fogli d’alluminio. Et voilà, il vostro tacchino risulterà perfettamente affumicato e saporito per soddisfare tutte le bocche sedute a tavola.
di Davide Perillo 01/10/2016